Innanzitutto, la sede. Parlare e scrivere su "Genoa domani", sito coordinato da Mario Epifani, presidente di "Giustizia Rossoblù", non può che riportarmi alla memoria la cena natalizia. Il piacere di essere premiato dal popolo genoano, di parlare con voi, di conoscerci, di ri-conoscerci, di sorriderci di persona, col sorriso degli occhi. E poi il piacere di essere premiato insieme a Thiago Motta. Quella sera sembrava quasi un ripiego. L'ospite atteso era Diego Milito. A posteriori, lasciatemelo dire, abbiamo avuto la fortuna di cenare con il più grande rossoblù da una vita a questa parte.
Quindi, sono felice di essere qui. E sono felice di esserlo per la partita con l'Udinese. Perché, storicamente, non è mai stata una partita come le altre. L'anno scorso al Ferraris, ad esempio. Su Genova il diluvio universale; fra i giocatori, una specie di epidemia; in panchina, un genio. Con una formazione completamente inventata che ci fece sognare. E dico <ci> perché mi ci metto anch'io che sono romanista. Ma, quando si sogna, quando il calcio fa sognare ad occhi aperti, il colore delle maglie è solo un particolare. E poi a Udine l'altr'anno. Stesse emozioni, stessi brividi. E all'andata: un portiere che ti para tutto, ma comunque la consapevolezza e il piacere di vedere che la squadra funziona anche in trasferta. Allora erano ai vertici. Allora erano loro la sorpresa del campionato. Allora.
Quando ci si innamora, è per sempre. E questo Genoa fa innamorare. E il popolo genoano fa innamorare.
Una sola cosa mi sento di chiedervi. Di essere all'altezza di un gruppo dirigente straordinario. Che non fa dossier, che non cerca scuse ad ogni sconfitta, che pensa a giocare a calcio e non a dare calci al gioco. Di non teorizzare complotti planetari. La mediocrità (di un arbitro, di un avversario, di uno dei nostri in un giorno sfigato) è molto più comune dei complotti.
State (stiamo) vivendo un sogno, il più bello e inatteso dei sogni.
Crediamoci tutti insieme. Facciamo quel si deve. Accada quel che può.
Massimiliano Lussana