Addio Ferraris
Data: 17/11/2008 20.40
Argomento: dalla redazione


 

 

Così dice la locandina di Repubblica stamattina, cogliendo alcuni di sorpresa e altri meno.

 

 

 



Retorica scontata a parte, fa una certa impressione immaginare “l’ultima a Marassi”, soprattutto quando nessuno parlando del nuovo stadio si azzarda a farne il nome.

Sarà bene ripetere ancora una volta che la questione stadio non riguarda solo i club o i tifosi, ma coinvolge tutta la città e implica decisioni che chiamano in causa la responsabilità politica di chi l’amministra.

Per questo è grave che finora sia mancato ogni dibattito pubblico, visto che i termini finanziari, economici e urbanistici dell’operazione non sono stati ancora resi noti ai genovesi per essere discussi prima di una scelta.

In particolare è del tutto ignorato l’aspetto della proprietà, carico di conseguenze; è vero che quando si parla a ruota libera di sanità privata e scuola privata è facile far passare anche gli stadi privati, ma almeno per quanto riguarda Genova concedere una riflessione sarebbe doveroso.

 

Il nodo intricato è che senza l’accordo dei due club ancora in serie A lo spostamento del Ferraris (ma nessuno dice così) non sarebbe possibile: questo rende agevole inchiodare la società Genoa ad una presunta responsabilità ma l’operazione è superficiale, oppure nasconde neppure troppo bene secondi fini.

Sarebbe però opportuno tenere conto della pressione che può essere esercitata sulla proprietà e della necessità prioritaria che essa ha di salvaguardare gli investimenti fatti e di preservare la sua capacità di farne ancora.

 

In questo difficile passaggio, imboccato non da oggi, mancano molte domande che non hanno trovato una voce sufficientemente autorevole per essere fatte, ma va considerato che si tratta di domande che possono procurare un certo fastidio.

 

Per questo, dato che se non spetta al Genoa farle pure certamente interessano al Genoa e ai genoani, si può pensare che bene abbia fatto la Fondazione a circoscrivere il suo impegno alla custodia delle memorie, interpretando la sua missione in modo da meritarsi prima o poi il titolo di Sezione Museo del tifo rossoblù.

Potrà così, tra i cimeli e le testimonianze del passato, esporre in bella vista anche le migliori “foto storiche” del dismesso “Luigi Ferraris”.

 

Maurizio Pezzolo

 

 







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