Assemblea del Genoa
Data: 20/11/2008 23.55
Argomento: dalla redazione


 

Oggi 20 novembre 2008, alle ore 15, in una sala dell’Hotel Sheraton a Genova zona aeroporto, si è tenuta l’assemblea ordinaria annuale del Genoa Cricket and Football Club.

 

Il Presidente Preziosi al suo giungere dal Signorini di Pegli è stato accolto da un applauso.

 

L’assemblea vera e propria ha avuto svolgimento rapido. Il bilancio al 30 giugno porta un attivo (ho proprio detto attivo) di euro 1.504.757.

 

 



Questo inconsueto risultato è stato attribuito dall’Amministratore Delegato Zarbano, nella sua esposizione, principalmente a plusvalenze di giocatori che si sono valorizzati durante l’anno: particolarmente Borriello, ceduto entro la gestione. Certamente non si ripeterà. Infatti al momento attuale l’azionista di maggioranza ha già messo a disposizione della Società cospicue somme.

 

Il bilancio e le connesse relazioni sono state approvate all’unanimità, senza che l’assemblea abbia sentito bisogno di scendere in troppi particolari.

 

Quindi, passando al secondo punto dell’ordine del giorno, il Presidente ha proposto la conferma di tutte le cariche.

 

Su proposta dell’avv. Epifani, che ha voluto così esprimere l’apprezzamento generale, l’assemblea ha approvato per acclamazione.

 

Terminata così la parte ufficiale, il Presidente Preziosi ha voluto prendere la parola per una lunga disamina della situazione in corso.

 

Innanzi tutto ha tratteggiato la crisi finanziaria internazionale. Ha criticato l’America in senso generale e particolarmente per la politica creditizia non seria, dove ln Europa si usa maggior rispetto dei risparmi. Ha previsto la possibilità che la crisi entro un anno o due coinvolga fortemente anche il calcio italiano, con riduzioni degli investimenti sui giocatori e sui loro ingaggi e con difficoltà per molti, poiché i soldi per il calcio provengono da fuori del calcio.

 

Quindi ha riaffermato che per quest’anno non abbiamo particolari ambizioni, se non di rimanere nei primi dieci in classifica. Arrivare alla Champion Cup è un sogno irrealizzabile, ci sono almeno 4 squadre più forti. Alla UEFA non tiene molto. In futuro si vedrà.

 

In gennaio non ci saranno acquisti, salvo eventualmente un giocatore che dia fiato a Milito. Non abbiamo bisogno di rinforzi, e poi abbiamo un gruppo di giocatori affiatatissimo, che non merita di essere ritoccato. Come esempio, cita Sokratis, tornato or ora dalla Grecia, che abbracciava i compagni. Le voci di trattative messe in giro sono inventate. Il giocatore che potrà arrivare non sarà un giocatore già affermato, ma di prospettiva.

 

Il discorso è poi scivolato, inevitabilmente, sullo stadio.

 

Il Presidente Preziosi ha espresso il suo pensiero con chiarezza. Provo a riassumerlo in prima persona.

 

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Sullo stadio non c’è nulla. Non c’è una proposta, per non dire un progetto, da parte del Comune. Si può orientare una decisione solo su qualcosa di concreto, che del tutto manca. Quando sono stato con Garrone a parlare con la Sindaco (così si fa chiamare), in ottobre, si sono fatti discorsi generici e da allora nulla ho più saputo. Tutti continuamente chiedono il mio pensiero, i giornalisti insistono, ma non posso dire niente. Ne parlo adesso per non parlarne più, fino a quando non si sarà mosso qualcosa.

 

Prevedo che non sarà presto. Un assessore dice una cosa, il Sindaco un'altra. C'è confusione.

 

Per qualunque decisione, non voglio andare contro il sentimento dei genoani. Sarebbe una cosa senza senso.

 

Finanziare la costruzione di un nuovo stadio in società con Garrone sarebbe pazzesco.

 

Tocca al Comune fare una proposta. Il Comune non potrà privare dello stadio le due società. Altrimenti si andrà a giocare ogni giorno un derby davanti al Comune.

 

I sentimenti dei genoani sono rivolti al passato, ma un presidente non deve curarsi del passato, ma dell’avvenire.

 

Secondo il sentimento, per i genoani lo stadio è loro, ma nei fatti da decenni ormai lo stadio è condiviso a domeniche alterne, non ci siamo più solo noi. Non si possono ignorare le esigenze dell’altra squadra.

 

In Italia abbiamo una cattiva educazione civica, comparabile soltanto all’America Latina. Fare esplodere petardi nello stadio, o entrarvi con barre nascoste, non sono cose ammissibili, sono indegne. In Europa questo non esiste. In Inghilterra se qualcuno tocca con un dito un poliziotto si ritrova in galera.

 

Arriveranno nei prossimi anni regole sempre più rigide e più impegnative riguardo agli stadi per le competizioni europee, e maggiormente per la Champion.

 

Quindi se vorremo investire per entrare nelle coppe, lo stadio va adeguato. Investire nella squadra e poi venuto il momento non poter partecipare alla  competizione nel proprio stadio, sarebbe una castrazione.

 

Lo stadio di Marassi oggi non ha alcun valore, ha solo un uso. Non vale neppure un euro, perché non rende, e una cosa che non dà rendimento non ha valore.

 

Per sperare di far rendere lo stadio di Marassi occorre quanto meno fare spazio intorno. Spostare le carceri...  Coprire il Bisagno....  Ma questo non posso farlo io.

 

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Questi concetti sono stati espressi anche in dibattito, o, meglio, in  amichevole conversazione, con vari azionisti che si alternavano.

 

In particolare l’argomento delle carceri è stato ripreso, affermando la vergogna che rappresentano e il dovere del Comune di provvedere per prima cosa a trasferire quelle. (Il mio pensiero è andato a una pratica di una trentina di anni fa, che arrivata ad un certo punto del suo iter trovò varie difficoltà e si fermò lì).

 

Ho trascurato le domande dei vari azionisti e i loro nomi. Anche nomi importanti. Non me ne vogliano. Ho preferito dilungarmi sulle molte cose toccate dal Presidente cercando di raccoglierle dalla mia memoria e riferirle a voi lettori.     

 

Grazie, Presidente.

 

 

Vittorio Riccadonna 

   

 







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