Il girone di andata del Genoa, secondo i writers
Data: 24/01/2008 13.22
Argomento: l'opinione


Ecco i writers che hanno proposto  la loro valutazione  sul girone di andata del GENOA: Groucho 1955, pulce54, caocci, Zona, CIVI59, bellastelassa, Abbadie56, Franci, Nemesis, francescomortola, voce sommessa.

 



Allora comincio io.
Premessa: tutto quello che ora scrivo sono parole da semplice tifoso, in quanto non ho certo né le qualità né le capacità di un tecnico.
Dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni ed in particolare a partire da tre anni fa, mai mi sarei immaginato, a gennaio 2008, di trovare il Genoa nella parte sinistra della classifica di serie A e con un cospicuo vantaggio di punti rispetto alle squadre coinvolte nella lotta per la retrocessione.
Quindi se all’inizio del campionato mi avessero proposto di firmare un documento in cui si diceva che il Grifone terminava il girone di andata con 25 punti nel carniere, avrei firmato senz’altro pensando, forse, che quel numero era un po’…. ottimistico.
A parte lo “scotto” iniziale tutto sommato, a parte qualche eccezione, veder giocare il Genoa ha sempre significato vedere giocare al calcio e noto, comunque, con piacere che qualche volta si è badato più al sodo e, nonostante tutto, è meglio fare dei punti anche non giocando al massimo piuttosto che fare ottime prestazioni e non raccogliere niente.
C’è stato anche il periodo di “flessione” con prestazioni non esaltanti e senza la raccolta di punti. Forse è stata la prima volta (dopo tanti anni) che una serie di risultati negativi non ha portato all’allontanamento dell’allenatore, con buona pace di tutti, stampa compresa.
Il nostro allenatore (lunga vita a Gasperini) ha le sue idee e percorre il suo fine senza guardare in faccia nessuno. Qualche volta, però, dà l’impressione di essere troppo …. talebano e, solo davanti a stati di necessità (vedi sabato scorso sullo 0-1 contro l’Atalanta) “abiura” un po’ il suo credo calcistico.
Mi sembra di ricordare (se mi sbaglio chiedo venia) che un po’ di tempo fa Abbadie abbia evidenziato che il Genoa non gioca tanto con un 3-4-3 quanto piuttosto con un 2-7-1 o qualcosa di simile. Il buon Borriello sembra, come si dice da queste parti, un “can da botte”, ma non solo perché si è rivelato anche un ottimo realizzatore. Proprio su questo giocatore, al momento dell’acquisto, si erano levate voci un po’ perplesse che, col passare del tempo, sono svanite.
Spesso si parla di giocatori che sono passati da queste parti e che non hanno lasciato il segno, mentre in altre squadre si sono fatti valere (vedi, esempio recentissimo, Floccari). Beh, allora diamo il merito alla dirigenza ed all’allenatore che hanno creduto fin dall’inizio su questo giocatore, fino a quel momento più famoso per la fidanzata che ha piuttosto che per le prestazioni sul campo.
L’ho fatta un po’ troppo lunga, e me ne scuso. Sintetizzando al massimo: un campionato che, personalmente, non mi aspettavo. Mi auguro che il girone di ritorno sia foriero di risultati simili a quello di andata, per poterci levare al più presto il pensiero della salvezza e poter giocare le ultime partite in tranquillità, anche se, spesso e volentieri, la parola “tranquillità” è difficile da trovare nel vocabolario del tifoso genoano.
Groucho 1955

Anche io sono felice del cammino del nostro mitico.abbiamo avuto il solito calo in novembre e dicembre.anche l'anno scorso è successo..sappiamo tutti come è finita.il nostro allenatore è davvero testardo,ma i fatti gli danno ragione.ha il potere di cambiare modulo e posizioni durante la partita e mandare in confusione gli avversari.essere dalla parte buona al girone di ritorno per me è il massimo.non vorrei dire la mia solita cavolata,ma questo campionato(da neo promossa),mi ricorda quello dell'osvaldo...poche parole dette col cuore(vedi ultima intervista del gasp),e molti fatti..
Speriamo di continuare su questa strada.il mio obbiettivo è la salvezza almeno a 3 giornate dalla fine. per non andare allo stadio imbottite di micoren e laxotan.e,cosa importante,ricordiamo tutti che abbiamo una SOCIETA',con un presidente che pensa molto al futuro. aspetto con ansia i nuovi arrivati,sperando che facciano bene.
Per finire....sono felice.vedremo un bel campionato....cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno(cosa per noi difficile).buona giornata.
pulce54

Anche io sono felicissima per il campionato che sta disputando il nostro amato Grifone, al di là di ogni più rosea aspettativa. Per quanto riguarda Gasperini, ho per lui tantissima stima, non fosse altro per il fatto che non cede agli umori della piazza (sappiamo benissimo che la maggior parte dei tifosi rossoblù nutrono la convinzione di poter allenare la nazionale), il nostro mister va avanti per la sua strada e fino ad ora i risultati gli hanno dato ragione; comunque sia, eventualmente, la faccia ce la mette lui. Abbiamo, finalmente, una signora società, alla faccia dei pennivendoli che da due giorni inseriscono trafiletti che solo loro sanno dove possono portare (plusvalenze di Capello (?), Capozucca e Moggi (?)).
Il nostro obiettivo resta comunque la salvezza, preferibilmente acquisita prima del 90° minuto di Atalanta/Genoa, non fosse altro che per scoprire che effetto fa guardare una partita senza patemi. Se qualcosa verrà in più, sarà ben accetto, ma salvarsi con dignità sarà già un traguardo prestigioso in quanto squadra neopromossa.
Un'ultima cosa che non c'azzecca niente ma che mi sento di scrivere. Ringrazio il giorno in cui si é rotto il server di un altro sito facendomi conoscere Genoadomani dove ho trovato, giuro, una "schiera" di amici, un sito dove si può discutere di tutto e di più senza mai trascendere, pertanto, grazie Genoadomani e grazie anche a chi lo ha inventato.
Bene, il lavoro mi chiama, prima però voglio chiedere una cosa ai miei compagni di gradinata CIVI59, Pocci, Groucho55, Max64: avevo ragione a dire che quelli seduti dietro voi l'altra sera sono dei "rompi@@@@@"?
caocci

Dopo eoni riesco a mettere le mani con un po' di tranquillità su un computer, e posso finalmente tornare nelle accoglienti pagine di genoadomani.
Inizio intanto scusandomi ancora per il bidone della vigilia che ho tirato alla cena di Novembre, spero vi siate divertiti tutti alla facciazza mia.
In secondo luogo accolgo volentieri l'invito dell'avvocato a fare il punto sull'andata. Al di la delle indicazioni tecniche, in cui ahimè chiunque mi è maestro, mi premeva sottolineare due cose.
La prima:leggo in giro che il Genoa sarebbe sesto in classifica non grazie a Gasperini ma nonostante Gasperini, il quale, se volesse disporre gli uomini che ha in modo più lineare, potrebbe ambire a treaguardi più ampi che la mera salvezza. Io dissento in modo netto da questa affermazione (che - giuro - ho trovato espressa in termini anche pacati e convincenti). Dissento non tanto perché io la pensi diversamente, ma soprattutto perché i datori di lavoro di Gasperini hanno invece piena fiducia sul suo operato. Non riesco a credere infatti che le pecche, le mancanze che ad alcuni paiono tanto evidenti siano sfuggite a persone che fanno del conoscere il calcio la propria professione. Questo non è né una genuflessione completa all'Ipse dixit né ovviamente un mandato di infallibilità al Gaspe. Le sue scelte possono essere criticate, e lui stesso un po' di cappelle le ha fatte (e le ha anche ammesse, checchè se ne dica). In definitiva, se Preziosi e Pastorello evidentemente non concordano, significa che la teoria del Gasperini "peso" per il Genoa è lecita (naturalmente, quando degnamente esposta) ma non condivisibile. Salvo pensare di avere in cima all'organigramma societario del Genoa degli incompetenti, e non mi sembra questo il caso.
La seconda: altra teoria che leggo è che Pastorello e Gasperini facciano il mercato pro domo loro, con un Preziosi distante circuìto dai due. L'esempio che avvalora questa tesi è quello del Papa, pagato 4,5mln di euro tramite il figlio del Pasto ma visto in campionato languire fra panca e tribuna. Questa a me pare proprio una sonora puttanata. In primo luogo perché i 4,5mln per il Papa sono comprensivi anche del cartellino di Aurelio (mi pare), valutato a sua volta 2mln di euro, e qui non proseguo con le valutazioni..
In secondo luogo perchè volere creare una contrapposizione fra un Preziosi buono e un Pastorello cattivo è una visione puerile. Preziosi il giorno che vuole cambiare vicepresidente prende Pastorello e lo spedisce a Lugano. Se non lo fa è perchè evidentemente riconosce della qualità all'uomo, e di certo non quella di borseggiatore. Salvo pensare che Preziosi sia un ingenuo. E, benchè in passato abbia commesso delle ingenuità, non mi pare neanche questo il caso.
Forza Genoa.
Zona

Termine girone d’andata: 25 punti, sesto posto in (cattiva) coabitazione, a +8 dalla zona calda e a -9 dal sogno J….
Direi che i “numeri”, tanto cari all’indimenticabile prof, parlino chiaro…
Voglio invece esprimermi su dettagli di come si è giunti a questi 25 punti e su tutto quello che, personalmente, “gira” attorno.
Voglio partire innanzi tutto dall’obiettivo che tutti, sia a livello dirigenziale che tecnico e tifosi, abbiamo bene in mente e cioè la salvezza, magari con un paio di giornate d’anticipo, per evitare grossi esborsi in farmacia per micoren e lexotan vari.
Direi che prima raccogliamo 15-16 punti e meglio è, anche per evitare di essere trascinati in quelle combinazioni  di risultati “strani” che, a due-tre partite dalla fine, tornano ricorrenti come il 740.
Il livello di calcio è stato buono, anche nel periodo “nero”, pur avendo raccolto pochi punti, ce la siamo giocata con tutti; nessuno ci ha messo sotto (anomala giornata col Siena a parte); direi anche che a livello arbitrale, anzi no, dico a livello di fortuna, le cose sembrano equilibrarsi a metà percorso.
Parlo di fortuna perché voglio pensare che non esista un complotto ai nostri danni e che i rigori non assegnati a Reggio, a Empoli siano frutto di sviste, come considero sviste o interpretazioni il rigore di Roma od il gol annullato a Floccari sabato..
Certo, da tifoso, mi piacerebbe un nuovo elemento a centrocampo (NON UN ESTERNO!!) che avesse la capacità di far “girare” il gioco da una parte all’altra del campo con più velocità; anche sabato mi è sembrato che dalla nostra trequarti non si sapesse cosa fare della palla e allora usciva il lancio lungo che, 99 su 100, è preda della difesa avversaria… boh! Vedremo…. Comunque la squadra va benissimo anche così e poi ci sono da scoprire i “nuovi” che potrebbero portare qualcosa di nuovo.
Al Mister chiedo effettivamente di essere un poco meno “talebano”J e di farmi vedere Lucho e Marco un po’ più assieme, ma sono desideri da tifoso J.
Il girone di ritorno ci farà salutare Coppola e Di Vaio, a loro auguro le migliori fortune e come uomini, devo dire, che si sono fatti apprezzare per il loro comportamento professionale e con dichiarazioni mai sopra le righe; sicuramente Marco, pur essendo nella fase discendente della sua carriera, fatto giocare più vicino alla porta e non costretto a rincorrere, avrebbe dato altri risultati.
Per quanto riguarda Manuel, credo che l’infortunio abbia influito sul suo poco utilizzo e quindi la sua collocazione in altra società.
Vi dico che, in cuor mio, sono fiducioso, ma da buon genoano vi dico:
Se crediamo di essere arrivati, non siamo neanche partiti.
FORZA GENOA
CIVI59

25 punti non sono uno scherzo!
Onestamente, dopo la prima di campionato, per quanto potesse essere ovvia una sconfitta, vista la prestazione della squadra, dove la tanta buona volontà andava dolorosamente a cozzare contro la forza tecnica devastante rossonera, non avrei scommesso un euro sulla possibilità di un girone d'andata da concludersi dalla parte sinistra della classifica!
A settembre già pensavo a...gennaio....affinché il mercato cosiddetto "riparatore", conoscendo il carattere del Nostro Presidente, potesse portarci quelle risorse necessarie per una risalita dalle zone limacciose nelle quali paventavo ci saremmo dibattuti.
Ed invece no....
Guardo la classifica ed.....ingrasso di "piacere"! Guardo chi ho davanti e....leggo nomi altisonanti quasi a portata di mano ed a 9 punti la Champions Ligue! Guardo chi ho dietro e.....vedo moltitudini di compagini, qualcuna veramente inaspettatamente là in fondo (Torino su tutte...)! Guardo chi sta con Noi e noto una squadra in fase calante di risultati, mentre per l'altra....la fase "c" non ha mai mollato di un centimetro (ma....come quando si afferma che "non può piovere per sempre"....per loro non può sempre esserci il sole! Il tempo cambierà.....ooooh se cambierà!! ;-) )!
Una cosa, però, ancora mi dispiace.....vedere quei genoani (sì, con la "g" minuscola) sempre ipercritici nei confronti di questo o quel giocatore, oppure contro le scelte del Nostro Mister! Sono di solito sempre gli stessi....entrano allo stadio solo per criticare, difficilmente per sostenere....poi magari ti abbracciano ad un gol come se avessero anche loro contribuito con le loro maledizioni al raggiungimento della meta! A branco d'ipocriti.....STATEVENE A CASA....E STACCATE PURE IL TELEFONO (sì, perchè per me sono gli stessi che chiamano pure certe televisioni private ed indegnamente si presentano come "Genoani" e...criticano l'operato o della società o della squadra!)!
Con questo non voglio essere considerato come "sostenitore a prescindere" dell'operato di chiunque, dal presidente al magazziniere, porti il nome del Genoa sulle spalle, è giusto chiedere....addentrarsi nei "perchè", ma senza però rompere eccessivamente i c------i sul perché gioca questo invece di quello!
Concludendo....sono sorprendentemente felice per "dove" siamo, fiducioso nella programmazione della società, eternamente grato al Nostro Enrico per come sagacemente sta traghettandoci verso orizzonti che fino a 2 anni fà erano presenti soltanto nelle più fervide fantasie di Noi poveri "ingrifati"! Continuiamo, quindi, a guardare avanti, perché oggi è meglio di ieri ed il domani.....non diciamolo....sognamolo!! ;-)
bellastelassa

Considerazioni da tifoso, ovviamente.

 Il Genoa ha tradizioni inglesi. Quando ho cominciato ad andarlo a vedere, agli inizi degli anni’50, Garburt, che aveva  iniziato ad allenare il Genoa nel 1912, aveva lasciato Genova da pochi anni.
A ripensarci adesso, trovo evidentemente ovvio che ai tifosi genoani piacesse, a quei tempi, un Genoa arrembante, dal gioco veloce  e aggressivo, sempre all’attacco. Era il gioco di Garbutt, (rimasto al Genoa per una vita, anche se non consecutivamente) e non poteva che essere all’inglese.
Questi gusti calcistici credo si siano tramandati, magari inconsciamente, fino ad oggi. Anche oggi infatti, un Genoa arrembente piace e infiamma il Ferraris.
 
Gioco veloce e aggressivo, non significa però necessariamente, mancanza di doti tecniche.  Si possono coniugare le due cose benissimo, ricordando che il gioco veloce si può ottenere anche e soprattutto con giocatori tecnici capaci di far correre la palla. Ed è quello che credo/spero stia cercando di fare la Società con Gasperini.
Nessun giocatore può correre veloce come il pallone, diceva il grande Didi, geniale centrocampista del grande Brasile di Pelè, che sul campo quasi passeggiava, ma il pallone lo metteva dove voleva.
 
Gasperini ha attirato la  mia attenzione da subito, perché ha impostato il gioco del Genoa con difensori capaci di giocare la palla. Cosa che ho sempre visto fare alle grandi squadre.
Il Brasile, in particolare, ha sempre avuto dei difensori con tecnica individuale e visione di gioco che in Italia era tipica dei centrocampisti.
Le fondamenta del gioco del Genoa dunque per me sono valide. Si tratta adesso di costruire il resto del caseggiato.
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Ho cominciato parlando dell’allenatore, perché credo che per arrivare ad avere una grande squadra, la prima scelta che la Società deve fare è appunto quella dell’allenatore.
Ogni allenatore ha un proprio modo di intendere il calcio, e se si cambia sempre l’allenatore a caso, spinti dalla necessità e dall’urgenza, si cambia di conseguenza sempre modo di giocare e non si arriva mai a niente.
Una volta scelto, invece, un allenatore e un tipo di gioco, sarebbe bene mantenerlo nel tempo, per crearsi una identità –che il Genoa dei “tempi d’oro” aveva- scegliendo in futuro sempre allenatori capaci di praticare quel tipo di gioco, sia pure aggiornato con le innovazioni legate ai tempi correnti.
Personalmente vedo l'allenatore, non come figura a se, ma come parte di una strategia societaria.
 
Squadre come il Real Madrid, il Barcellona o il Milan, che vedo giocare da 50 anni, hanno sempre avuto un modo di giocare basato sulla tecnica.
Modo che non è mai cambiato in tutti questi anni. Perché hanno sempre scelto allenatori di un certo tipo.
Le squadre sudamericane, addirittura, negli anni ‘30/’40, non avevano nemmeno accolto l’innovazione del “Sistema” rispetto al “Metodo”, perché ritenevano il “Sistema”  -che dava risalto all’aspetto fisico- non adatto al gioco tecnico da loro praticato. E così lo hanno rifiutato, pur di rimanere fedeli alla loro identità, fatta di tecnica e creatività.
 
Quando lo scorso anno il Real ha scelto Capello, un allenatore vincente, ma che non cerca di vincere col bel gioco come piace alla tradizione madrilena, lo hanno subito cambiato, nonostante avesse vinto lo scudetto!
Questo la dice lunga su cosa voglia dire avere una identità di gioco. Il Real Madrid è squadra leggendaria soprattutto perché ha una precisa identità.
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Il Genoa adesso, dopo 50 anni, sta finalmente cercando non solo di salvarsi dalla retrocessione, ma di darsi anche una identità di gioco.
Il mio parere è che sia sulla buona strada. La Società è sempre in movimento per cercare i giocatori adatti alla crescita della squadra, ma nello stesso tempo non perde d’occhio i risultati.
Sappiamo bene che il risultato in Italia conta più del bel gioco.
Ma sappiamo anche che  ottenere i risultati per colpi di mano, senza un’adeguata identità di gioco e senza una Società alle spalle della squadra, come è avvenuto dal dopoguerra ad oggi, non porta da nessuna parte.
 
Per questi motivi trovo incomprensibile il fatto che Gasperini venga accusato dalla stampa e da un certo numero di tifosi, di voler insistere in un certo modo di giocare.
Queste critiche, secondo il mio modesto parere, vorrebbero trasformare in difetto quello che ai miei occhi è invece il maggior pregio di Gasperini. Pregio che consiste nell’avere personalità e nel cercare di trasferirla ai giocatori e al gioco del Genoa.
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Credo che il Genoa, per la prima volta dopo molti decenni, abbia oggi una Società alle spalle. E che questa Società stia lavorando nell’unico modo possibile per sperare di durare nel tempo su buoni livelli, e cioè col lavoro di gruppo.
Immagino che il presidente e i suoi collaboratori, allenatore compreso, abbiano tracciato un piano di lavoro e che adesso cerchino di realizzarlo, senza  farsi influenzare dagli umori della piazza.
Non posso essere certo che sia così, ma lo credo. Sperando di non sbagliarmi.
 
In questa ottica, chiedere all’allenatore di cambiare modo di giocare è come chiedere a un impresario edile che ha costruito mezzo caseggiato di buttarlo giù per farlo in modo diverso.
Ho visto per 60 anni il Genoa incominciare a costruire per poi buttare tutto giù a metà strada  per ricominciare daccapo.
Confesso che per una volta vorrei veder finire questo benedetto caseggiato.
 
Non è possibile, quindi, sempre secondo il mio modesto parere, cambiare radicalmente gioco per adattare la squadra a questo o a quel giocatore. Nemmeno se ha il nome di un campione come Figueroa, che io vorrei veder giocare sempre.
Ma senza dover buttar giù il caseggiato finora costruito. Perché rischieremmo di avere Figueroa in campo e non avere più la squadra.
 
Questa polemica messa in piedi dai media locali, mi sembra pertanto fuori luogo. Lascerei alla Società e all’allenatore il compito di studiare l’inserimento di questo fuoriclasse nel modo migliore possibile, senza che l’equilibrio tattico –che è la cosa più importante- assimilato dalla squadra ne abbia a risentire negativamente.
Non guarderei, insomma, solo al presente immediato, ma rifletterei sul fatto che c’è un piano di lavoro già tracciato, non da Gasperini ma dalla Società, e ricominciare tutto dall’inizio, cambiando radicalmente gioco, significherebbe fare un salto nel buio.
Oltre che dover cambiare tutti i giocatori non adatti al nuovo modulo, con gravi perdite economiche.
Cosa che potrebbe forse avere un senso se non ci fossero i risultati, ma che a me sembra improponibile con 25 punti in classifica dopo 19 partite.
Abbadie56

Ci troviamo, più o meno, nella posizione che mi aspettavo (ed auguravo), considerato che certamente il Milan sarà davanti dopo i recuperi e che un paio di formazioni (Lazio e Torino che reputavo - la Lazio ancora, il Torino un po' meno - all'incirca a nostro livello) sono attardate.
Il dato positivo è certamente il livello del gioco mostrato in più occasioni; quello negativo il saldo reti segnate/subite che potrebbe introdurre una stimolante discussione: se le reti al passivo potrebbero confermare l'indole di squadra che si dispone con assetto spregiudicato, perché non corrisponde adeguata risposta sotto il profilo realizzativo, considerato che Borriello si è dimostrato uno degli attaccanti più affidabili dell'intero campionato? Ancora, sempre in tema: cosa sta a significare che un solo uomo abbia realizzato circa il 50% delle segnature totali di una squadra che - torniamo a bomba - viene indicata come "votata all'attacco"? D'altronde, come replicare all'osservazione che tale disposizione in campo favorirebbe le segnature avversarie quando buona parte di queste sono scaturite dalla famose "palle inattive" in cui il modulo c'entra come quelli là col calcio?
Rivista per televisione, con calma e senza ansia, la partita di sabato sera, non mi siamo sembrati così sfacciatamente  fortunati come poteva apparire al momento, nel senso che, fermi restando i pali colpiti, noi le nostre belle occasioni le abbiamo avute: loro prendevano i pali, noi...Coppola.
L'unica differenza, il gol. Di due colpi di testa praticamente simili, gli Dèi del calcio - che evidentemente non sono insensibili a certe sfumature - hanno spinto uno in rete, l'altro sul palo...
Franci

Aderisco volentieri all'invito di Mario per esternare il mio punto di vista.
La partita doppia dei torti e dei favori si è messa una mano sulla coscienza è ha dato equilibrio al bilancio della sorte.
La novità è proprio questa, e finalmente il Genoa è diventato una squadra "normale", immune dalle faide del Palazzo e vittima dei comuni rischi del gioco del calcio.
Perfino la tremenda "zona Cesarini" non va ricordata solo per il malus (Roma e Palermo) ma anche nel bonus, perché i nostri goal con Empoli Lazio e Atalanta hanno lasciato ben poco tempo all'altrui reazione.
E' curiosa la statistica che misura le nostre poche reti segnate nel primo tempo e la mietitura della ripresa, come se il Grifone sapesse uscire alla distanza o dimostrasse capacità reattive alle offese nemiche.
Io non mi dispiaccio per questo, noto solo approcci alla gara un po' approssimativi e deconcentrati ma successive correzioni in corso d'opera.
I 25 punti li ha fatti quasi tutti Borriello, e questo è un limite, perchè un suo infortunio o una squalifica  sarebbe l'abdicazione al goal.
Sculli è bravo a farsi trovare solo davanti al portiere, ma è preciso nel non segnare, e forse a Napoli voleva tirare fuori.
Con l'Atalanta si è vista l'importanza di Leon, e anche i nuovi acquisti potrebbero sparigliare gli "imprevisti" e le "probabilità" del girone di ritorno, come a Monopoli.
Gasperini ha la forza dei 25 punti raggiunti e ruggisce in sala stampa: secondo me, ha ragione nel merito e torto nel metodo.
Ormai ha capito che Figueroa gli può risolvere le partite e lo vedremo spesso come salvatore della Patria, ma l'abiura non fa parte del suo repertorio, almeno finché è vincente.
Invece, per evitare che ogni intervista diventi uno scontro all'arma bianca, dovrà digerire il tormentone e accettare di spiegarlo ogni volta: è il gioco delle parti, e il mondo genoano non può cambiare pelle dopo 115 anni.
Offriamo una pulsione superiore che necessariamente s'intriga nei problemi.
L'alternativa sarebbe una piazza dormiente, dove però gli stimoli da encefalogramma piatto trasformerebbero un allenatore in un Travet del catasto.
Qui si va all'allenamento in 1000, e se ci danno di mollo si protesta.
Qui un passaggio sbagliato provoca malumori, un tiro alle stelle genera invettive multiple, un corner rasoterra evoca l'Inquisizione, ma siamo così sicuri che non valga la pena avere dei tifosi così "presenti"?
Non so a Crotone, ma non è stato forse un segno di stima assistere quieti a quelle 9 partite senza gioia?
E allora, la tanto vituperata coesistenza di Borriello e Figueroa, resti pure nella discrezionalità di Gasperini, ma sia di stimolo a consolidare le sue scelte, ponderandole al millesimo e legittimandole con i risultati.
Quello che gli chiedo è di non fissarsi sui fedelissimi, magari osando una genialata invece di giocare in dieci e mezzo, affinché la tragica consuetudine di Cosmi non sia accaduta invano.
Mi guardo dietro e vedo un Siena e un Parma con le stimmate della salvezza; un Livorno con punteggio immeritato e Reggina e Cagliari più di là che di qua.
Sbircio avanti e non vedo traguardi alla nostra portata, e quindi concludo che va bene così.
Il prossimo obiettivo è il Catania, a Milano si va per la cronaca e per vedere se la sorte è ancora ubriaca.
La supremazia cittadina è un falso problema, perché andrebbe misurata rispetto alle aspettative.
Il povero Genoa, che solo 24 mesi fa balbettava a S. Marino, se la spassa in condominio con i due amiconi della "carne di porco": certo, i vicini di casa non si scelgono, ma sapere di essere una presenza per loro fastidiosa, è una soddisfazione impagabile che va goduta fino all'ultima stilla.
Sullo scacchiere delle comproprietà, Preziosi giocherà l'ennesima sfida; se è impensabile acquisirle tutte, spero in qualche scelta coraggiosa: sì a Forestieri, no a Criscito per quel prezzo, sì a Bovo e ni a Borriello, per il quale vedrei bene un possibile rinnovo ancora per un anno.
A meno che... a me Gilardino non farebbe schifo.
Nemesis

A un invito di Mario non si può non rispondere.
Se non ricordo male, proprio su questo sito in tempi non sospetti avevo invitato a essere fiduciosi, perché il potenziale della squadra, vedendo gli avversari, é da settimo-ottavo posto. Avevo altresì invitato a maggior equilibrio nelle valutazioni di un giocatore piuttosto che di un altro. Ad esempio ora siamo in molti a credere in Figueroa, a settembre eravamo pochi, a giugno pochissimi. Colpa dei media e di chi prende per tutto oro colato ciò che dicono o scrivono. Pericolosi per la stabilità dell'ambiente, fattore spesso decisivo nelle fortune di una squadra di calcio. Ecco perché, anche se pare logico farlo, vi invito ad andare controcorrente su un tema assai in auge: il tormentone Figueroa- Borriello insieme o no. La mia posizione potrebbe essere considerata atipica, io vi dico che la prendo per il bene del Genoa: non parlatene. Lasciate all'allenatore la libertà di prendere le decisioni a seconda delle gare, non pressatelo perché non lo merita. Non è uno stupido, sabato sera ha visto ciò che si è visto, saprà riflettere. Perché cedere alla tentazione, come purtroppo alcuni media fanno, di dimenticare tutto il proficuo lavoro fin qui svolto con risultati eclatanti. Perché cedere alla tentazione di potersi sostituire a lui in tutto e per tutto, venendo meno a quell'equilibrio che dovrebbe essere, e se non lo é lo deve diventare, parte integrante del nostro vivere genoano. Lo dico anche a coloro che sabato sera, presi dalla voglia di non soffrire più, hanno cercato di fare gli allenatori dagli spalti. Assolutamente comprensibile. L'importante é non contribuire poi, con il solito mugugno strisciante, a solleticare le voglie maligne di certi colleghi che conosciamo bene. Ricordate: possiamo essere davvero l'arma in più per la società e la squadra, ma possiamo anche diventare pericolosi in senso negativo, se offriamo su un piatto d'argento ai media il pretesto per distruggere. E sapete quali sono i media di cui parlo, più propensi a chiudere un occhio o tutti e due dall'altra parte mentre a noi non si risparmiano le virgole. E' così triste rinunciare a una sana dialettica su un tema che alletta, eccome, il palato calcistico, per colpa di chi è sempre in cerca di un caso contro di noi. Ma e' un sacrificio necessario a cui mi adeguo volentieri e spero venga recepito da molti fratelli rossoblù. La priorità è proteggere l'ambiente e andare avanti con fiducia.
francescomortola

Ottima idea questa di confrontare i diversi giudizi che al giro di boa vengono dati sul campionato del Genoa.
Il mio provo a metterlo insieme senza aver letto quelli di chi mi ha preceduto, cosa che farò subito dopo con attenzione.
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La prima riflessione mi riporta ad agosto e alla forsennata campagna di denigrazione di Pastorello e Gasperini, accusati di ogni nequizia: fin da subito l’ambiente è stato pervaso da veleni che hanno anche condizionato le ultime fasi del mercato e reso a rischio partite come la trasferta di Catania o il derby, affrontate in un clima da ultima spiaggia.
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Con questo piombo nell’ala il Grifone ha però provato a volare, e tra la sorpresa e la delusione di molti c’è perfino riuscito.
Ora è interessante provare a capire come ha fatto.
Merito di una rosa “stratosferica”? Evidentemente no.
Merito della fortuna? Ancora no, nell’arco dei 19 incontri la bilancia del caso non pende certo da quella parte.
Si può dire, credo, che i 25 punti in classifica rappresentano abbastanza bene quello che la squadra ha espresso sul campo, ma spiegare come è arrivato questo risultato richiede un discorso articolato.
Provo a svilupparlo prendendo come riferimento un documento singolare, apparso su internet il 30 novembre, il cui autore è uno degli alfieri del cosiddetto “Popolo di Cesena”, quel movimento di opinione che a marzo del 2007 dopo la rocambolesca sconfitta crocifisse Gasperini e decretò che quel Genoa non sarebbe andato da nessuna parte; coerentemente propone oggi opinioni abbastanza diffuse nell’ambiente, in grado di condizionare stati d’animo e comportamenti.
Dal documento, che si intitolava “Varie sulla squadra”, si ricavano perciò spunti significativi per una valutazione complessiva: le citazioni sono nell’ordine originale.
 
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Premessa: il 30 novembre il Genoa giocata la tredicesima giornata aveva 14 punti, che proiettati ad oggi ne valevano 20-21, dopo aver incontrato Milan, Udinese, Fiorentina Palermo e Roma in casa, Juve e Inter fuori: 7 incontri su 13 con squadre sicuramente meglio attrezzate e nel complesso avendo ottenuto forse cinque punti in meno del merito (Catania, Palermo, Roma) e forse due punti in più (Napoli).
In sostanza al 30 novembre quello che si era visto giustificava un risultato, e quindi un giudizio, allineato a quello di oggi.
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“…Tano ormai viene mandato in tribuna, Bovo é centrale, Bega con la Roma l'ho visto perfino iniziare a sinistra... LA DIFESA E' UN CASINO.”
 
Questo della difesa è un argomento interessante, e la condanna senza appello chiama in causa Gasperini.
I fatti dicono questo: sia al 30 novembre sia oggi circa il 40% dei gol subiti hanno avuto origine da palla inattiva, quindi a difesa schierata. Naturalmente non so (chi lo sa?) se questa è una percentuale patologica, ma è difficilmente imputabile al tecnico: comunque coinvolge almeno 7-8 giocatori e non solo i tre centrali.
Come schierarsi correttamente in fase difensiva su punizioni, corner, rimesse laterali dovrebbe essere noto a tutti fin dalle giovanili: se questo è stato un punto debole della difesa la causa sembra più attribuibile in parte a episodi sfavorevoli e in parte ai centimetri disponibili sulle palle alte.
Ma la difesa NON E’ UN CASINO, questo è certificato da un altro fatto: tolti i due di Reggio, dei quali non so nulla, fra i restanti 16 a novembre e 23 ad oggi quelli presi in contropiede sono ZERO (posto che il primo del Siena sia dovuto a un errore banale di Rossi). Questo la dice lunga su come la difesa è messa in campo e su quanto sia pretestuosa la discussione sui nomi.
La conclusione è che nonostante le palle inattive fin qui la difesa è stata determinante per far uscire quasi sempre il Genoa dal campo a testa alta, con una continuità di prestazioni di tutta la squadra che interessa soprattutto per il suo valore predittivo.
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“Le tre vittorie consecutive hanno fatto bene alla classifica, ma anche male perché hanno convinto Gasperini che in serie A si possa giocare con dei robottini che corrono svolgendo un programma preimpostato dal tecnico. L'unico giocatore di PERSONALITA' del nostro centrocampo, capace di dare un gioco vero a questa squadra, non trova spazio se siamo a ranghi completi. Viene usato ormai come pezza se ci sono squalificati o infortunati. Al centrocampo con Milanetto viene preferito quello con… Non dubito però del fatto che col Torino gli verrà preferito un altro pupillo del mister, l'intoccabile Konko. Anche Konko é un giocatore che svolge il suo compitino, quello affidato dal mister, e per questo viene apprezzato pienamente.”
 
I “robottini” hanno macinato chilometri e giocato la palla, come lo abbiano fatto lo dicono sia la classifica sia la loro aggiornata quotazione di mercato.
Il valore più grande di questi 25 punti (come dei 14 a novembre) sta proprio nell’età media di quelli che li hanno fatti, vera garanzia per il futuro: per la prima volta da tempo immemorabile il Genoa ha un patrimonio di giocatori giovani che stanno crescendo giocando bene e facendo risultati; da questo punto di vista le battaglie di retroguardia sui “grandi vecchi” e le insinuazioni sui “pupilli” che senso hanno?
La conclusione è che proprio la gestione della rosa, anche con lo scopo di avere riscontri concreti per le successive scelte di mercato, è stata uno dei principali fattori del successo fin qui registrato.
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“Si dice che a centrocampo manca la FISICITA’, io penso che con  la PERSONALITA’ si possa sopperire a qualche chilo o centimetro in meno. Ma a Gasperini la personalità nei giocatori piace?”
 
La domanda suggerisce la risposta: “No.”
Una scelta ideologica sarebbe dunque la ragione di quella che fin qui è stata la lacuna principale della squadra: un centrocampo un po’ arrancante fra la non sempre soddisfacente fluidità della manovra e una certa difficoltà di interdizione.
Le conseguenze sono state sostanzialmente il maggior sacrificio richiesto agli esterni d’attacco, una certa “solitudine” di Borriello (però consolata da 11 centri), il mancato innesco di Papa Waigo e le difficoltà non superate di Di Vaio.
Fosse così la conclusione sarebbe disperante: se quella squadra raffazzonata messa su in agosto fosse gestita in modo appropriato (Konko in tribuna e roba del genere?) oggi avrebbe chissà quanti punti in più.
La conclusione che propongo è un po’ diversa: l’impatto con la serie A è stato più duro del previsto per i centrocampisti; la risposta tecnica è stata quella di coprire nel modo più efficace ed efficiente gli spazi in modo da contenere gli avversari dando un minimo di respiro ai centrocampisti in fase di costruzione. Da qui l’invenzione (per me geniale) della coppia di fascia bassa Rossi-Konko sulla destra e l’impiego oscuro ma determinante di Sculli sulla sinistra. Poi i trentenni in seconda fila rispetto ai ventenni è una strategia buona o cattiva in rapporto ai suoi costi/benefici: se nel Genoa sta pagando spetta dirlo alla società piuttosto che al Popolo di Cesena, che peraltro ha già pesantemente toppato in passato, cosa che oggi fa bene sperare.
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“I grossi problemi del tridente del Genoa vengono mimetizzati da un Borriello tutto polmoni e qualità, che gioca su tutto il fronte dell'attacco non sprecando un pallone e portandosi via inutilmente almeno due o tre avversari. La definizione che meglio lo descrive é la più recente: "colui che fa reparto da solo". Definizione che rende merito al giocatore, ma inevitabilmente squalifica il lavoro del tecnico… Questa situazione nel tifoso comune farebbe propendere per il 3-5-2, con due punte davanti e un Milanetto ben coperto a centrocampo.”


Questo discorso farebbe solo ritornare su argomenti già trattati se non introducesse secca secca la domanda: “Un assetto diverso di gioco darebbe migliori risultati?”
Messa così la questione risulta piuttosto subdola. Più onestamente va tradotta: “Con un altro allenatore questo Genoa andrebbe in Uefa o in Champion’s?”
Le suole delle scarpe che ho consumato su e giù per le scale del Ferraris mi suggeriscono con forza lo scongiuro “Vade retro Satana!”: troppe volte abbiamo assistito a questo film horror, messo su di volta in volta da giornalisti e/o capipopolo con risultati devastanti.
E qui potrei concludere, ma non voglio sottrarmi al tormentone Figueroa.
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Figueroa: la gestione del suo recupero ha caratterizzato questo girone d’andata, suscitando discussioni e polemiche fino alla disarmante intervista dell’interessato, che ha confermato di non avere ancora la “fisicità” e la tenuta necessarie. I passi avanti verso un esito favorevole e i risultati nel frattempo da lui ottenuti sul campo e nello spogliatoio dovrebbero dare la misura della professionalità che circola oggi nel Genoa.
Invece…
Invece sabato alla fine della partita, vicino a me, alcuni affezionati sostenitori del Grifone colti da sturbo incoercibile hanno dato vita a una scena madre fatta di urla scomposte e gesti di esecrazione. Non avendo osservato nulla di notevole mi sono concentrato sui contenuti della performance, per constatare stupefatto che causa e bersaglio della loro parossistica ira era il mister, reo di non aver impiegato Figueroa dall'inizio dell'incontro e forse dall'inizio del torneo.
Riflettendo sulla evidente buona fede dei “manifestanti” sono arrivato a concludere che ancora una volta si è dimostrato che aveva ragione Talleyrand: "Calunniate, calunniate, qualcosa comunque resterà...".
Non c'è dubbio che fra di noi più d’uno ricorda benissimo questa lezione.
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Infine un ringraziamento a Genoadomani per l’idea e per l’ospitalità.
Questo è un sito libero, regolato solo dalla buone educazione e dalla Genoanità: come tale, qualunque cosa vi si scriva, può solo essere di aiuto al Genoa, al nostro Genoa.
voce sommessa

 







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