''Una sconfitta che fa male......anzi no!'' di Frizzi44
Data: 12/05/2008 17.52
Argomento: l'opinione


 

E’ ormai chiaro che le “feste annunciate” non ci portano bene: era successo nell’anno “horribilis” (a Piacenza e poi col Venezia) e si era ripetuto l’anno scorso a Mantova.

La controprova è che, viceversa, quello che si annunciava come uno “spareggio fratricida” col Napoli si trasformò poi in festa grande per entrambi!

 



Eppure ieri anch’io c’ero cascato con tutte le scarpe: troppo grande la voglia di cancellare quelle due macchioline che avevano sporcato un vestito tanto bello da pretendere immediatamente la lavanderia, troppo dimessa la Lazietta di quest’anno per rappresentare un ostacolo.

E poi, bisognava consacrare il Bomber e conquistare l’8° posto, quello che significava l’intertoto (per chi lo gradiva) o, per altri, la soddisfazione di rifiutarlo sdegnosamente  come, da ragazzi, si rifiutavano le avances  della compagna di banco per correre (invano) dietro alla biondina della 3° B!

Per l’occasione, c’era anche il sole a far risplendere i volti e le maglie (mamma mia quante erano quelle, bellissime, del cricket!) di chi si avviava al Tempio con un sorriso che esprimeva certezza: “E’ qui la festa!”

Invece no: il pomeriggio si sarebbe concluso con un acquazzone (non solo metaforico)!

Cos’è successo? Sfiga? Arbitri cornuti? Portieri paratutto?

No, niente di tutto questo. Semplicemente la Lazio ha giocato meglio. Nel calcio succede…tante volte non basta…ma stavolta sì!

Certo fa male, soprattutto perchè lo champagne era già in frigo e qualcuno incautamente aveva già tolto la gabbietta dal tappo!

Eppure, tornando a casa, qualche motivo di conforto sono riuscito a trovarlo; forse perché sono un inguaribile ottimista, forse perché mi sforzo sempre di essere razionale o forse, magari, perché c’è veramente del buono anche in questa giornata di delusione. Non so…fate un po’ voi!

Innanzitutto, la sconfitta di ieri ha dato una dimensione più reale dei limiti di questa squadra e quindi, paradossalmente, ne ha esaltato i meriti per il risultato raggiunto.

Non siamo dei fenomeni: squadre come il Palermo, l’Atalanta, la stessa Lazio, perfino il Torino e forse anche il Parma (per non parlare di Napoli e Udinese) hanno, nei loro componenti, più qualità di noi.

Per evitare giudizi soggettivi, basta consultare il curriculum dei giocatori.

Se un “ragnetto” come Juric è riuscito a giganteggiare in mezzo a tanti “Big Jim” è perché ha un “furore agonistico” che il suo corpicino fatica a contenere.

Se Marco Rossi riesce a correre più di una locomotiva è perché il suo cuore è l’unico organo che regge il confronto con i polmoni.

Se Milanetto, che ha più bendaggi e fasce elastiche del manichino della Gibaud, continua a insegnare calcio su tutti i campi d’Italia è perché più invecchia e più gli cresce la voglia.

E via di questo passo fino ad arrivare a Konko e Borriello che saranno anche bravi, ma che solo qui hanno trovato le condizioni e gli stimoli per diventare bravissimi!

Ma per superare il gap oggettivo con altre squadre, per baipassare i propri limiti, bisogna “andare a mille” e non sempre è umanamente possibile, non tutto l’anno, non a fine stagione.

Il nostro piccolo (o grande) miracolo è di esserci riusciti per quasi tutto il campionato con tanto lavoro, impegno, serietà, applicazione, determinazione, sacrificio, intelligenza, spirito di gruppo…

Tutte cose di cui bisogna rendere merito a questi ragazzi e a chi li guida.

Questo, a mio parere, ha detto la sconfitta di ieri e si tratta di un insegnamento che non va trascurato né da noi né dalla società, sia che si voglia (e si possa) migliorare il livello qualitativo della squadra, sia che si decida di puntare ancora su queste qualità più che sui “nomi”, contando anche sulla crescita e la maturazione di chi ha l’età e la voglia per migliorarsi (e non potrebbe trovare scuola migliore!).

Ma qualcos’altro di estremamente importante e positivo è successo ieri: il “Popolo Rossoblu” si è confermato e smentito allo stesso tempo.

Si è confermato nel calore, nell’entusiasmo, nella passione che lo ha sempre contraddistinto.

Ma, soprattutto, ha smentito quel luogo comune che lo voleva capace di facili esaltazioni ma anche incline a demolire i propri idoli sull’onda di una delusione.

Ieri è stata data una prova di maturità, di equilibrio e di competenza e, cosa ancora più importante e vitale per il futuro del Grifone, si è definitivamente chiusa una brutta ferita che si era aperta il 25 Settembre 2005 e che, anche se aveva smesso di sanguinare, non era ancora del tutto rimarginata.

Anche se, per quanto ci riguarda, “nun ce ne po’ frega’ de meno” (come direbbero a Roma) se i laziali, dopo la vittoria, non trovano di meglio da fare che contestare il loro Presidente, ho trovato la cosa un po’ fuori luogo, visto che, se sono ancora al mondo, lo devono a lui.

Ma forse si spiega col fatto che Lotito ci ha messo buon senso, capacità imprenditoriale e saggia amministrazione…niente che abbia a che fare col cuore.

Qualcun altro, oltre ai soldi, ci ha messo anche la passione: se ha peccato, ha peccato per amore (eviterò di citare Maria Maddalena o Paolo e Francesca) e ha sempre pagato di persona!

Ieri sera le braccia aperte con cui il Presidente rispondeva agli applausi della Gradinata significavano (almeno così ho interpretato): “scusate…ce l’abbiamo messa tutta… cercheremo di fare ancora meglio!”

Lasciatemi pensare che le scuse siano state reciproche!

Frizzi44







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