Rincorsa riuscita
Data: 17/12/2007 00.52
Argomento: il Grifone in campo


 

Empoli  F.C.                          1

(46' I t. Giovinco)

 

Genoa  C.F.C.                       1

(43' II t. Masiello)

 

 

Genoa sotto di un gol. Manca ormai un paio di minuti al novantesimo. Da una ammirevole deviazione di Figueroa, da mezza altezza, il pallone viene porto al piede di Masiello, anch'egli spuntato alla destra dell'attacco in questi ultimi momenti di affannosi attacchi. Ecco, ha davanti il solo portiere. Tira senza cercare l'angolo, con somma precisione (o magari con fortuna): la palla passa sotto l'estremo avversario, entra in porta.

 

Importanza di una giocata felice! Influirà sui commenti, sul morale dei nostri genoani che tornano dall'affrontare un freddo cagnazzo, sulle visioni del futuro!

 

 



Figueroa aveva saputo vedere Masiello e al volo, evitando il fuorigioco, spianargli una palla misurata, agevole da calciare. Così la classe si fa intelligenza. Tuttavia nella mezz'oretta in cui è stato in campo, proprio come domenica scorsa contro il Siena, Figueroa aveva giocato pochi palloni, dimostrandosi incline, piuttosto, ad aspettare il presentarsi di un'occasione buona.

 

Vecchio problema, quello della fusione tra giocatori di quantità e giocatori di qualità. Quanto conviene spingere al dispendio fisico a favore della squadra quel giocatore il quale se mantenuto fresco ha maggiormente la capacità di collocare la palla nella porta avversaria?

 

L'inserimento di Figueroa nell'intelaiatura collaudata della squadra presenta così anche qualche problema ulteriore a quello arcinoto e arcidiscusso del "modulo".

 

Già, ormai tutti parlano della possibilità di schierare l'attacco a due punte, e Gasperini, che non ne vuol sentire, se ne dispiace. Se durante la partita di oggi il Genoa ha vestito divise tattiche molto differenti, non se ne possono trarre però valutazioni probanti, per l'influenza del vento e delle situazioni del punteggio.

 

Il vento, si sa, è il maggiore nemico del giuoco del calcio e nell'aperto stadio di Empoli soffiava proprio per bene e ben freddo.

 

Nel primo tempo, controvento, il nostro attacco, nello schieramento consueto, si è dissolto ed abbiamo rivisto Borriello combattere in inferiorità, quantunque le nostre prevedibili manovre si svolgessero piuttosto corposamente nella metà campo. Al contrario il gioco dell'Empoli scorreva snello e incisivo sulle linee laterali, con ben maggiore pericolosità. Dopo due pali, nel finale Giovinco infilava nell'angolo alto un pallone vagante ribattuto da Masiello. Fino a quel momento, al Genoa andava bene così.   

 

Vento adesso a favore, e nella ripresa ecco il Genoa all'attacco, a rinforzare il reparto man mano che passa il tempo: entra Leòn, poi Figueroa, quindi avanza Santos e infine, decisivo, Masiello. Più che schemi tattici, una prova di cuore, di volontà, con la spinta del persistente incitamento dei nostri sostenitori.

 

Un evidente atterramento di Sculli se punito col rigore avrebbe impresso una svolta favorevole alla partita. La dinamica della concorrenza alla palla tra i due giocatori coinvolti mi ha lasciato qualche leggero dubbio a questo proposito. Ma a parte questo e oltre a un'occasione mancata da Sculli su una respinta del portiere, il nostro attacco non ha svolto manovre irresistibili. 

 

Di conseguenza il pareggio finale va accettato con tutta tranquillità.

 

Un po' approssimativo l'arbitraggio di Giannoccaro da Lecce, con qualche ammonizione facile, di quelle che danno generosamente quando s'incontrano  squadre di bassa classifica.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 

 







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