Sconfitta di misura
Data: 01/05/2011 08.35
Argomento: il Grifone in campo


 

Napoli             1  (83' Hamsik)

Genoa             0

Un buon Genoa, abbastanza rimaneggiato, lascia al Napoli tre punti fondamentali per la sua corsa Champion.

Stratosferico Criscito, grandissimo anche Konko sostituito, probabilmente, per problemi fisici. Molto bravo anche Eduardo oramai vicino alla riconferma.

 

 

 



Decide Hamsik.

Al talento slovacco basta uno spunto per decidere la partita con un diagonale dopo 83 minuti in chiaro-scuro che proietta il Napoli ad un passo dall’Inter, seconda in classifica, un punto avanti, ma a +9 sull’Udinese quinta in graduatoria e prima esclusa dall'Europa più importante.

Noi, oramai, ci dobbiamo accontentare d’essere buoni comprimari (posizionati nella parte destra, alta, della classifica, con speranziella d’infilarsi in fondo a quella di sinistra), anche se il raffronto con il Napoli, che ha avuto “disgrazie” ed un percorso molto simili a noi lascia un po’ d’amaro in bocca anche se, è giusto non dimenticarlo, certi importanti traguardi, in effetti, noi l’avevamo, sia pure solo quasi, raggiunti prima di loro.

Le due Società che, come detto, hanno avuto percorsi molto simili, dopo il contemporaneo approdo nella serie maggiore hanno seguito politiche diverse ed ora l’assetto di squadra ed i risultati certamente non ci premiano, chiaro anche che il loro bacino d’utenza e le loro entrate superano le nostre, però…

O.K. dai, lasciamo perdere ed applaudiamo gli amici napoletani, guardiamo ai loro attuali exploits senza demordere e considerandoli come un importante stimolo per tornare anche noi a volare alto.

Di più, ci sono altre esigenze di particolare momento su cui concentrarci, anche e non solo per finire bene questo campionato…

La partita.

Il Napoli ritrova Lavezzi dopo la squalifica e presenta in difesa Aronica, pupillo del solito “refioso” Mazzarri (che soddisfazione se quella spizzicata di testa di Floro Flores, a tempo e recupero quasi scaduti, anzichè sfiorare il palo a portiere battuto, fosse finita dentro…) e non Ruiz, a centrocampo Pazienza (arrivederci a presto…?) e non Yebda.

Il Genoa, si sapeva, si presenta in grand’emergenza: tre squalificati (Palacio, Dainelli e Milanetto), Rossi in infermeria, Rafinha in campo con la febbre e tre Primavera in panchina e Polena e Jelenic finiranno anche per entrare nel finale.

Su di un campo pesantissimo per la pioggia a catinelle (peggio nella non lontana Roma dove per la beatificazione di Giovanni Paolo II migliaia di fedeli sono rimasti all’addiaccio tutta la notte sotto l’acqua …) gli azzurri padroni di casa provano ad imporre il gioco, preferibilmente a sinistra dove il veloce Lavezzi manda in crisi i nostri difensori, mentre a destra Maggio è stretto nella morsa di Criscito e Antonelli.

Con un po' di enfasi piace definire, se non proprio "stratosferica", molto importante la partita di Criscito, ieri con la fascia di capitano e la sua una prestazione non è stata per niente macchiata dal gol degli avversari che lo ha visto più sfortunato che colpevole.

Presidente, lo scrivo a cuore aperto e senza il minimo intento polemico: ma è proprio indispensabile privarsi già da ora di questo ragazzo?

Davvero non è possibile tenerci e goderci "Capitan Futuro" ancora per un paio di stagioni e poi, certo, capitalizzare per le giuste ed inevitabili esigenze di bilancio?

La bravura, l’eleganza, il suo importante contributo alla squadra sia in fase difensiva che offensiva, di più l’attaccamento di questo ragazzo ai nostri colori meriterebbero un suo magari anche non indifferente sacrificio: per quel niente che la conosciamo non disperiamo.

Il Genoa ben messo in campo contiene bene il Napoli rischiando un po’ solo su un tiro da fuori di Lavezzi (12’) e un colpo di testa da centro area di Pazienza (20’), cresce alla distanza, con il “solito” Criscito che si fa più intraprendente a sinistra e Floro Flores che gira attorno a Paloschi che fa da boa per creare spazi.

Per la verità anche De Sanctis non corre grossi pericoli e il primo tempo sin chiude senza tiri in porta: la statistica, per quello che vale, dice di un Napoli al 62% di possesso palla.

Cambia abbastanza la musica nella ripresa.

Il Napoli è più pericoloso e diventa inquilino stabile della nostra metà campo.

Il solito Lavezzi ispira tutte le manovre dei partenopei, per la verità Hamsik e Cavani non paiono nella loro serata migliore, merito anche dei nostri (piace ad esempio la sicurezza e l’esperienza dimostrata da Moretti in questa partita).

Il San Paolo prova a scaldarsi anche sotto il diluvio, ma qui entra in scena un bravissimo Eduardo, che ci fa rivedere il miglior portiere degli ultimi mondiali.

L'estremo difensore portoghese, a volte colpevole di alcune nostre disavventure stagionali, ieri sera gioca una delle sue migliori partite in rossoblù e partita dopo partita sta convicendo tutti anche per la bravura  e l'affidabilità.

Nega il gol a Yebda (subentrato a Pazienza) al 17’, poi fa il bis sul colpo di testa ravvicinato di Lavezzi al 23’.

Quando, infine, non ce la fa da solo si fa aiutare da Criscito (che in due occasioni toglie a Maggio un facile tap-in) e da Kaladze (protagonista di un salvataggio involontario “di faccia” al 22’, quando facilita l’intervento del portiere dopo un colpo di testa mancato di Cavani).

Poi entra in scena Ballardini e comincia con il sostituire Konko.

Francamente un cambio che ha lasciato più di uno abbastanza perplesso, anche e soprattutto vista la prova davvero molto positiva, sino a quel momento, del francese.

Probabilmente ci saranno stati problemi, speriamo non seri, al suo ginocchio da un po’ di tempo un po’ scricchiolante.

Qualcuno sostiene, invece, che inserendo l’ancora incorporeo Destro il tecnico romagnolo abbia addirittura provato a vincere.

In effetti, a quel punto il Napoli pareva mostrare qualche segno di cedimento fisico, sta di fatto, però, che da quel momento la situazione è un po' precipitata, si è avuta l’impressione di un'ancor maggiore rottura degli equilibri in campo ed il Napoli, batti e ribatti, è arrivato inevitabilmente al gol del successo.

Ballardini pare poi "ravvedersi", prova a rimediare levando, pur in situazione di svantaggio, una punta (Paloschi) ed inserisce Jelenic.

Caricato dal gol il Napoli ritrova, però, energie, ci contiene bene, anzi tenta, senza riuscirci, a mettere il risultato al sicuro.

Finisce bene il Genoa che arriva in un paio d’occasioni molto vicino al pareggio.

Non so gli altri, ma raramente ho sperato ed ho fatto tanto tifo per un golletto nel finale che potesse un po' guastare la festa a quell’antipatico di Mazzarri (che, comunque, s'è beccato uno striscione niente male dalla "torcida" napoletana).

Siamo solo riusciti a farlo “strizzare" non poco, pazienza ci rifaremo un’altra volta.

Ora, dai, sotto con la stracittadina, per confermare il nostro buon momento, la serietà e la correttezza sempre dimostrate e per arrivare più in alto possibile per questioni di prestigio ed anche di … “palanche”.

Alè!

Giancarlo Rabacchi







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