''Ascolta...si fa sera'' di Nemesis
Data: 08/10/2008 05.11
Argomento: l'opinione


 

Pensavo che questa crisi economica fosse molto preoccupante ma, se addirittura interviene il Vaticano, vuol dire che è drammatica.

 

 



Anche perché dal Papa uno si aspetta di essere rassicurato, e i suoi toni invece mi evocano il “ricordati che devi morire”; e anche le parole… “i soldi sono niente”… sembrano l’estrema unzione per i miei Buoni del Tesoro.

Per carità, è solo la mia liquidazione guadagnata in 40 anni di lavoro, ma fra poco varrà quanto il cartone di Tavernello che il clochard trangugia sui gradini della chiesa sconsacrata.

L’ho capito quando sono andato dal direttore della mia banca a chiedere un prestito, ma lui mi ha preceduto e l’ha chiesto a me, e così ci siamo abbracciati come due reduci di Caporetto.

E non mi rallegra abbastanza il fatto di non abitare in Sudan, dove un asteroide largo 4 metri sta per precipitare sulla testa di qualcuno, sempre che non cambi strada.

Ci vuole altro, per esempio il Superenalotto, dove il record del montepremi di 73,5 milioni di euro potrebbe bastare per comprare due stadi, uno per uno, e mai più insieme.

A proposito, il Ferraris è a rischio ma il carcere di Marassi no, anche se la recessione e la penuria di contanti congelerà lo “status quo”, che tradotto vuol dire… “noi stiamo qui”.

Nella nostra casa però, ogni tanto sarebbe gradito ricevere qualche ospite, perché i Milanisti per un verso, i Romanisti per l’altro, i Napoletani per un altro ancora, e qui non si vede più nessuno: l’Osservatorio farebbe prima a dirci chi può venire, tanto per vedere che faccia hanno e in cosa sono diversi dagli altri.

Per questi divieti, la Società ha perso un milione di euro in 3 partite, proprio quanto dovuto al Comune per lo stadio: signora Vincenzi, in un certo senso siamo pari.

La Giustizia arretra con il lodo, perchè chi si loda s’imbroda, ma prima o poi sarà uguale per tutti, tranne Carraro naturalmente, che Alfano ha tacitamente inserito tra gli intoccabili.

L’egalité del Tour de France invece, revoca le vittorie di Piepoli e Riccò per doping, e allora non mi capacito che le coppe vinte dal Parma non vengano cancellate, perché la droga economica della Parmalat non era inferiore alla Cera di terza generazione su cui sdrucciolano in tanti.

Eh già, la scienza avanza, e finalmente assegna il Nobel al Prof. Montagnier per aver individuato l’HIV al microscopio, anche se nella gara non aveva rivali: Longhi, Tombolini, Cesari, Dotto, Pisolo e Brontolo, con un analogo strumento chiamato moviola, non riescono a riconoscere neppure il virus della sudditanza, e si beccano il contagio.

D’altra parte qualcosa cambierà presto, perché pare che tra i mammiferi una specie su 4 sia destinata a sparire e, se i favoriti all’estinzione sono tigri e leopardi, io spero che si salvino i centrocampisti, una stirpe rara ma vessata dagli infortuni.

Anche gli arbitri sono a rischio, in calando come i materassai e gli arrotini, e per questa necessità si ricorre ai rinviati a giudizio e ai corrotti pentiti.

Intanto, mezzo Genoa consegna i gioielli alle proprie nazionali, ma c’è chi non s’accontenta: ho sentito proporre Iuric per la Croazia, Rubinho per il Brasile, Rossi per Lippi: non vorrei che l’effetto Bettarini avesse abbassato la soglia di ingresso, e magari la competenza.

Sokratis invece, ha mostrato di che papasta è fatto, e non oso pensare agli accidenti che Zamparini avrà mandato a Foschi per non averlo dato a lui.

I Genoani se la spassano in casa e si deprimono in trasferta, ma sui siti si sfidano a duello.

Eppure il confronto è un momento vitale, lo scambio fra diversi è necessario, ma l’obiettivo sembra essere l’uniformità.

Perché sembra inverosimile che ci siano dubbi o critiche, e così si spiegano gli esagerati richiami alla maggioranza silenziosa o gli allarmi verso chi canta e chi fa il coro.

Ed è come se, inconsciamente, aleggiasse una parola che però non si può dire, ma che tronca ogni margine: tradimento.

Chi non si allinea è un sabotatore, chi destabilizza tradisce il gruppo e quindi, per la nobiltà della causa, non ci sarà mai il riconoscimento di alcuna ragione, neppure di fronte all’evidenza, nemmeno per fair-play, neanche per la legge dei grandi numeri.

Anche perché a volte dubito che certi post vengano veramente letti: si scorrono, finchè si trova la frase o la parola che scatena la reazione, ma isolando quella si perde di vista il resto, che pure contava.

In tutto questo, ci sfugge l’irrilevanza dei nostri eventi, e semplici opinioni o idee balzane vengono drammatizzate come se potessero mutare i fatti.

E invece restano parole, come queste, che nulla spostano e nulla possono cambiare.

La soluzione non ce l’ho, ma ho pensato di affidarmi a un’amica infallibile: la voglia.

Quando andrà via lei, il problema non ci sarà più.

Nemesis







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