''Liberate Figueroa!!'' di Nemesis
Data: 29/08/2008 11.11
Argomento: l'opinione


 

Liberatelo dal peso sovrumano di aver guidato l’attacco del Genoa direttamente dalla panchina, perché è stata più dura che giocare.

Liberatelo dal suo passato che, pare, non conti più nulla, e fategli pagare il noleggio della maglia per i pochi minuti giocati, oltre al ticket sanitario per la biennale degenza.

Liberate Gasperini da uno che “me lo sono ritrovato in rosa” come fosse il magazziniere o il raccomandato di un politico.

Liberate Preziosi dal guinzaglio miliardario con cui ha portato Lucho a zonzo, mostrandolo come icona del futuro, e abbiate comprensione se oggi l’abbandona all’Autogrill dell’autostrada del Sole.

Liberatelo, e liberi tutti, perché tutto si fa per il bene del Genoa.

 

 



Il Ponte dei Sospiri di Figueroa è quel “cavalcone” che congiunge l’infermeria alla panchina e, in quello Spielberg dorato, qualcuno ha raccolto un vecchio libro, letto e riletto, che Silvio Pellico scrisse per i posteri. Chissà chi ce l’ha messo!

Figueroa è il nostro Walter Bonatti del K2.

Quell’alpinista, il più forte di tutti, fu costretto dal capo spedizione Desio a compiti di gregario, perché altri erano i titolari, e i compagni e i Compagnoni lo abbandonarono di notte, in un tremendo bivacco a 8000 metri, per non spartire la gloria della conquista.

Figueroa è Galileo Galilei, che l’Inquisizione volle fermare sul più bello, rifiutandosi di guardare dentro quel cannocchiale che avrebbe sconvolto il potere vigente.

Il ragazzo è educato, riconoscente, simpatico, non fa storie e non dà grane, ma gli manca l’intuito dei grandi.

Avrebbe dovuto capire, a giugno, che l’etichetta assegnatagli era scritta con l’inchiostro simpatico, e che a settembre è svanita come i sogni degli emigranti.

Presidente e Allenatore hanno l’assoluto diritto di scegliere, ma senza posporre gli addendi cronologici del tempo e senza rivoltare come un guanto il lavoro spacciato per programmazione.

Le opportunità, lo dice la parola, sono chances concesse a chi deve riabilitarsi ma, se le trasformo nel percorso a ostacoli di Giochi senza Frontiere, diventano trappole.

“Vai in campo Lucho, e ribaltami la partita”.

“Scaldati Lucho, e giocati questi 13 minuti, fai vedere chi sei”.

“Combatti Lucho: al momento non posso affiancarti Gasbarroni e Palladino, ma almeno 3 pere le devi segnare".

Gasperini ha carta bianca e, se grande è la responsabilità che si assume, enorme è quella di Preziosi che gliel’ha concessa.

E allora l’esito non potrà che essere contabile, misurando freddamente i punti conquistati e il piazzamento raggiunto, senza clemenza e senza attenuanti.

Nessuno pretende di sostituirsi ai tecnici, ma che nessuno intimi a un tifoso di non pensare con la sua testa, di non esprimere giudizi o di non esternare preferenze.

La strategia della Società si è annodata su sé stessa, e come nel gioco dell’Oca a volte torna indietro di qualche casella: serve un buon centrocampista, una prima punta di talento o un giovane da valorizzare. Siamo tornati a giugno.

Aver creato il dualismo fra Olivera e Figueroa è pura mistificazione.

Ruben è oggi più forte, ma fra due mesi non sappiamo.

Non era necessario trattare Lucho come una zavorra che rallenta la barca, ed esistono alternative tattiche per sfruttare il talento di entrambi.

E se davvero l’argentino è stato aggiunto “buon peso” agli 8 milioni per Floccari, che dire?

Come il salumiere, che taglia una fetta di prosciutto in più e candidamente chiede: “lascio?”

Chissà Foschi, e chissà cosa gli hanno scritto nelle istruzioni di mercato.

“Sbologna Lucho e prendici Abbruscato”… ma fare affari con Pastorello Junior è come giocare alla roulette russa, e lui non perde mai.

Vedremo. Se si vince a Catania, i Lucho’s Boys si placheranno, e…  “Gasperini uno di noi”.

Ma per quanto mi riguarda, i misteri strategici di questa Rivoluzione d’Estate mi terranno vispo anche in inverno.

Nemesis

 

 







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