''Creditori e debitori'' di voce sommessa
Data: 10/09/2009 10.19
Argomento: l'opinione


 

Quattro anni fa, in questi primi giorni di settembre “fra il giorno senza fiamme e la notte senza ombre” il nuovo inizio del Genoa dopo la botta che molti avevano creduto (o si erano augurata) fatale si accompagnava a invettive, sarcasmi, oscuri segnali di congiure.

 

A Ravenna solo le bandiere rossoblù che nonostante tutto stavano lì davano una mano a sperare e confortavano i ragazzi raccolti in poche settimane e destinati a combattere indossando maglie di ferro, tanto e tanto acuminato era il livore che contro “quel” Genoa da ogni parte si dispiegava.

 

 



Quanto accadeva non era quello che centododici anni prima, in un altro meno feroce settembre, avevano sognato i ragazzi, venuti a Genova da lontano, dopo aver fondato il Genoa Cricket and Football Club.

 

Non era neanche quello che meritavano, visto come poi erano andate le cose.

 

Ma quella sera di quattro anni fa, quando sulla via del ritorno in un buio fondovalle dell’Apennino fra Parma e Chiavari arrivò la notizia che oplà! Ghomsi aveva giocato ma non poteva, ecco il pensiero: un secolo di storia di Genova sembrava proprio fosse stato tradito.

 

Negli anni della trasformazione industriale della città, poi ancora quando le vicende politiche inasprivano i rapporti sociali, fino al difficile dopoguerra poi risolto in una crescita che aveva però la coda avvelenata di un declino che l’ha sorpresa e umiliata, Genova aveva trovato nel Genoa prima un motivo di progresso e di orgoglio, poi un legame fra generazioni e infine una tradizione identitaria forte.

 

Tutto questo aveva aiutato Genova, ma negli anni la sua classe dirigente in contropartita aveva dato al Genoa sempre meno, scivolando a poco a poco nell’indifferenza.

Così in quel buio fondovalle, dopo una torbida primavera e una maledetta estate, si stava annidando il timore che il debitore non avrebbe pagato nessun debito, del creditore essendosi perdute le tracce.

 

Ma oggi si è materializzato l’impossibile: uno dei più duri, convinti, tetragoni accusatori del Genoa e di Preziosi, uno di quei giornalisti “nazionali” che avevano spalleggiato le sentenze politiche e indicato la via dell’espiazione senza sconti ecco, ha intervistato per radio in diretta Gasperini e ha ridato al Genoa quel che è del Genoa, la sua preminenza a livello nazionale, e (se non direttamente almeno non facendo obiezioni a Gasperini) a Preziosi quel che è di Preziosi, la sua capacità come presidente di club.

 

Questo fatto non era per nulla scontato, anzi al contrario, e perciò segna un punto fermo: ora finalmente si può porre la questione del debito da onorare.

Questione che interpella molti: le Istituzioni senza dubbio, i media locali che solo dai risultati del Genoa sono costretti a ridimensionare la loro parzialità, i vertici politici ed economici, e anche un po’ i genoani, forse poco compatti fra loro e privi di una rappresentanza sufficientemente autorevole.

 

voce sommessa

 

 







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