Informazione & Democrazia
Data: 26/09/2008 23.54
Argomento: dalla redazione


Lo scorso anno in Genoa-Roma fu annullato un gol regolare di Di Vaio.
Quest’anno è accaduta la stessa cosa col gol regolare di Pannucci.
L’allenatore della Roma, in questa circostanza, ha protestato in modo plateale e persino cafonesco, a differenza di quanto invece avesse fatto, con mia soddisfazione, Gasperini l’anno precedente.

 



E questa è già una cosa che non va bene, perché diseducativa nei confronti dei tifosi. Che sono gli unici, secondo il mio modesto parere, ai quali –e comunque entro i limiti della civile convivenza- si possano perdonare comportamenti accesi.

Ma ancora più grave del comportamento dell’allenatore della Roma, a mio parere, è stato il comportamento dei mezzi di informazione, quelli televisivi prima di tutto.
La tv, è risaputo, è vista da tutti e contagia tutti con i suoi comportamenti.
Non dovrebbe essere così, perché ognuno di noi dispone di un suo libero arbitrio, e dovrebbe usarlo, ma questo è solo un discorso teorico: nei fatti la tv influenza i comportamenti di massa.

Per questo motivo il primo dovere dei responsabili della pubblica informazione dovrebbe essere quello di ave cura di salvaguardare i princìpi di equità, di forma e quant’altro, nel dare le notizie.
Questo lo dico basandomi esclusivamente sul senso comune, perché per il resto di queste cose io non so niente. E non sta certo a me dire che cosa debba fare la pubblica informazione.
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Sento però di dover protestare quando mi giunge notizia di cose come quelle accadute in merito a Genoa-Roma, dove giornalisti pagati dalla tv di Stato -e quindi tenuti, più ancora di altri, a comportamenti corretti- si sono lasciati andare ad atteggiamenti deteriori.
Così facendo hanno dato un esempio pessimo ai cittadini.
Peggiore anche di quello dato da quei tifosi violenti ai quali, poi, quegli stessi giornalisti pretenderebbero insegnare come ci si debba comportare per eliminare la violenza dagli stadi.

Non mi sfugge la differenza tra chi si comporta in modo deteriore in tv e chi invece accoltella tifosi di altre fazioni.
E’ evidente che la violenza materiale fa un danno immediato alla persona, molto più grave di quella ideologica.
Ma è altrettanto vero che la violenza materiale è facilmente riconoscibile e condannabile, mentre quella ideologica è più subdola e strisciante. E nei tempi lunghi può fare danni anche maggiori.
*
Purtroppo il nostro –di noi appassionati di football- infastidito disgusto per questa situazione, è destinato sempre a rimanere nel piccolo cortile sottocasa, del bar o del sito internet.
Ma temo che se anche potesse arrivare in alto, non troverebbe udienza alcuna presso mercanti adusi solo a volger l’orecchio al suon della moneta.

E’ un problema che non è da poco.
L’informazione, infatti, benché bara e bugiarda, resta fatto di primaria importanza nel mondo in cui viviamo, e non si può farne a meno.
Sarebbe bene, quindi, che le democrazie avessero più cura della qualità dell’Informazione, sempre che abbiano ancora a cuore la Democrazia.

Franco Venturelli



 







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