Gilardino batte Genoa 1 - 0
Data: 28/09/2008 08.45
Argomento: il Grifone in campo


 

Fiorentina                   1      ( 15 st. Gilardino)

 

Genoa                         0

 

 

Terza sconfitta consecutiva in trasferta propiziata da una prodezza del ritrovato centravanti viola, straordinario nell’occasione, ma favorito anche da un’evidente svista arbitrale. 

 

 

 



Un Genoa profondamente rinnovato perde anche al "Franchi" di Firenze ed incassa la terza sconfitta consecutiva esterna della stagione di fronte ad una Fiorentina tutt’altro che irresistibile, anche se non proprio a “tocchi” come ce l’avevano raccontata.

Gasperini fa un po’ di necessità virtù, inserisce i due giovani difensori “nazionali” acquistati nell’estate ed unitisi al gruppo solo a fine agosto, concede, giustamente, un po' di riposo ai match winners con la Roma Sculli e Milito ed agli acciaccati Gasbarroni e Juric, oltre che al trottolino Modesto.

Squadra e schemi rivoluzionati, un primo tempo giocato prevalentemente in copertura lasciando a Palladino (così, così) ed a Olivera (poco appariscente) la responsabilità, più che della fase offensiva, parola un po’ grossa per quello che si è viso, quello di lavorare ai fianchi gli avversari ed ammorbidirli per il successivo, scontato, ingresso del Principe nel secondo tempo che, invero, è andato vicinissimo al gol appena entrato.

Bravo Rubinho tra i pali, meno quando il rinvio lo deve fare calciando di piede e, si badi bene, non tanto sui retropassaggi di qualche compagno, ma proprio quando palla tra le mani non può appoggiarla ad un compagno libero che avvii l’azione come, evidentemente, chiede Gasperini.

Sarò un po' severo, sarà, se volete, un aspetto non fondamentale, ma perché in quelle situazioni "andare nel pallone" e regalare così tante volte la palla agli avversari?

Intendiamoci si notano pure i grandi progressi fatti dal nostro portiere nelle uscite sulle palle alte e non dimentico certo la “paratona”, quasi un mezzo miracolo, sul tiro a colpo sicura di Donandel, situazioni che evidenziano il suo notevole spessore, ecco solo che un “grande" estremo difensore come oramai lui è certe “belinate” se le deve scordare.

I due giovani difensori esordienti, sotto la “chioccia” di Ferrari e Criscito, non se la sono cavata malaccio, specie il papa greco che, alla faccia dei suoi beati ventenni, dimostra di possedere una notevole maturità: pare in tutti i sensi un difensore di “peso”.

Un po’ più acerbo Bocchetti che, per quello che conta, evidenzia intanto un’espressione che ispira simpatia, molto dotato fisicamente, bravino di tesa, è certamente un giocatore di prospettiva.

Il centrocampo ha svolto il suo compitino, a mio avviso si è sentita abbastanza la mancanza della fisicità di Sculli, per la parte del suo solito lavoro dedicato alla copertura, e continuo ancora a non vedere il miglior Milanetto (ora fermo per infortunio) come, pur in progresso rispetto allo scorso anno, VDB non riesce ancora a rendersi veramente utile alla squadra (mi sovviene un po di nostalgia per Konko).

Devo dire, invece, che da questo punto di vista, a mio avviso, si è visto qualcosa di più da parte di Mesto, peraltro ancora lontano dal giocatore che ha mire “azzurre”.

Partita molto tattica nel primo tempo dove non è successo praticamente nulla.

La ripresa, specie dopo l’inserimento d Milito al posto di Mesto, si noti non di una punta, è risultata molto più divertente anche se una prodezza di Gilardino, favorita da un’evidente svista arbitrale (Collina mandiamo un po’ in ferie anche questo lines man?) ha determinato la sconfitta di un Genoa un po’ più sbilanciato in avanti che, come nella partita precedente, aveva deciso di provare a vincere.

Si sa, però, che non sempre e non tutte le ciambelle riescono con il buco.

Gilardino, non lo scopriamo noi, è bravissimo in quella situazione di spalle girate alla rete che altri attaccanti più macchinosi, invece, patiscono.

Mi aveva già fatto paura poco prima, in una precedente occasione ancora più vicino alla porta, ma li era stato ben coperto da due dei nostri, purtroppo niente da fare dopo e noi non siamo più stati capaci di metterci una pezza.

Prendiamo atto che questa squadra, oramai, se la gioca alla pari con tutte, anche le grandi (mancano solo Inter ed Juve), ma anche che non ha ancora una sua ben definita identità, come aveva quella, certamente più modesta, dello scorso anno.

Per ora, però, c’è una somma di valori individuali, anche notevoli, ma manca il valore aggiunto costituito dalla famosa “amalgama” che il Presidente, anche volendo, non ci può comprare, ma che solo la bravura dell’allenatore ed lo spirito di sacrificio ed il lavoro del gruppo possono realizzare.

Cosa che, non sembri una comoda scusa, richiede anche abbastanza tempo.

Spero solo che lungo questa strada non ci siano ostacoli.

Comincia, infatti, a preoccupare un po'  la circostanza che Gasperini, ogni tanto, ritorna sul concetto …che siamo in 27…..

Non vorrei fosse un po' condizionato del fatto che, come diceva un certo Lapalisse, in non più d’undici si deve giocare, con tre cambi per cui, ogni settimana, tanti non giocano ed altrettanti se ne devono andare in Tribuna.

Considerato quanto quasi tutti siano costati, relativi ingaggi compresi, potrebbe pesare abbastanza essere costretti a trascurare qualcuno, quasi a sconfessare l’operato della società, oltre che svalorizzare il capitale sociale.

Probabilmente, meglio, forse il Mister è ad un bivio: turnover tutto l’anno, oppure scelta dell’undici e/o del quindici base e per gli altri solo scampoli quanto capiterà?

Speriamo, intanto, di riuscire ad andare avanti in Coppa Italia, situazione che almeno un po’ aiuterebbe in questo senso, meglio, sia chiaro, avere più scelte, certo bisognerà gestire "a modo" lo spogliatoio, anche se i musi lunghi di chi si sentirà trascurato e le polemiche conseguenti (leggi ad esempio Figueroa) temo siano inevitabili.

Buon lavoro Mister!

Giancarlo Rabacchi  







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