Vince il Chievo, delusione, noi dobbiamo salutare la capolista
Data: 12/09/2010 19.57
Argomento: il Grifone in campo


 

 

Genoa     1  ( pt. 6’ Destro)

 

Chievo    3 ( pt. 45’ Moscardelli; st.  11’ Marcolini, 29’ Pelissier)

 

Inizio di campionato in discesa aveva detto qualcuno, ma è stato davvero un sorteggio favorevole?

 

 

 

 




Mi pare una premessa necessaria, il calendario “facile “ all’inizio non mi sembra un gran regalo della sorte perché, spesso, le provinciali, specie se non hanno cambiato granché come il Chievo, in questo periodo della stagione risultano, spesso, le più rognose.

In questo, per tanti versi incredibile secondo turno di campionato, il Genoa mi pare in buona compagnia, anche se questo mal comune è tutto fuori che un mezzo godimento, anzi brucia non poco.

Una semplice e, se volete, banale analisi della prima partita casalinga della stagione deve partire da una constatazione: la vecchia guardia, verrebbe da dire, oggi ha tradito, se proprio si volesse usare una di quelle iperbole tanto in voga nel mondo del calcio.

Mi pare eccessivo, meglio parlare di giornata storta dei vari Rossi, Milanetto e Sculli.

Bene invece Criscito che si è visto negare per ben due volte il gol da uno strepitoso Sorrentino.

Molto fischiato e “coreggiato” il portiere veneto, reo, probabilmente, d’alcune dichiarazioni non troppo gradite.

Mi dispiace, ma mi sento estraneo a certe logiche viscerali del tifoso.

Questo, forse anche perché spinto dal suo procuratore “anelava” di venire da noi, già dallo scorso anno.

Evidentemente i non buoni rapporti tra gli uomini mercato delle due società non hanno consentito di concretizzare questo trasferimento.

Rimasto alla fine a Verona cosa doveva e/o poteva dire se non che era rimasto abbastanza deluso e di chi, se non della società diversa da quella che attualmente lo paga?

Perché allora trattarlo piuttosto male, a che pro?

Andiamo avanti e diciamo subito che all’uscita in campo dei ragazzi per il riscaldamento c’è stato più di un mormorio.

Sorpresi i più per Kaladze dentro e Veloso fuori, forse un po’ contraddittorio, anche per certi discorsi del Mister.

C’è da dire che l'ex milanista Kaladze, calato poi alla distanza, ha abbastanza ben impressionato.

E' giocatore potente, forte di testa, si preoccupa sempre di riavviare l’azione, insomma uno con una non indifferente personalità.

Forse una delle poche note positive di una giornata storta un po’ per tutti, allenatore compreso.

Ad un certo punto era evidente la difficoltà del nostro centro campo (dove avrebbe fatto comodo l’assente Zuculini), certe sostituzioni, forse, andavano fatte prima e, con il senno di poi, oggi forse, sarebbe stato meglio Mesto che non Sculli, anche per dare una mano a contenere la forza dinamica di un Luciano straripante, protagonista, anche se non autore, della loro seconda segnatura.

Sentita anche la mancanza di Toni, nonostante lo sfolgorante avvio di Destro autore del nostro gol e d’alcune pregevoli iniziativa, ma ben presto il ragazzo è finito “soffocato” dalla potenza fisica e dalla “prepotenza”del suo avversario, abbastanza agevolato anche da un arbitro troppo permissivo.

Anche qui, per alcuni la carta del più esperto Rudolf poteva anche essere giocata prima.

Intendiamoci non è che il nazionale ungherese abbia fatto sfracelli, ma onestamente non ne ha avuto neppure il tempo.

Bene Eduardo, reduce da alcuni non lievi errori fatti con la sua nazionale, che ha parato in almeno due occasioni palle difficilissime mostrando una grande concentrazione e reattività, a conferma di quanto di buono ha già mostrato sinora, e non più condizionato dalle due recenti sfortunate esibizioni in campo internazionale.

Oltre la sufficienza la prova di Palacio per l’impegno durante tutta la gara e per lo splendido assist a Destro che ha propiziato l’ingannevole primo gol che ci aveva illuso un po’ tutti.

Niente da dire, il Chievo si è dimostrato molto più in palla di noi e non ha rubato nulla, anche se in un paio d’occasioni il dubbio del rigore ha attraversato tutto lo stadio che ha protestato vibratamente, come del resto anche loro in un’occasione.

Saremo di parte, ma i nostri due episodi (Sculli e Kaladze) sono parsi piuttosto evidenti, purtroppo non per la persona giusta e deputata al riguardo, l’ineffabile Sig. Pierpaoli di Firenze.

Miguel Veloso ha grandi qualità, purtroppo anche qualche amnesia e disattenzione.

A Viareggio in precampionato con i locali il talentuoso centrocampista lusitano ha regalato agli avversari una palla molto simile a quella di oggi, solo che la, i poco più che dilettanti locali hanno perdonato, non qui i professionisti veronesi, in serie A certi errori costano cari.

Ne sa qualcosa Zapater che anche a seguito d’alcuni svarioni, magari anche meno gravi, si è giocato la sua avventura italiana a cui, tra l’altro, teneva moltissimo.

Auguriamoci che il miglior Veloso, che dovremmo vedere presto, elimini subito questi “colpi” dal suo repertorio.

Scarna la cronaca.

Passa il Genoa al 6’, Destro ci mette sei minuti a ritrovarsi sotto la curva dei suoi tifosi: servito da un gran assist di Palacio, la stoppa e batte il portiere.
 
Vantaggio meritato perché è il Genoa sino a quel momento ad avere in mano il pallino del gioco.

E lo tiene ancora per un po’, sino a quando, sempre su assist di Palacio, Sculli fallisce il raddoppio e qui in molti vedono un’azione scorretta del difensore con possibile evidente rigore per noi.

Qualcosa, però, cambia dopo 25 minuti, il solleone probabilmente taglia di più le gambe ai nostri.

Palacio e Sculli smettono di scappare, e Luciano e compagnia suonano la carica.

Si rivede Pellissier, che mette in ambascie il portiere genoano portandolo a spasso, unica pecca d’una partita impeccabile quell'uscita un po’ spericolate di Eduardo e cosi’ dai che ti dai, dopo la già ricordata occasione sprecata di Sculli su assist di Palacio, Moscardelli sale di tono, recupera palloni e poi segna pure.

Davide Moscardelli, ex Tiestina serie B, è alla seconda partita in serie A, ma la numero 300 da professionista: il trentenne attaccante dei veneti ha già segnato al debutto, oggi si ripete in chiusura di primo tempo: cross da destra, sponda involontaria di un difensore, tiro secco di sinistro e sfortunata, deviazione, decisiva di Dainelli, tutto proprio al ’45, qualcuno direbbe più “sfiga” di così!

Solo che il risultato non fa una grinza e, sino a quel momento, è un pari ampiamente meritato dalla compagine di Pioli.

Nella ripresa il Genoa, sostituito Ranocchia con Kharja, riparte alla carica.

Criscito, ben lanciato dall’appena entrato Kharja, costringe Sorrentino ad un nuovo miracolo (già nel primo tempo sua paratone su legnata di Mimmo), ma Bentivoglio fa qualche passo indietro, aiuta Rigoni e toglie spazi a Milanetto, che col passare dei minuti vede scendere la lucidità (fino alla sostituzione con Veloso).

La mossa di Pioli funziona, Destro scompare dal gioco, mentre Luciano ritrova uno spunto dei tempi che furono e Pellissier sale ai suoi soliti livelli.

Fatale contropiede dei veneti all'11', Luciano evita la diagonale di Marco Rossi, spostato dietro con l'uscita di Ranocchia, un cross perfetto sulla testa di Marcolini, palo interno e gol del sorpasso.

Il Genoa si "smonta", il Chievo in contropiede mette insieme tre nitide palle gol (compreso un palo di Granoche che sostituisce Moscardelli) prima del 3-1 di Pellissier, che punisce un errore di Veloso.

Gelo nello stadio, primi fischi di protesta, qualcuno prova a “rifarsi” con i risultati degli altri campi sul tabellone luminoso, ma va male anche lì…

Mi sa che, almeno per ora, ci si dovrà consolare con i ragazzini della Primavera di Juric e Corradi i quali, con un doppietta di Polenta, hanno vinto anche a Firenze, era la loro prima uscita in campionato.

Alè!

Giancarlo Rabacchi







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