Alla pari con la vecchia Signora
Data: 22/10/2007 08.26
Argomento: il Grifone in campo


 

Juventus    1    (pt.   35' Del Piero)

Genoa         0  

  

 



Forse anche meglio, manca solo il goal per rendere memorabile la serata allo stadio Olimpico.

E’ stata la classica partita in cui raccogli tanti complimenti, ma zero punti in classifica e, dunque, il dispetto prevale sulla contentezza per una prova maiuscola che conferma il Genoa come squadra rivelazione e fa davvero ben sperare per il prosieguo del campionato.

Arriviamo a Torino e la prima sorpresa è lo stadio.

Ragazzi è come per il Luigi Ferraris, lo stadio è dentro la città circondato di palazzi, forse gli spazi sono maggiori (da noi, probabilmente, basterebbe spostare il carcere) ma hai esattamente le stesse sensazioni di quando ti rechi a Marassi.

Belle e funzionali le biglietterie con grande cortesia da parte degli addetti.

Si dice piemontesi falsi e cortesi, ma fa davvero piacere essere accolti da gentili (e pure carine)  signorine che  ti danno il benvenuto, controllano i documenti e strappano il biglietto con un sorriso.

Poi i tornelli sono ben più larghi e comodi (a prova di Mario che entra compiaciuto con inaspettata facilità).

Vero che, passatemi l’ennesimà banalità, l’orto del vicino è sempre più verde, ma insomma qui nessuno pare sentirsi un “padreterno” solo perché esegue degli ordini e strappa dei biglietti, anzi si sente in dovere di farti capire che svolge un servizio e che è, educatamente,  a tua disposizione.

Fors'anche a Torino le cose saranno un po' diverse nei settori popolari, resta il fatto che quello è il modo giusto per invogliare la gente a continuare ad andare al campo.

Ma le sorprese non sono finite perché come entri dentro lo stadio sei accolto da un suono chiaro e potente quasi da discoteca grazie ad una serie di potenti diffusori sistemati intorno a tutto il campo.

Infine, e qui rischio d’inimicarmene più d’uno, simpatica ed apprezzabile la presentazione della loro squadra preceduta dal loro inno e con i nomi dei giocatori scanditi dallo speaker e completati dai tifosi, dove noblesse obblige, per Buffon, Nedved, Trezeget e soprattutto Del Piero assistiamo a vere speciali ovazioni (come una volta, ricordate, si faceva al Ferraris per Milito).

Per noi l’accoglienza (a parte Buffon che saluta la nostra e speriamo un giorno la “sua” curva) è un po’ meno calorosa e neppure molto creativa visto che gli insulti (gratuiti) sono i soliti, abbastanza squallidi che, purtroppo, si sentono anche da noi.

Non sarebbe il caso, lo dico pensando innanzi tutto al Ferraris, di smetterla con queste “tristi” e sciocche litanie?

Le formazioni sono più o meno quelle annunciate anche se la Juve, che evidentemente non ci sottovaluta, rinuncia al tridente offensivo.

Parte bene la vecchia Signora ed all’inizio sembriamo abbastanza in soggezione, ma passano i minuti e di veri pericoli da parte loro neppure l’ombra, anzi poco alla volta sale di tono il Genoa.

Una magia del tutto fortuita ed occasionale del duo Nedved – Del Piero sblocca il risultato e porta non molto meritatamente la Juve in vantaggio (e qui di nuovo i festeggiamenti sono "all'americana").

A parte il folklore va notato che questi sono i grandi giocatori, quelli per i quali si usa dire che “fanno la differenza”.

Per la verità Nedved non impressiona più di tanto, anzi da quasi l’impressione di essere arrivato a fine corsa e per di più preda ad una irrefrenabile ed abbastanza patetica forma d’isterismo senile (quando prova ad aizzare il pubblico contro l'arbitro ed alla fine si becca il "rosso") .

Il Genoa contiene bene, concede poco o nulla, dialoga bene, ma non riesce a creare problemi alla difesa bianconera.

Borriello lotta e combatte come sempre, ma abbastanza isolato e ben marcato questa volta resta a secco.

Notati, comunque, i fischi che lo hanno accompagnato ad ogni intervento, specie all’inizio, come quelli all’ingresso in campo di Leon nel secondo tempo, atteggiamenti che fanno chiaramente capire come questi due giocatori siano temuti dagli avversari (bravissimo Gasperini, niente da dire ci mancherebbe, anche a “tenere” lo spogliatoio, ma rinunciare anche solo per un tempo a “questo” Leon non è un po’ autolesionistico?).

Nel primo tempo a nostro favore ricordo solo in un’occasione,  da un’incertezza difensiva bianconera che libera Di Vaio sulla sinistra, ma questa volta la conclusione del nostro bomber non è della stessa efficacia di quella vista con il Cagliari.

La ripresa conferma e rafforza le buone sensazioni offerte dalla squadra rossoblu che addirittura, non esagero, domina in lungo ed in largo e sfiora il goal con Sculli ed in mischia, ma non arriva a quello che sarebbe stato il più che meritato pareggio, diciamo infine che la "colpa" è stata anche e soprattutto del solito bravissimo e difficilmente superabile Buffon.

Si è sperato sino all’ultimo e non certo velleitariamente di arrivare almeno al pari e, non a caso, Rubinho si affrettava al massimo ad ogni rinvio, loro un po’ meno.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Per me mezzo vuoto visto che non abbiamo mosso la classifica e considerato che nel calcio, purtroppo, le partite non si vincono “ai punti.

Per molti mezzo pieno vista l’autorità con cui si è giocato alla pari in casa della Juve a cui, praticamente, non abbiamo concesso niente e si sono dovuti inventare un grandissimo goal sul filo del fuorigioco.

Il finale ci ha anche regalato un Papa Waigo (subentrato a Sculli) in crescendo, ancora lontano dal giocatore ammirato l’anno scorso nel Cesena, ma che prima o poi dovrà venire fuori  visto che i migliori giocatori di B raramente falliscono in Serie A, giovani come lui poi.

Figueroa in tribuna scalpita e noi più di lui non vediamo l’ora di averlo in campo a rinverdire i fasti del suo passato argentino: lo meriterebbe la sua forza di volontà e la fiducia e la pazienza dimostrate dal Genoa nell’aspettarlo.

Ora sotto con la giovane ed ambiziosa Fiorentina: dai ragazzi fate un bel regalo al Prez (ed a noi) !

Giancarlo Rabacchi

 








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