Al Cagliari non basta la volontà
Data: 15/11/2010 00.01
Argomento: il Grifone in campo


 

 

Cagliari C.                              0

 

Genoa C.F.C.                         1

(37’ II t. Ranocchia)

 

 

Due squadre differenti per impostazione tecnica e per disposizione morale: sul  morale dei giocatori ha influito la partita giocata nel corso della settimana.

 

 



Il Cagliari ha sofferto lo scorno patito dal Napoli, amareggiato di recriminazioni verso l’arbitro, perché l’ultimo decisivo contropiede del Napoli li aveva sorpresi fermi ad aspettare la fine partita promessa – così dicevano nell’isola.

 

I giocatori del Cagliari, spinti dal pubblico caldo, nell’intento di rifarsi hanno condito il loro furore agonistico e le durezze contro le caviglie dei genovesi con proteste sovente senza motivo.

 

Il Genoa, come già contro il Bologna, ha unito una debita, ma non eccezionale, propensione all’impeto a un comportamento più composto, sostenuto da una superiore qualità individuale.

 

Essendo una vecchia legge di alcuni sport, compreso il calcio, che a volte lo slancio aggressivo perde di fronte alla manovra intelligente, il Genoa, dopo vari assalti subiti, è uscito con un colpo di testa a risolvere la partita a suo favore.

 

E’ stato uno strano gol, certamente una pecca della difesa: Ranocchia su un calcio d’angolo a favore, malamente marcato, si è spinto al centro dell’area di porta proprio davanti al portiere e ne ha anticipato l’intervento intercettando il velenoso pallone calciato da Veloso.

 

Sotto l’aspetto tecnico il Cagliari attaccava con velocità, senza far sostare la palla a centro campo, con grandi volate sulle ali e ampi traversoni. Apparteneva al Genoa una più complessa e insistita preparazione degli attacchi, che non arrivavano a conclusioni altrettanto penetrative ed erano lacunosi sulle ali.

 

In definitiva tra i due portieri molto più impegnato è stato il nostro Eduardo, sempre attento ed efficace; mentre quello avversario, Agazzi, ha macchiato il suo più lieve compito con il mancato intervento sul gol, per cui si può anche dire che il risultato si spiega con la differenza di rendimento dei due portieri.

 

Il Genoa ha schierato la difesa a 4, fatto abitudinario di fronte ad un attacco a 3; in generale, si ha avuto un’impressione di continuità, vediamo ancora molto di Gasperini nel Genoa, forse con un pizzico di attenzione difensiva in più.

 

Durante il primo tempo, il Cagliari è riuscito più volte a mettere un uomo di fronte ad Eduardo, sempre prontissimo a buttarsigli contro; il primo tiro del Genoa piazzato alla  porta avversaria, anzi l’unico, è stato di Mesto a metà tempo e si trattava di uno di quei tiri destinati a venire parati. Tuttavia c’è stato questo interessante equilibrio tra due stili diversi. Interessante un pallone di Toni al 23’: la palla esce a terra a fianco del palo, deviata dal piede non vibrato del centravanti.

 

Alla ripresa, la sostituzione di Rudolf con Danielli ha indotto una difesa più stretta ed una più continua sequenza di attacchi dei rossoblù di casa. Il Cagliari schiera anche quel Nené che ha un importante passato nel Madera, se non erro: suo un paio di secchi tiri da posizione non facile, che ancora trovano risposta di Eduardo.

 

Il bravo Cossu dà parecchi pensieri ai nostri; rappresenta forse un rimpianto della nazionale italiana averlo licenziato quando già si trovava in Africa ai campionati del mondo. Però anche lui viene sempre ben contrastato. Caratteristica una sua protesta per il fischio di fuorigioco, quando l’irregolarità c’era ed era enorme. Non dobbiamo pensare a malizia. E’ soltanto spirito di agonismo.

 

Infine il Genoa si ridistende e coglie la vittoria, rinnovando lo scorno dei cagliaritani, che hanno fallito diverse conclusioni.

 

Una vittoria che ricorda quella colta ad Udine. 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 







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