Incredibile rimonta
Data: 20/02/2011 22.38
Argomento: il Grifone in campo


Genoa        4  (7', 23' st. Palacio  23',40' st. Paloschi)

Roma         3  (6' pt. Mexes, 16' pt. Burdisso e 6' st.Totti)

Indietro al 6' della ripresa di tre reti (Mexes, Burdisso e Totti), il Genoa non si arrende e rimonta con doppietta di Palacio e Paloschi. Totti sbaglia un gol fatto e Paloschi, doppietta pure lui, va a segno nel finale regalandoci una vittoria memorabile che fa tornare alla mente un Genoa-Inter del 25/12/1955 che finì 4-3 per noi con tre reti segnate nel finale. Era la storica partita giocata a Natale di quell'anno con l'esordio nelle file dell'Inter del famoso Vonlanthen.

 

 



La Roma affronta la partita con spirito molto battagliero, nonostante le ultime avversità.

Taddei accusa qualche linea di febbre nella notte, al suo posto è rispolverato Brighi; Juan, dopo il riscaldamento, capendo di essere in precarie condizioni di salute (influenza) lascia il posto al lungagnone Castellini.

Dopo 8 minuti di gioco Perrotta è costretto ad uscire per una caviglia malconcia (al suo posto Ranieri getta nella mischia Taddei).

Piove sul bagnato perché tutto questo capita loro in aggiunta alle assenze di Vucinic e Adriano per infortunio e a quelle di Rosi, Cassetti e De Rossi per squalifica.

La Roma di Marassi all’inizio sembra più forte della sorte avversa (e dei veleni di Frigoria).

Entra in partita a testa bassa e già prima del vantaggio Borriello e Totti sfiorano più volte il gol.
 
Quando al 6' arriva la rete di Mexes, che dopo essersi liberato con una trattenuta abbastanza dubbia di Dainelli, di testa devia un calcio d'angolo alle spalle di Eduardo, riconosciamo tutti che “era nell’aria”.

La Roma non si ferma, anzi Totti & C. appaiono ancora più carichi e determinati, mentre il Genoa non c'è o se c'è non lo si vede, tanto per capirci Eduardo riesce miracolosamente ad evitare il raddoppio di Taddei.

E il primo quarto d'ora se ne va così, con la partita nelle mani, anzi nei piedi, dei giallorossi, fagocitata dalla squassante pressione degli ospiti che sembrano irrefrenabili.

Qualcuno fa notare che, probabilmente, ai nostri non è ancora passata la sbornia da derby.

Comincio a crederlo anche io quando vedo Milanetto, inopinatamente, farsi uccellare da dilettante un palla che non si tramuta in gol solo per miracolo e fortuna.

Il Genoa prova a scuotersi ed a reagire allo svantaggio, sfiora il pari con Palacio, ma la voglia della Roma travolge la difesa genoana, che non riesce ad opporre adeguata resistenza.

Al 16' l'altro centrale, Nicolas Burdisso, corregge di testa in rete una punizione davvero ben battuta dal fischiatissimo Totti.

Il Genoa non ci sta, ma Floro Flores prima sbaglia la mira, poi chiama Julio Sergio ad una gran parata e così il primo tempo si chiude sul 2-0 per la Roma, ma la sensazione, chissà forse solo la speranza è che la partita non sia ancora chiusa.

La ripresa inizia, infatti, con un Genoa determinato, convinto di poter recuperare.

Floro Flores da il via ad un personale duello con Julio Sergio ed il portiere romanista salva la sua porta già dopo 5'.
 
Un minuto dopo Totti sfrutta un assist di Borriello e di sinistro infila il 3-0 e gela per un attimo il Ferraris.

La partita a quel punto sembra davvero chiusa, ma per fortuna subito dopo la tenacia di Floro Flores costringe Julio Sergio all’errore che Palacio sfrutta alla perfezione.

Neanche il tempo di disperarsi che la partita è, invece, riaperta.

Poi ancora Floro Flores prosegue la sua personale sfida con il portiere giallorosso, che ancora si dimostra decisivo per i suoi, e allora ci pensa Paloschi (a digiuno dall'ottobre 2009) a firmare il 2-3; l’ex parmense, nel frattempo, subentrato a Rossi, era già uscito anche Milanetto per Veloso.

I due valorosi esponenti della cosiddetta vecchia guardia erano forse un po’ stanchi e meno brillanti del solito, ma sono stati osannati dalla Nord come il solito.
 
Sul 3-2 la temperatura sale ed il Genoa, a differenza degli avversari, appare sorretto da una condizione fisica straripante, ci crede sempre più, mentre la Roma accusa il colpo e si squaglia come neve al sole.

Ora i padroni della scena sono i nostri ed il pareggio arriva al 29’ con un colpo di testa angolato di Palacio, un piccolo capolavoro.

Al 34' Totti, tutto solo in area, spreca malamente la più facile delle occasioni, tirando addosso a Criscito, sia o no sia la classica legge del calcio gol fallito – gol subito, la sostanza è che al 40' il Genoa passa ancora e stavolta il risultato è definitivo.

Il gol della vittoria è confezionato con grande freddezza ed abilità con una splendida azione sulla sinistra dai due giocatori rossoblù più in forma in questo momento ed oggi di gran lunga i migliori in campo, parlo, ammesso ce ne sia bisogno, di Criscito e Palacio.

Palacio spinge in area per Paloschi, che di destro appoggia in rete da pochi passi.

Doppietta anche per il secondo e incredibile 4-3 per il Genoa, ma le emozioni non sono ancora finite perché i rossoblù restano in 10 per il doppio giallo a Rafinha a tempo ormai scaduto.

La Roma prova a gettarsi avanti con disperazione più che con orgoglio, ma il risultato non si schioda e Ballardini porta a casa il secondo prestigioso risultato da quando si è seduto sulla panchina del Genoa.

Bravo il nostro tecnico, in particolare nelle sostituzioni, per quello che mi riguarda tutte e tre molto felici e tempestive.
 
Ha letto bene la partita, ha capito che Milanetto, piuttosto stanco, non era nella sua giornata migliore, ha osato facendo entrare Paloschi ma non per una punta (Palacio oggi ha fatto forse una delle migliori partite da quando indossa la nostra maglia e sarebbe stato un delitto toglierlo) e solo all’ultimo ha sostituito Floro Flores, anche lui un po’ stanco, con Moretti per non rischiare di compromettere un pareggio già così incredibilmente raggiunto ed è stato giustamente premiato con il gol vittoria.

Ultima notazione per le punte.

Bravo e tenace Floro Flores.

Un po’ poco freddo, forse, sotto rete, però esuberante, veloce ed intraprendente: un piacere vederlo giocare.

Diverso Paloschi, un “gattone” sornione.

Si è incominciato a capire perché è stato accostato ad Inzaghi.

Ne dovrà ancora mangiare di pastasciutte il giovanotto, ma l’accostamento è tutt’altro che irriverente vista la freddezza e la semplicità disarmante che ha dimostrato nell’andare a rete.

Chissà questi due ragazzi, probabilmente,  sono proprio quello che ci voleva.

Alè!

Giancarlo Rabacchi







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