Il momento dell'azione (una analisi)
Data: 02/11/2011 13.52
Argomento: dalla redazione


 

Il coscienzioso cronista delle partite di calcio,

nel corpo o in tabellina, ha il compito di collo-

care il minuto delle segnature.

 

Ad esempio, così:

 

10’ I  t.:  segna Verdi

10’ II t.:  pareggia Neri.

 

Benissimo. Tutto chiaro.

 

 



 

Non so se per una sorta di complotto, i grandi mezzi di comunicazione eliminano l’indicazione del I o II tempo. Essi scrivono, pel medesimo caso, così:

 

                             10’   Verdi

                             55’   Neri.

 

E’ dimostrabile che non ha senso tale metodo.

 

Ipotesi di due marcature:

 

47’ I t.  Verdi (nel corso del ricupero di 3’).

 3’ II t. Neri.

 

Se si scrivesse:

                                             

                             47’  Verdi

                             48’  Neri

 

(sembrerebbe passato appena un minuto) neanche l’uomo più anziano della terra ne caverebbe fuori il risultato dell’intervallo.

 

Se poi, vilmente, Neri avesse segnato al 1’ del II t. invece che al 3’, si dovrebbe scrivere:

 

                             47’ Verdi

                             46’ Neri

 

e questo punto l’anziano succitato getterebbe la spugna e si volgerebbe altrove.

 

Costoro tapini, dando per fallita la semplificazione, ricorrono ad un deprecabile sistema a numeri complessi che esprimono così:

 

                             45+2’   Verdi

                             48’     Neri.

 

Che orrore quella somma aritmetica, come se allo scadere dei 45’ fosse avvenuto un concreto fatto nuovo a incidere sul gioco. Oltre tutto, in logica, non ha senso sommare un 45 cardinale a un 2 ordinale, sarebbe come sommare cavoli a patate.

 

(Se viene segnata una porta dopo 30”, essa è stata segnata al 1° minuto di giuoco: in tutti i casi il minuto che indichiamo è quindi un ordinale).

 

Qualche formalista correggerebbe in: 

                                                              

                             (45+2)’

                              48’;

 

una finezza preziosa, però non destinata ad incontrare l’incolta platea.

 

Forse

                                               

                             45’+2’ ?

 

Di orrore in orrore: sono due ordinali, non due quantità, e per loro natura non si possono sommare. 

 

Ci siamo avventurati nei formalismi senza ancora vedere il principale problema, che consiste nell’insanabile contrasto tra tempo di cronometro e tempo effettivo di giuoco.

 

Ecco un’ipotesi meno semplice.

 

[ 10’ I t. sospensione di 3’ per un giocatore a terra ]

  30’ I t.    Segna Azzurri

  47’ I t.    Segna Verdi (durante il ricupero dei 3’).

   3’ II t.   Segna Neri.

 

Nel modo tradizionale, tutto è chiaro:

 

30’  I t.   Azzurri

47’  I t.   Verdi

 3’  II t.  Neri,

 

proprio come detto sopra.

 

Ma se diciamo, reprimendo l’orrore:

 

                             30’      Azzurri

                             45+2’    Verdi

                             48’      Neri,       

 

significhiamo che Neri ha segnato al 48’ di giuoco effettivo, cioè dopo che si è effettivamente giuocato per 47 minuti.

Cadiamo così in contraddizione, in quanto Azzuri NON ha segnato dopo 29’ minuti di giuoco effettivo, ma dopo 26 soltanto, per via della sospensione, e analogamente dicasi per Verdi.

 

Dovremmo quindi scrivere, riferendoci al giuoco effettivo:

                                      

                             27’      Azzurri   

                             44’      Verdi      

                             48’      Neri.    

 

Oppure forse, di orrore in orrore:

                                    

                             27+3’    Azzurri

                             44+3’    Verdi   

                             45+3’+3’ Neri

(45’ = 1 tempo effettivo).   

 

Ma dovremmo misurare per certo i 3’ di sospensione e trascurare le indicazioni del cronometro.

Su questa strada il cronometro, che scandisce i 45 minuti, non ci aiuterebbe più: noi dovremmo scandagliare i capziosi pensieri dell’arbitro e saper rilevare il ricupero man mano che viene da lui pensato (un minuto al 15’ oppure al 35’? a partire da 20’42” fino a 21’53”?) e conteggiarlo poi puntigliosamente: ne sortirebbero  opinioni soggettive e consenso, a dir poco, problematico.

 

Invece proviamo a sviluppare l’indicazione precedente:

 

                             30’      Azzurri

                             47’      Verdi                  

                             51’      Neri.

 

Adesso va bene: sono esattamente i tempi misurabili facendo partire il cronometro all’inizio della partita, fermandolo alla fine del primo tempo e facendolo ripartire all’inizio della ripresa. In teoria è  perfetto: ci siamo finalmente riusciti. In pratica  riguardo al II tempo l’esito al normale lettore diventerebbe imperscrutabile, e non soltanto per il conteggio dei minuti interi: ci possono essere secondi in più (o in meno) nel tempo di ricupero effettuato e inoltre l’arbitro può aggiungerne altri a causa di comportamenti dilatori. Trasferite anche tutte queste frazioni di minuto al II tempo, ci vorrebbe un vero filosofo per penetrare le pieghe dei tempi delle segnature.

 

E se poi nel secondo tempo avvenisse un altro 45+2’, scritto come 90+2’ ...

 

No, scusate ma qui mi fermo, quest’altra complicazione possiamo trascurarla.

 

Dunque l’unico modo corretto è quello tradizionale.

 

Siamo d’accordo, in fondo è un piccolo problema, non vale occuparcene. Tolleriamo pure l’indicazione “45+2’”, col mero significato di “47’ I t.”, e consideriamo che va sottratto 45 a ogni numero semplice maggiore di 45.

 

Questa scrittura, brutta, incongruente, non semplificativa, a chi l’adotta appare accattivante e adatta al pubblico. Anche sui gusti sulle cose minute si trasferisce l’attuale deriva della nostra società, che in ogni dove tende a trascurare, servile alle tecniche della comunicazione, quei fondamenti di precisione che ad essa dovrebbero essere funzionali.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 







Questo Articolo proviene da Genoadomani
http://www.genoadomani.it

L'URL per questa storia è:
http://www.genoadomani.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2838