Il Genoa sconfitto in casa
Data: 30/10/2010 12.20
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa C.F.C.                         0

 

 

F.C. Internazionale              1

(48’ I t. Muntari)

 

 

 

Lo stadio del Ferraris è bello pieno, in questa notturna di venerdì, con buona partecipazione anche di milanesi. Arrivarci è una marcia difficile. Ci sono cartelli indicatori che sembrano frutto di fantasia. Manca la temuta separazione, negli ingressi, tra i possessori della famosa tessera e gli agnostici da fede sportiva dichiarata; ma forse io non avevo capito bene. Il fatto è che dopo una serie di code clamorose e una sequela di transenne e di svolte angolari, entro appena in tempo per l’inizio; per fortuna ero in anticipo.

 

 



Il prato appare come maculato di diversi punti di verde, quasi tra l’erba fosse stato messo dell’altro; ma davanti alla porta sud c’è un’ampia chiazza di color marrone chiaro, che, come si vedeva una volta nei campi troppo pestati, manifesta la presenza di terra, che, indurita a secco, con la pioggia diventa fango. Tale è l’impressione visiva; in realtà potrebbe trattarsi di qualunque altra sostanza. Per valutare, bisognerebbe entrare sul terreno.

 

Il fatto è che proprio lì si deciderà la partita. Nel ricupero del primo tempo Multari, giocatore piuttosto materialotto, estraeva un forte tiro diagonale da sinistra da fuori area, a cui il nostro portiere Edoardo rispondeva inclinandosi a sinistra per intercettare la traiettoria, ma la palla batteva sul terreno davanti a lui, deviava di rimbalzo verso il centro della porta, sfuggiva alle mani del portiere e scivolava in porta.

 

Rientrati i giocatori negli spogliati per il riposo, dopo pochi minuti due dirigenti si portavano su quel punto del campo e sostavano ad esaminare minuziosamente il terreno.   

 

Si può dire che il nucleo della partita e del risultato è questo, sta tutto nell’unica porta segnata in modo casuale?

 

Certamente no. La partita, come sempre fa, ci ha detto molte altre cose, impossibili da raccontare tutte.

 

Il Genoa incompleto ha tenuto testa all’Inter che era quasi nella sua formazione migliore, a parte Milito in panchina, e alla fine anzi abbiamo visto i campioni d’Italia costretti a difendersi anche con mezzucci di ripiego intesi ad acquistare tempo. Dobbiamo riconoscere la forza della loro difesa. Il nostro Toni l’ha impegnata al massimo ma si è trovato costan-temente marcato da due avversari anche nei ripiegamenti e non erano avversari da poco.

 

Mentre il Genoa ha impostato il gioco d’attacco sulla velocità, l’Inter disponeva di un tessuto di gioco più ricco di scambi preparatori. Anche il loro centrattacco, il temuto Etoo, giocava in mobilità e a tratti ripiegava ma sempre per prontamente ripartire ed aveva un buon appoggio da parte dei compagni. La bellissima difesa del Genoa, elogio questo che comprende anche il portiere, però ha lasciato poche opportunità all’attacco avversario e sono più numerose le occasioni che hanno avuto i rossoblù di battere i portieri avversari, che sono stati due, e anche il numero dei calci d’angolo a favore.

 

Dunque alla fine la folla è uscita dal campo con la convinzione di un Genoa che meritava almeno il pareggio e forse di più.

 

Nel primo tempo, due sono state le autentiche occasioni per sbloccare lo 0-0, dopo alcune buone parate degli opposti portieri. La prima, al 29’, venne da una  stupenda combinazione in velocità da Cutigno (piccolino e vivacissimo) a Etoo il quale concluse tra due avversari con un fine tocco imparabile che finì fuori di pochissimo: una delle cose più belle della partita ma che restò piuttosto isolata nel contesto. La seconda, al 42’, fu un pallone porto da Chico, in posizione di ala destra dove si portava spesso e bene, a Rossi, che ebbe l’occasione di piazzare un diagonale a colpo sicuro perché lì c’era uno spiraglio scoperto nella porta ma la botta fu troppo angolata e uscì di poco. Al 46’ ho ammirato l’intelligenza di Ranocchia nel contrastare una lunga avanzata di Etoo palla al piede senza “andargli sotto” col grave rischio di rimanere scavalcato: invece lo contenne indietreggiando fino al momento buono per spogliarlo della palla.

 

Poco dopo, il gol.

 

Nel secondo tempo il Genoa cercò maggiore incidenza all’attacco immettendo i due giovanissimi Destro e Boakyé, ma pur ottenendo qualche buona palla e occasione i due poi le fallirono.

 

Del Genoa tutti meritano lode e la squadra ha confermato la sua validità, con la sola piccola riserva di una certa mancanza di freddezza nel collocare il tiro, ma bisogna considerare il grande impegno continuo a tutto campo della compagine.

 

L’Inter ha fatto una gara inferiore all’attesa e alla fama e ho detto degli aspetti poco sportivi che ha messo in luce, che comprendono anche una certa fallosità.

 

L’arbitro Banti da Livorno ha offerto una prestazione apparentemente pulita e corretta ma a me è sembrato molliccio nel reprimere quelle mancanze dei giocatori sul piano delle intenzioni da buon sportivo; non mi riferisco al semplice cartellino giallo comminato per quell’orrendo pericolose fallo di Samuel su Chico al 30’ I t., che era prodotto, più che da autentica intenzione violenta, da un manifesto eccesso di vigore che, attenzione, può anch’esso meritare l’espulsione; piuttosto, per altri falli giudicati disciplinarmente con liberalità e per la tolleranza dei comportamenti interisti dilatori e perditempo.

 

Forza Genoa: ti riprenderai presto da questa sconfitta.

 

 

Vittorio Riccadonna  

 

 

 







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