Segnature fatali e buon pareggio
Data: 04/03/2012 23.39
Argomento: il Grifone in campo


 

 

U.S  Lecce                      2

(16’ II t. Muriel; 36’ Brivio, punizione)

 

Genoa C.F.C.                 2

(23’ I t. Sculli; 40’ II t. autorete Giacomazzi)

 

 

Fortuiti incidenti colpiscono durante il primo tempo due giuocatori di queste squadre che già lamentano varie assenze. Il primo tocca al bravo Quadrado, che ha subito un non leggero trauma ad una caviglia ma giuoca fino a secondo tempo iniziato. Il secondo, assai più grave, capita al nostro ottimo Granqvist: temiamo si tratti di cosa seria. Viene trasportato in barella dolorante e sostituito immediatamente da Carvalho.

 

 



Due squadre rimaneggiate in difesa: e poiché la classifica dice che non si tratta di difese impermeabili, la cosa si è fatta sentire. Però, nonostante che le numerose segnature siano addebitabili a mancanze difensive, anche i meriti degli attaccanti vanno teniti in conto.

 

Il Genoa si schiera guardingo e dopo qualche sortita iniziale lo vediamo intento a coprire la difesa. Il Lecce di conseguenza ha libertà di manovra a centro campo ma stenta a portare pericoli davanti a Frey.

 

Al 14’ Kuzka sfiora il palo con un fortissimo tiro da fuori area.

 

Verso la metà tempo il nostro attacco comincia a trattenere la palla e invece di ricevere solo allunghi alti vediamo la coppia Sculli-Jankovic intessere qualche passabile manovra in appoggio a Palacio, in quanto lo schieramento a due punte tende nel corso del giuoco a modificarsi in tridente. Una di queste manovre, ben condotta da Palacio e Jancovic, produce da sinistra un centro cortissimo sottoporta dove Sculli si è inserito tra due avversari e nella mischia riesce a toccare in porta la palla a mezza altezza, che un terzino con i piedi dentro la porta trova scomoda da trattare e respinge goffamente col ginocchio alzato. L’arbitro, Russo da Nola, assegna la marcatura, senza dubbio, data la sua posizione, in virtù della sbandierata del suo collaboratore guardalinee Petrella. Un semplice cronista da TV non è in grado di confermare né smentire tale decisione. L’allenatore Cosmi si agita.

 

Il Genoa, in vantaggio di 1-0, regge bene il tentativo di controffensiva leccese.

 

Al 31’ importante ammonizione a Kuzca per fallo su Quadrado.

 

Al 33’ il grave incidente a Granqvist.

 

Al 37’ un’eccellente uscita bassa di Frey carpisce la palla e salva la porta.

 

Al 44’ avviene che Kucka compie a metà campo un fallo che appare meritevole della sanzione di scorrettezza e di conseguenza di espulsione, che l’arbitro Russo si astiene dall’applicare. L’agitazione dell’allenatore Cosmi trova ragione a traboccare ed egli viene espulso: tale è la punizione per chi, colpito da ingiustizia, protesta contro l’autorità.

 

Al 46’ i leccesi chiedono un rigore inesistente per una pallonata ricevuta addosso contro un braccio. 

 

L’impressione dopo il primo tempo è che il Lecce non riesca ad esprimere il giuoco veloce dei suoi bravissimi attaccanti mentre il Genoa si trova a tratti compresso a protezione di Frey senza capacità di reagire e a tratti invece riesce a portarsi all’attacco con una certa insistenza. Il secondo tempo ci dirà quale delle due attitudini sarà prevalente.

 

Il secondo tempo si apre con gioco alterno ma al 16’ il velocissimo Muriel pianta Rossi (che giuocando terzino non ha copertura), piomba in area da sinistra e calcia alto e forte verso il palo più vicino. Purtroppo Frey ha intuito male, si è predisposto a parare sulla propria sinistra e ha lasciato aperta la porta al varco. 1-1 con dispetto; ma il colombiano Muriel con questa azione ha sfoderato il proprio valore.

 

Il giuoco prosegue alterno; i genoani a loro volta aspirano ad ottenere un rigore per fallo di mano involontario; al 26' una forte punizione da lontano ad effetto di Jankovic spiove sotto la traversa e il portiere Benassi alza in angolo; quindi l’andamento diventa nettamente favorevole al Lecce che insiste con manovre, fino a quando ottiene la porta del vantaggio.

 

Si tratta di un calcio di punizione da posizione centrale distante un buon 25 metri. Tira Brivio molto bene, una saetta verso l’angolo alto alla destra di Frey cioè dalla parte del portiere, non della barriera. Frey è colto in ritardo perché si aspetta il tiro diverso e accenna a un passo verso la propria sinistra.

 

Mancano 10’ alla fine ma qui il Genoa mostra il suo spirito mettendo anche a nudo una certa pochezza delle linee arretrate del Lecce. Comunque la fortuna aiuta perché un colpo di testa di Sculli (ancora lui nel vivo dell’attacco), su azione di calcio d'angolo, batte sul torso di un difensore e rimbalza deviato in porta prendendo in contropiede Benassi.

 

L’emozione finale al 48’. Una volta tanto, il contropiede da calcio d’angolo a sfavore lo facciamo noi e ci presentiamo velocemente in 3 contro 1 verso la porta del Lecce. Sembrerebbe l’azione della vittoria, ma bisogna passare bene la palla decisiva (ah, Jorquera, dove sei). Invece Sculli la riceve da Constant dovendo correre in piena velocità, certamente stanco per tanto lavoro fatto, con un avversario al centro che gli rende non facile il contropassaggio ai due compagni liberi sulla destra; tira; malamente, addosso al portiere in uscita; da occasione d'oro era diventata un'azione normale, d’altra parte un grande stoccatore non lo è.

 

Sarebbe stato l’unico gol senza responsabilità dei difensori. Ma finisce così e i meno ottimisti di noi accettano il pareggio come buon risultato.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 







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