Grinta, carattere e personalità: Bari sconfitto
Data: 03/10/2010 21.37
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa  2     (pt 35’ Palacio; st 50’ Toni)

Bari       1     (st 7’ Barreto rig.)

 

Si è ammirato un gran bel gruppo, c’è ancora da lavorare, ma la squadra cresce, anche in personalità, sconfigge il Bari pur ridotta in inferiorità numerica per oltre 40 minuti della  ripresa.

 

 



Secondo Nils Liedholm, ricordate, in 10 si gioca meglio che in 1, cvd, verrebbe da dire dopo quanto visto oggi a Marassi.

Un Genoa abbastanza discutibile sino a quel momento, in inferiorità numerica esattamente dal 51', parte a tutta e si trasforma sino a conquistare meritatamente i tre punti in palio.

Luca Toni trova il gol della vittoria al 95', un   2-1 che, grazie a una prestazione superlativa, affonda il Bari incapace di approfittare della superiorità numerica.

Nel primo tempo va in gol Palacio, nella ripresa arriva il pari di Barreto su rigore, che costa l'espulsione di Moretti (che se esce imprecando, immagino con se stesso per aver così rovinato la prima chance che, finalmente, Gasperini gli aveva offerto), ma carica i nostri verso la grande impresa.

Gasperini e Ventura confermano le previsioni della vigilia.

Il 3-4-3 contro il 4-4-2; schemi molto elastici: grifoni e pugliesi si affrontano senza mezzi termini rischiando a volontà, soprattutto noi.

Bastano infatti due minuti per registrare la loro prima grande occasione, addirittura doppia. 

Barreto in contropiede si presenta da solo, ma Eduardo ci mette la prima pezza della giornata, mentre Ghezzal, che raccoglie la palla respinta, sfiora la traversa.

Teniamo forse di più la palla noi, ma siamo poco pericolosi mentre loro le rare volte che scendono fanno sempre paura nonostante Criscito anticipi e/o fermi sempre, in modo impeccabile, il temuto Alvarez.

Al 13', addirittura, Barretto colpisce un clamoroso palo, tagliando in due i rossoblù, ancora una volta messi in difficoltà dall'organizzazione offensiva della formazione di Ventura.

Diciamolo, sino a quel momento è un Genoa abbastanza ingenuo che  regala corridoi impensabili al Bari.

I ragazzi di Gasperini rispondono con azioni manovrate e veloci, affidate all'imprevedibilità di Veloso, Rafinha e Palacio, quando la palla finisce a Toni quasi sempre l'epilogo è un tiro anche forte che, però impensierisce poco Gillet, anche se nelle intenzioni c'è tutta la volontà del centravanti e la sua bravura nell'aprire spazi.

Il Bari continua, intanto, con i suoi pericolosi contropiede, la sensazione è che quelli prima o poi finiranno per “uccellarci”.

Barreto è bravo, non si discute, mostra anche numeri d'alta scuola, per fortuna nostra a mancargli è solo il tocco decisivo.

Quello che, invece, non fa difetto a Rodrigo Palacio che al 34', dopo, protestano i baresi un controllo con le mani di Toni, controlla benissimo nell'area piccola di destro, fa fuori con eleganza un avversario e con il sinistro freddamente infila sotto la traversa, gol da campione.

La rete ringalluzzisce il Genoa e deprime il Bari che subisce nella parte finale del primo tempo, al 40’ la partita potrebbe addirittura chiudersi o quasi.

Con la strepitosa punizione da fermo e di sinistro,  Veloso obbliga Gillet al primo capolavoro della giornata (al mio fianco si commenta: ma vengono tutti qui a fare i miracoli!), deviando la palla sul palo ben all’interno dello stesso.

Inopinatamente, però, la sfera non entra, ne rotola tra i piedi di qualcuno dei nostri, Mesto era ben appostato nei paraggi, niente da fare e l’urlo di Marassi finisce”strozzato”.

Il ritmo di inizio ripresa è identico a quello della prima frazione di gioco, ma ora è il Genoa a impressionare  di averne di più, anche se il peccato originale dell’ingenuità difensiva torna alla ribalta.

All'ennesimo contropiede, questa volta di Castillo, Moretti commette fallo.

L'impressione è che l'intervento avvenga di pochissimo prima dell'area di rigore, ma purtroppo, non per Giannoccaro che concede il penalty al Bari e, peggio che peggio, espelle Moretti.

Barreto trasforma e per il Genoa tutto potrebbe e dovrebbe complicarsi, ma porca paletta, si lascia scappare qualcuno, anche oggi ci tocca soffrire.

Invece no, e non è un’illusione ottica, la squadra in dieci pare essere il Bari.

Non solo per possesso palla e pericolosità, ma anche dai dettagli più o meno banali.

Loro cercano di perdere tempo in tutti i modi (non a caso l’arbitro assegna ben sei minuti di recupero), noi affrettiamo le rimesse da fondo, quelle laterali, ecc., ecc.

In dieci i rossoblù non speculano, anzi attaccano a tutto spiano ed assediano il Bari, esibendo un 3-3-3 di grande personalità, da uomini duri e pronti al sacrificio.

Al 26', dopo l'uscita di Barreto per Caputo, Mesto dalla destra serve sul secondo palo Luca Toni, colpo di testa ravvicinato, respinto più d’istinto che altro da Gillet che mette in carniere il secondo miracolo.

Con quel mio vicino di seggiolino sempre più sconsolato: ce l’hanno tutti con noi questi portieri, l’aria di Genova, evidentemente, li rigenera.

Il Genoa ci prova anche con Rafinha, spostato in un’inedita posizione da centrocampista, con Karhja a tratti sulla fascia.

I nostri dieci “eroi” costringono sempre più il Bari ad erigere un fortino, quasi come se, come detto, in inferiorità numerica ci fossero i galletti.

Viene fatto entrare il giovane D'Alessandro (inserito al posto di Castillo), si quello che aveva dato qualche grattacapo alla nostra primavera nelle partite con la Roma, ma anche lui incide poco.

Veloso, azzoppato dall'ennesima zolla, lascia al 39’ il posto in cabina di regia a Milanetto che si presenta subito con un assist a Toni che di testa sfiora il palo opposto facendo gridare al gol.

Alzi la mano chi non si sentiva che sarebbe stata la giornata di un Luca, oggi da subito in versione grande spolvero.

La pressione del Genoa non si placa.

Il Gasp prova a buttare dentro anche Rudolf, fuori Palacio, straordinario sia per la dedizione al servizio della squadra, (corre ed oramai  sta in campo alla Sculli), ma anche e soprattutto grande campione di abilità e freddezza in occasione di un gol che non esagero a definire da vero fuori classe quale lui è, specie tra le mura amiche.

Comincia a far vedere qualcosa anche questo bassotto ungherese che, per poco, non la mette dentro.

Alla fine, però,  è di nuovo Eduardo a salvare la patria sbarrando la strada a Caputo e al suo contropiede.

Ma oggi è un giorno speciale, quelli che si ricorderanno a lungo.

In dieci, con le gambe a pezzi, Toni estrae dal cilindro il suo colpo preferito: inzuccata su cross di Milanetto su cui Gilet, per la seconda volta, non può nulla.

E' il trionfo, meritato ed il Bari, come il da noi famoso “Bacicin,  non resta che andarsene a casa a meditare, abbastanza sconsolato.

Fischi e pernacchie a Ventura, ciclista prima ancora che “ingrato”.

Così, anche se nega, il Gasp ha consumato un’altra delle sue vendette.

Ma quanta rivalità, almeno apparente,che c’è tra tutti questi tecnici.

A proposito del Gasp, intrigante la sua uscita durante le interviste negli spogliatoi.

Dice: se non avessimo vinto a pochi spiccioli dalla fine (un’altra mazzata per quelli che gufano) i commenti sarebbero stati ugualmente largamente favorevoli per tutti noi?

Certo il gol è stata la ciliegina sulla torta ed i tre punti sono tanta manna, fanno terribilmente comodo.

Sarebbe, però, basta la prestazione, comunque, straordinaria della squadra, per passare due settimane tranquille e preparare nel migliore dei modi la prossima trasferta romana in casa Totti?

Oppure da ultimi o quasi della classe sarebbero cominciati, come dice lui, i teatrini?

Gasp, immagino, sia una domanda pleonastica, il calcio, è questo e non lo può cambiare nessuno.

Dai, comunque sia, meglio così perchè, oltre ai progressi innegabili del gioco, della grinta e del carattere, altri tre punti in carniere ci stanno proprio bene, anche per meglio valorizzare il buon lavoro fatto sin qui.

Ultima notazione sul Prez.

Molto opportuna la sua visita ”pastorale” fatta in settimana che ha avuto l’effetto di rasserenare  squadra, tecnico ed ambiente.

Le precedenti prese di posizione piuttosto “aziendalistiche” , se posso permettermi, forse, avevano aiutato abbastanza poco, meglio stavolta, grazie anche a lei.

Grazie soprattutto alla squadra ed al Mister per averci fatto divertire ancora una volta alla grande.

Certo per noi le cose facili non vanno mai troppo bene, prima ci si deve, in un modo e/o nell’altro, complicare un po’ la vita.

Poi, chiaro, che se tutto finisce per filare per il giusto verso si gode, se possibile anche di più.

Direi che può bastare, non senza aver espresso un grande plauso, non solo all’eroe di giornata il grande, in tutti i sensi, Luca Toni, e con lui Palacio, ed anche a tutta la squadra, ma soprattutto ad Eduardo (notato il "cinque" iniziale fatto con Veloso che lo aveva sostenuto in settimana?) ed a Mimmo, osannato all’uscita sia per la grandissima prestazione, ma forse anche per consolarlo per la, pare, mancata chiamata in nazionale da parte di Prandelli (estimatore dei Lucchini e dei Gastastello, de gustibus….).

Come si fa ad ignorare un tale campione e per di più giovanissimo: chissà, forse ora non c’è più nessuna comproprietà “importante” che condiziona...

Bravi, determinanti e trascinatori entrambi, ripeto 110 a tutti, per loro due laurea di giornata con 110 e lode: quando ce vò ce vò!

Alè!

Giancarlo Rabacchi 

 







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