Felici vacanze
Data: 22/12/2008 12.02
Argomento: il Grifone in campo


 

(dal nostro inviato speciale dalla Francia)

 

 

 

A.C. Chievo Verona                       0

 

Genoa C.F.C.                                   1

(44' II t. Olivera)

 

 

 

Vittoria meritatissima.

 

Emozioni pure.

 

Ma non (solo) per quello che si è visto in campo….

 

 

 



La trasferta e' cominciata 2 settimane prima, dal nord della Francia, quando un fioretto calcistico citava pressappoco così: voi a Genova tenetevi pronti che se questa domenica facciamo punti andremo a Verona.

E così è stato; la testata di Milito all'incrocio dei pali ci ha regalato questa trasferta che resterà nelle nostre menti e nei nostri cuori per un po'.

 

Venuti a Genova i preparativi sono complessi, ma alla fine ci siamo, finalmente si parte per Verona, la città dell'Amore

 

Il viaggio e' piacevole e veloce. Questi posti troppo spesso nascosti dalla nebbia in una bella giornata tersa illuminati da una luce di un sole ancora basso all'orizzonte, hanno addirittura un loro fascino.

E così tra le melodie delle danze slave di Dvorak e una piacevole conversazione arriviamo alla meta.

 

La città dell'Amore ci stordisce un po', forse non ce la ricordavamo così bella.

E' una bellezza che viene da lontano, traspira storia e un fasto passato.

E noi genoani siamo sensibili a queste cose…

E' come l'Amore che abbiamo ereditato dai nostri nonni, un Amore forte che è la storia e l'essenza di noi genoani. La convinzione o fede che un giorno, forse anche lontano, certamente i fasti del passato ritorneranno, l'appartenenza a una casta eletta…

 

Saliamo sulla torre dei Lamberti; è una scalinata lunga e buia, non bisogna avere fretta. Un gradino dopo l'altro, pian pianino saliamo in modo ordinato col ritmo secolare di questa città senza frenesia, seppure non ci siano spiragli o finestre e panorami che ne giustifichino la salita, continuiamo fiduciosi.

All'improvviso, all'ultimo gradino, si apre lo spettacolo che si era sperato alla biglietteria: la vista sulla città, tutto intorno, è eccezionale; la città dell'Amore è ai nostri piedi.

Noi, un po' stanchi e beati, siamo ignari che tutto ciò è forse un segno premonitore.

 

La ricchezza dei gusti della cucina locale sono all'unisono con la bellezza della città, e ci lasciamo trasportare. Caspita è diventato tardi bisogna andare adesso.

 

Venti minuti dal fischio d'inizio, parcheggiamo a pochi metri dallo stadio; ci rendiamo conto di essere in un altro mondo.

 

Esponendo noncuranti una sciarpa del Genoa, gli addetti ai cancelli cercano di costringerci nel settore riservato ai tifosi del Genoa; ma perché ostacolare la pacifica convivenza? Allora forse tutto il mondo e' paese. Il vicino tifoso avversario ci mostra il suo doppio abbonamento (Chievo ed Hellas Verona); confermiamo di essere in un altro mondo.

 

Le bandiere genoane la fanno da padrona, soprattutto nella curva (per noi la gradinata è altro) Nord, ma non solo.

D'altronde come si potrebbe, per noi genoani, sentirci fuori casa proprio nella città dell'Amore?

I cori non cesseranno di incitare i nostri per tutta la partita; e quella del tifo, quella sì, è una vittoria senza appelli.

 

Di necessità virtù, il Genoa e' imbottito di centrocampisti e difensori.

E' un Genoa diverso dal solito, soprattutto nel ritmo. Meno agonistico e frenetico ragiona di più e imposta il gioco con geometrie pulite.

 

Nel primo tempo abbiamo addirittura qualche palla goal, ma caspita, là davanti, quanto ci manca Milito!

Un centravanti tutto quello che deve fare è segnare, e alla fine se segna ha ragione lui. E alla fine ragione ha dimostrato di averla.

Non solo, Olivera lotta generoso e si fa in quattro; ma abituati a Milito non ci riesce proprio di apprezzare un giocatore "normale".

 

E senza la speranza di uno spiraglio di luce, continuiamo fiduciosi a seguire una partita che il Genoa conduce tuttavia con ordine e solidità nonostante, nel secondo tempo, un Chievo più dinamico e aggressivo sia fermato per due volte dallo stesso palo.

 

Episodi sporadici verrebbe voglia di dire, pari giusto verrebbe voglia di dire.

In fin dei conti siamo costretti a far giocare dei "primavera".

 

Ma d'improvviso Olivera fa il Milito e all'ultimo gradino di una scalinata buia, stoppa delicatamente un lancio di Juric, in orizzontale fa sedere due difensori e trova l'angolino con conclusione potente.

L'ennesima emozione di una giornata estremamente ricca.

 

Adesso siamo veramente in alto e tutto intorno è ai nostri piedi!

Meno 4 in media inglese, "colpa" di 4 sconfitte sole in 17 partite come dire che dopo le prime 3 sconfitte di un Genoa ancora in rodaggio (quindi negli ultimi 12 turni), siamo a meno 1. Bel regalo per le vacanze incombenti.

 

Vittoria meritatissima dicevo.

 

Certo, per tutto quello che è stato fatto da questo Genoa durante tutto l'anno. Anno che noi genoani aspettavamo da tanto, tanto tempo.

 

Tutto molto logico in fondo: l'ultima partita di un anno glorioso, nella città  dell'Amore, in una splendida giornata di sole non poteva finire in altro modo.

 

Vittoria che premia il Presidente che oltre ai risultati di questi ultimi anni, ci regala un futuro, un progetto, una visione di grande squadra, quale ci meritiamo di essere.

Premia l'artefice Gasperini e la sua banda, che si sanno adattare al meglio a tutti i climi, situazioni tattiche e strategiche sempre con la stessa grinta, voglia, armonia e agonismo. Da buon vecchio marinaio, anche se genovese di nascita non è.

Premia tutti noi per la nostra pazienza e fede solida; la sicurezza di essere dalla sponda giusta, perché ereditata dai nostri nonni; nella convinzione che un giorno, forse anche lontano, certamente i fasti del passato ritorneranno.

 

Oggi questo giorno sembra a tutti noi un po' più vicino.

 

 

Giorgio Figura

 

 

 







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