Il dopo Derby
Data: 20/02/2008 10.47
Argomento: dalla redazione


 

Un passetto alla volta, per crescere sempre di più e diventare una grande squadra.

 

 



Quasi sempre un derby perso lascia strascichi velenosi.

Non mi pare sia questo il caso, ieri al Signorini grandi applausi, non di circostanza.

Di più, mano a mano che le diverse situazioni della gara sono rivisitate, risultano più evidenti diverse circostanze, più d’una, che mettono sotto una luce un po’ diversa quella che, comunque, da subito era stata giudicata una vittoria meritata , ma striminzita, frutto della severità arbitrale, della loro maggiore esperienza e “cattiveria” di gioco e, perché negarlo, di una giocata straordinaria (anche se per liberarsi ed entrare solo in area si è aiutato non poco con le due mani spingendo credo Bovo o Konko) di un giocatore che a volte si ricorda anche d’essere un campione.

Personalmente, partito dalla convinzione che sia importante, se e quando sfortunatamente capita, saper perdere con dignità, devo confessare che nei miei commenti post partita ho forse anche un po’ accentuato i meriti della squadra avversaria e dell’arbitro e questo, non da tutti è stato apprezzato più di tanto.

In effetti, ad esempio, fermo restando che nel calcio ci sta, non proprio tutte le decisioni arbitrali ci hanno favorito e dirlo, in questo caso non mi parrebbe, ora, proprio un “arrampicarsi sugli specchi per giustificare come si suole dire un’ amara sconfitta (qualcuno ne conosce di dolci?).

A fronte di un rigore molto dubbio su Maggio (ma non era anche partito in fuori gioco?) la severità con cui è stato, probabilmente anche giustamente, ammonito due volte Danilo e fischiato il fallo a Juric che si stava involando verso la porta doriana è parsa attenuarsi abbastanza nel non vedere un rigore, ora unanimemente definito solare, su Borriello, nel non punire il fallaccio di Del Vecchio su Criscito oppure all'inizio nel limitarsi ad  un "buffetto" per il plateale ed inopportuno dare in escandescenza di Cassano.

Lo stesso gol decisivo, che pure è nato da una bell’azione, è stato realizzato in modo abbastanza casuale, se non proprio di fondo schiena, quasi.

Alla luce di ciò, dubito che questa vittoria passerà alla storia delle imprese sportive, anche se alla fine quello che conta sono i tre punti rispettivamente presi e persi.

Devo dire, poi, che nella vita sarebbe importante anche saper vincere, ma, probabilmente, per qualcuno questi sono “dettagli”, magari anche trascurabili, considerato come su questo versante non mi è parso di scorgere eccessive preoccupazioni, anzi.

Peraltro, non essendo il Presidente né della Repubblica né di Confindustria tengo per me, ed eventualmente per quei pochi “intimi” cui possono interessare, queste mie modestissime valutazioni e considerazioni su eleganza e fair play, magari solo rammaricato, francamente non poco, che una simpatica  iniziativa, pensata e vissuta non contro qualcuno, ma per dimostrare come tifosi passione ed amore verso la propria squadra del cuore, ed anche a scopo benefico, sia stata tanto superficialmente irrisa dallo stesso sito ufficiale dei “vincitori” che, evidentemente, non sono stati capaci a fare di meglio.

Saranno anche cose che fanno parte degli inevitabili sfottò, ma nel caso specifico difficile non giudicarli come abbastanza sconfortanti.

Se poi, tanto per fare buon peso, aggiungiamo l’insulto razzista di Campagnaro (auguriamoci che, ora, almeno arrivino le sacrosante scuse) e l’aggressività fisica mostrata in campo (vedi come detto l’intervento di Del Vecchio) e quella verbale del loro allenatore si ha un quadro della situazione che mette in luce come, a tratti, si sia andati ben oltre la sacrosante ed acerrima rivalità sportiva sino ad arrivare alla “rancorosità”, una "bile" davvero non troppo dissimile da quella del tutto fuori luogo già sperimentata in occasione delle partite (speriamo mai più) con gli spezzini.

Il derby è ritornato dopo tanti anni e non ci siamo negati nulla, neppure la sgradevole “diatriba” post partita tra gli allenatori.

Al riguardo dico subito che, e non solo per il sottoscritto, sarebbe preferibile non cadere nel "giochino" del chi ha ragione (qualcuno sta anche facendo un sondaggio tra i tifosi).

So bene che come genoano non dovrei esitare un secondo a dichiarare la mia solidarietà al Gasp, ma non mi pare questo il problema.

Certe esternazioni sono infatti troppo scopertamente fatte ad “usum delfini” e cioè per compiacere i propri tifosi.

Non uso la parola mercenari per il rispetto che si merita in particolare Gasperini e per l’attaccamento che sta sempre più dimostrando nei confronti del progetto Genoa.

L’altro francamente bazzicherà anche da più anni in serie A, ma ha già cambiato diverse società e, quindi, figuriamoci come si senta "così tanto" legato ai suoi colori attuali, forse un po’ di più al suo ingaggio.

Ed in ultima analisi credo siano, semmai, problemi loro e, last but not least, visto anche l’atteggiamento tanto teatrale tenuto del tecnico livornese (provocato da un giornalista!?) non posso non farmi tornare a mente le parole di mio padre quando mi raccontava dei politici del suo tempo (solo?) che litigavano in pubblico e poi andavano alla sera a mangiare insieme in trattoria……..

“Caro” Mazzarri ma la vada a raccontare a qualcun'altro, per favore, dai.

Ho anche avuto modo di verificare che i meno faziosi di loro (difettuccio che, purtroppo, non risparmia neppure qualcuno di noi) hanno apprezzato molto di più la partita, soprattutto il risultato, che non il “dopo”.

Conclusione il Genoa è stato sconfitto, ma non ridimensionato, anzi ha più di un argomento per recriminare il giusto.

Abbiamo fatto di più e meglio che non nel primo derby, questa volta è andata storta, ma abbiamo maturato un’esperienza che ci potrà essere anche utile nel prosieguo.

I nostri obiettivi non cambiano, i presupposti per diventare la squadra brillante ed ambiziosa che desideriamo restano intatti ed ora la prima cosa da fare è reagire con carattere, a partire dalla partita di Udine.

La mobilitazione in atto dei tifosi deve essere d’esempio alla squadra, ma spero, credo che non ce ne sarà proprio bisogno.

Alè!

Giancarlo Rabacchi







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