Festival della nostra piccola Libertà
Data: 21/10/2009 19.41
Argomento: dalla redazione


 

Pensieri in libertà. Titolo impegnativo!

 

Vi grava una sorta di dilemma originale, ineludibile.

 

Rivado col pensiero al grande Galileo di fronte ai Dottori della Chiesa, tanti secoli fa. Il protoscienziato, con sottobraccio il suo cannocchiale, invano li invitava a constatare personalmente i quattro satelliti di Giove. Quelli, con la Bibbia, la Parola di Dio considerata in senso letterale, sul tavolo, razionalmente affermavano: se chi nega questo non è un cristiano, allora è un infedele, fuori dalla giurisdizione della nostra Chiesa; se battezzato, invece, è un eretico, che noi condanniamo.

 

 



La discussione sulle idee si trasferiva così su un giudizio sulla persona.

 

Un salto vertiginoso verso l’oggi e verso il piccolo, ed eccoci a noi.

 

Quando un infedele molticolorato lancia una punzecchiata contro le nostre posizioni, chi scrive sui nostri Pensieri in Libertà in realtà, nelle suo profondo, non si sente offeso: risponde di scherma – parata e risposta -, schernisce a sua volta, muove all’umorismo, ma c’è un senso di distacco, non una vera considerazione. Non per niente abbiamo inventato il termine lebbrosi, che vuole dire: tenetevi lontani!

 

Invece le critiche sollevate da uno di noi, automaticamente, senza riscontro del loro valore, tendono a porlo in una posizione di eretico.

 

Non abbiamo detto tante volte che il Genoa è una fede?

 

Parlare contro? Danneggiare la nostra causa? Creare disturbo? “Noi dobbiamo solo sostenere la nostra causa, non altro!” (e non si puö negare).

 

Ed ecco che l’audace si attira sgradite considerazioni personali.

 

Chi di noi abbia frequentato circoli orientati in una qualsiasi direzione politica o confessionale, si sarà reso conto che vi regna un fenomeno come di autocensura: ciascun individuo tende ad astenersi dall’esprimere idee in libertà, non conformi all’orientamento comune, per non trovarsi disallineato anche sul piano umano nella considerazione generale.

 

Non c’è scampo. Guai agli eretici.

 

Occorre che tutti, in considerazione di questa sorta di riflesso condizionato, che è in noi, poniamo attenzione da una parte a non abbandonarci a considerazioni personali ma attenerci al dibattito d’idee, e dall’altra parte di non prendercela troppo a cuore se ci sentiamo fatti bersaglio. Dunque avanzo un invito a tutti di reciproca comprensione.

 

In particolare i membri della redazione devono industriarsi a favore dell’amicizia, per evitare la fuga di nostri scrittori che si sono sentiti dileggiati.

 

Quanto poi al quesito su come dobbiamo dunque fare, se mettere al primo posto la libertà d’idee, oppure il senso della doverosa militanza rossoblù, mi sembra che il titolo stesso del nostro foro ci indichi la risposta. Nel secondo caso si arriverebbe ad un appiattimento e una perdita di interesse e di significato.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

   







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