L'arbitro Moreno
Data: 22/09/2010 19.53
Argomento: dalla redazione


 

La notizia dell’arbitro di quella vecchia partita tra Italia e Corea che è stato arrestato per droga mi intristisce, per qualche ragione difficile da afferrare.

 

Sembra un principio di vita controvertito.

 

Un arbitro tanto corrotto? Non è possibile.

 

 

 



Forse solo un tantino corrotto, e poi, terminata la gloriosa fase sportiva della propria vita, un crollo di dignità?

 

Forse anche le persone rette col tempo possono corrompersi?

 

Forse, al suo bel tempo, del tutto incorrotto e incappato in piccoli falli, ripresi e ingigantiti dai giornalisti? Forse la verità non esiste al di fuori dei giornali?

 

Forse sono io a rimanere fuori tempo attaccato a una vecchia filosofia? Forse la disonestà negli arbitri è abitudinaria, perenne?

 

Chi lo sa.

 

Voglio però dire la mia opinione, che so del tutto controcorrente e che mi creerà un monte di deprecazioni.

 

Non ho mai pensato che l’arbitro Moreno sia stato inadeguato in onestà, almeno in quella partita che in Italia gli ha attirato tante recriminazioni.

 

Io penso che quella partita sia stata arbitrata piuttosto bene.

 

Per quanto ricordo, il suo grave errore fu l’annullamento della segnatura italiana. Ci fu la segnalazione nettamente sbagliata del guardalinee opposto alla tribuna e certo la responsabilità di ogni decisione è dell’arbitro. Quindi di quell’errore fu responsabile; ma se si parla di errore, in un tal caso non si deve saltare alla malafede.

 

Il rigore dato contro l’Italia fu giustissimo. L’abitudine italiana di trattenere l’attaccante, platealmente, durante il calcio d’angolo fu punita, e infatti altri casi del genere in seguito li vedemmo, in campo internazionale (me ne sovviene uno piuttosto recente, sarà così anche per voi)..

 

Nell’espulsione, ho avuto sempre l’impressione di un comportamento non del tutto innocente di Totti.

 

Altri casi critici non ne ricordo (ah, la memoria). Ricordo la maggiore baldanza degli asiatici, questo sì.

 

Sento come una ferita, da questa vicenda umana.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 







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