Chiara vittoria dei ... milanesi
Data: 26/05/2008 10.11
Argomento: Genoa Cricket


 

 

Sri Lanka Cricket Milano                            206 / all out / 39° over

Genoa Cricket 1893                                    163/ all out / 40° over

 

 

 

Per tre quarti della gara noi genoani ci siamo illusi di tenere l’equilibrio, anzi nelle fasi iniziali del secondo inning avevamo cullato la fiducia della prima vittoria. Invece alla fine gli avversari hanno espresso la loro superiorità.

 

 

 



Arriviamo per tempo all’impianto sportivo di Cernusco sul Naviglio, che si lascia ammirare per un bellissimo campo da hockey su prato, con tanto di tribuna. Infatti il Cernusco vi gioca la Serie B, con speranza di promozione. Quel perfetto tappeto non si può calpestare neppure con le scarpe di gomma! Sulla tribuna spicca, accanto al drappo rosso “Forza Cernusco”, una bandiera olandese, che noi genovesi, conoscitori di bandiere, non possiamo non identificare subito. Ricordandomi della mia Bolzanetese, una volta forte in quello sport, vado a chiedere, e riferiscono che la bandiera è in onore dei recenti campionati mondiali di Olanda. 

 

Quale contrasto, accanto, il campo di cricket! Uno sterrato a pietrisco con cultura di erba, che stanno falciando. Bordi irregolari, delimitati anche da sterpi. Grande, e si capisce subito che la palla vi avrà poco scorrimento. Evidentemente hanno trovato un terreno a disposizione e l’hanno riattarto. Vantaggi della pianura!

 

Il tappeto è simile al nostro, ben rullato.

 

Tempo umido, potrà venire un po’ di sole oppure pioggia, non si sa.

 

Molta gentilezza da parte degli ospiti. Arriva l’arbitro, compitissimo come sempre. La moglie del nostro capitano fa da scorer, come al solito (il figlioletto, futuro campione, si allena a calciare un attrezzo estraneo: un pallone da football – confesso che provo nostalgia). Vinciamo il sorteggio – al sorteggio siamo imbattibili.

 

Come avrete già capito dal punteggio finale, cominciamo la partita al lancio. Ci riescono molte eliminazioni; ma, proprio come a Venezia, sono gli ultimi due battitori avversari a resistere a lungo: fanno diversi punti e cadono soltanto all’ultimo over. Il tabellone dice che noi dovremo arrivare a 207 per vincere: non poco, ma non moltissimo.

 

Da un po’ ha cominciato a venire una pioggierella sottile ma fitta, senza vento.

Non cesserà che a partita finita.

 

Terminata la prima fase, l’arbitro esprime qualche perplessità di poter condurre la partita regolarmente alla fine: il cricket non è adatto al terreno allentato.

 

E’ dunque sotto la pioggia che arriva la refezione: arriva da Milano, da un ristorante che espone anche lo stendardo. Skri Lanka, ovviamente. Ragazzi, questo è curry, curry proprio come si deve. Non sperate di trovarlo nei nostri ristoranti, vi danno una salsa melensa senza nerbo – nessun confronto possibile! Nella confezione c’è il riso bianco del tutto scondito, accanto a quello condito con questo meraviglioso intingolo, e poi pollo, anche lui, diciamo, ben saporito. Ma il banco di prova è il riso al curry. I nostri giocatori se lo godono; anche Enrico Penello, tra di loro. Claudio ci rinuncia subito. Pier Paolo, come sapete, ha la crapa tutta rasata e di pelle chiara. E’ la sua carnagione? E’ stato il sole filtrato tra ne nuvole? Mah! Sta di fatto che Chiara osserva che il suo viso è sempre più rosso, mentre cerca di insistere a mangiare: rosso come il colore della giubba. Io invece, per il mio inveterato spirito di contraddizione, annuncio che mi piace e lo finisco. Sono forte, io.

 

Ah, mi accorgo che ho trascurato un altro fatto storico: Enrico Penello è a mangiare tra i giocatori perché egli è un giocatore. E’ avvenuto l’esordio del primo giocatore italiano della storia del Genoa Cricket!

 

Secondo tempo: battiamo noi. Dopo 15 serie di lanci siamo già a 85: in proiezione, siamo in vantaggio. A metà, tempo, dopo il 20° dei 40 overs, siamo arrivati a 102: una situazione di equilibrio. Ma dopo la pausa per il drink i milanesi (di nome) schierano alcuni lanciatori specialisti nel tiro ad effetto: una tecnica che noi non abbiamo ancora raggiunto. I rimbalzi difficili da controllare ci obbligano ad un gioco di difesa, che riesce (i nostri battitori restano a lungo in campo) ma non permette di ottenere i punti necessari. Si profila inevitabile la sconfitta. Negli ultimi tiri si va un po’ allo sbaraglio e incorriamo nell’ultima eliminazione durante la penultima serie di lanci.

 

Ai bordi, noi accompagnatori di derivazione calcistica ci eravamo abbandonati ad esclamazioni e incitamento molto poco crichettiani. Al contrario dal football, nel cricket la foga e il cuore contano poco.

 

Shehan Koralagamage (potete dire semplicemente Scièan) è stato il migliore dei nostri. Stupefacente l’agilità del suo imponente fisico nell’acchiappare al volo tre palle non facili nella prima fase; e con la mazza ha battuto un potentissimo fuori campo che è schioccato forte su una cancellata ed ha conquistato molti altri punti, quasi una cinquantina, se non erro.

 

Uno sportivo valido e valoroso si è anche dimostrato il nostro amico inglese Keith, che aveva fatto lo scorer nel campionato di Serie C e ieri era anche lui in campo. Purtroppo forse ci lascerà dovendo tornare in Inghilterra, con rimpianto da parte nostra, e anche da parte sua per non aver imparato neppure una parola di italiano.  

 

A partita finita tanti reciproci saluti in amicizia e un arrivederci generale a Genova.

 

La nostra giornata in compagnia si conclude col viaggio di ritorno, dove abbiamo effettuato una revisione altamente tecnica dei vari aspetti del nostro gioco: difetti, tattica, programma degli allenamenti, tutto è stato accuratamente vagliato. Ma non crediate che noi “dirigenti” accompagnatori abbiamo potuto metterci il becco! Sono stati i giocatori a effettuare la suddetta revisione altamente tecnica, sotto la regia del capitano Niranga, in assenza, purtroppo, di entrambi i nostro coallenatori inglesi, che non hanno potuto lasciare Genova. Noi accompagnatori, infatti, ci siamo ben accostati con qualche ambizione di dare consigli, ma avevamo invece tutto da imparare e ci siamo accorti presto che ci conveniva stare zitti. Non credevamo che fosse un gioco tanto tattico e profondo. Per fortuna eravamo al chiuso di un veicolo e nessun altro ci ha visti - avremmo perso ogni prestigio. 

 

Quindi non ditelo in giro, per favore.

 

Però in fondo bisogna scusarci. Forse non tutti i nostri lettori lo sanno, ma l’impresa di ricreare una squadra di cricket è stata voluta per amore storico di un gruppo di genoani che il cricket non sapeva neanche cosa fosse.

 

Ne siamo contenti. E’ un’avventura sportiva avvincente e pulita.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 







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