Genoa Europeo
Data: 18/05/2009 08.37
Argomento: il Grifone in campo


 

 

Genoa C.F.C.                                   2

(14’ II t. Milito, rigore;  27’ Olivera, punizione)

 

A.C. Chievo Verona                        2

(34’ I t. Pinzi, da cross; 41’ II t. Pelissier, di testa da corner)

 

 

A partita finita, i giocatori del Genoa, con l’allenatore, hanno festeggiato la matematica qualificazione ad una coppa europea venendo a salutare il pubblico, che ha lungamente applaudito, ai quattro lati dello stadio.

 

Si registra così un successo che è di grande portata in sé, ma addirittura imponente ...

 

 

  



se lo si commisura al recente passato. So di cadere nella retorica e nel luogo comune, ma come non ricordare, ancora una volta, i campetti della Serie C di appena tre anni fa, le battaglie strenue con la Salernitana, con lo Spezia.

 

Quando i giocatori, alla fine, si sono recati sotto la tribuna, anche il presidente Prezioni ha sorriso e gioito, ma dietro quella fronte si affollano i pensieri.

 

Lasciamolo pensare. Abbiamo completa fiducia nelle sue decisioni.

 

Il risultato di pareggio, oltre a assicurarci il ritorno alle sfide europee, ci allontana ulteriormente dalla coppa massima. La sconfitta del Milan della vigilia, combinata con la vittoria della Juventus che poi si è vanificata, calendario alla mano, aveva lasciato qualche speranza. Peccato. Il quarto posto difficilmente si riconquisterà. Adesso la squadra dovrà essere solida alle ultime due partite, per il mantenimento del quinto.

 

Ma, come detto, il sesto posto è garantito.

 

La sfumatura di perplessità, che si può notare nelle mie parole, deriva da una generica sensazione di minore forza della squadra e dal ricordo dei cedimenti finali avvertiti anche negli anni passato. Non dalla partita col Chievo specificatamente, dove la nostra formazione oltre a tutto era assai incompleta.

 

Infatti si è trattato di una bella partita, molto combattuta e molto corsa. Le due squadre hanno espresso il gioco loro caratteristico ed è stato un bel contrasto. Il Chievo teneva bene il campo, si muoveva con ordine, la sua difesa era efficiente. Il Genoa ha prevalso nel primo tempo, ha dominato all’inizio del secondo, ha subìto la pressione avversaria nel finale. Le azioni erano piacevoli, cercate con intelligenza; gli uomini si muovevano bene. Ma gli attacchi del Chievo avevano una cifra di penetratività superiore: le nostre si perdevano in una rete di passaggi senza esito. Milito raramente riusciva a superare i suoi marcatori (il plurale è necessario) e intorno a lui fioriva un gioco solo preparatorio.

 

Poi, naturalmente, la partita è fatta di episodi. Di testa più d’una volta il Genoa si è avvicinato al goal. Due volte ha segnato su calcio piazzato. Due volte si è lasciato sorprendere da un avversario proprio sul palo. In queste occasioni ci sono due tendenze di pensiero, se avesse mancato il portiere nel dominare la situazione oppure i compagni nel bloccare gli avversari (propendo per la seconda), certo una strana coincidenza, che fa un po’ di dispetto. Ma il pareggio è equo.

 

Il giocatore che ha raccolto più applausi è stato Rossi. Sappiamo che la sua generosità è amata dal nostro pubblico e che il capitano è per noi una bandiera. Contro il Chievo, però, Rossi è stato, credo, insieme con Ferrari, il migliore in campo.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 







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