Colpisce, e forse non sorprende, che un aspetto fondamentale della Mostra  appaia trascurato da tutti coloro che hanno raccolto la penna per apporre la firma sul quaderno.

Si potrebbero classificare gli scritti in quattro tipi.

1)      Sola firma.

2)      “E’ bella”.     

3)      “Siamo orgogliosi”.

4)      questo manca: “E' istruttiva”.

Esempi del tipo 2:

“Complimenti vivissimi da uno “storico” sampdoriano”.

“Emozione allo stato puro”.

“Una bella mostra! Grazie alla Fondazione!”.

“Sono emozioni profonde che rinascono a ogni immagine”.

“Grazie a chi ha fatto la mostra bellissima – Un sampdoriano”

“La mostra è sublime”

“Io al Museo non sarei venuta, comunque è un buon lavoro”

Esempi del tipo 3:

“Orgogliosi di essere genoani!”.

“Sempre forza Genoa”

“La storia non finisce mai – Noi siamo la storia”

“Nostra storia, nostra squadra, nostra vita”

“Dalla Svizzera (Sciaffusa) col cuore rossoblu”

“Saluti da Padova! Forza Genoa!”

A sfiorare l’argomento mancante, soltanto questi:

“Un tuffo nella storia della città e delle squadre – W il Genoa”

“Complimenti per questo bellissimo museo sulla storia e gli albori del calcio italiano – Grazie per averlo realizzato – Uno juventino”

Dunque, nessuno ha rilevato negli scritti il contenuto istruttivo che rappresenta il primario scopo del lavoro che  è stato realizzato, con tempo e fatica.

La mostra non ha solo l’intento di glorificare direttamente il Genoa: ma di rappresentare l'antico sorgere di un movimento sportivo più ampio, nel suo complesso, dando il debito spazio (per quanto è stato possibile) alle varie realtà che hanno fatto da culla alla nascita del Genoa e ne hanno accompagnato il divenire.  Altri sport, altre squadre, altre vicende, in un variegato contesto storico diversissimo dall’attuale; avvenimenti fino ad oggi praticamente sconosciuti; immagini e descrizioni nuove che indubbiamente avranno destato una eco in ogni visitatore; ecco il senso e lo scopo di questa esposizione.

V. Riccadonna - P. Vianson