Arremetida di Borriello
Data: 24/09/2012 10.57
Argomento: il Grifone in campo


 

 

S.S. Lazio                        0

 

Genoa C.F.C.                  1

(34’ II t. Borriello)

 

 

I rossoblù hanno bissato lo scherzetto fatto alla Lazio l’anno scorso.

 

Il Genoa conferma questo suo spirito nuovo, di squadra combattiva e compatta.

 

 



Ancora un calo nel finale si è visto, meno sensibile che altre volte (forse la notturna ci agevolava), e il dio del calcio ha voluto che proprio in questa fase di stretta difesa da una specie di assedio sia andato al miglior esito per noi il contropiede risolutivo.

 

Frey ha confermato la sua buona forma.

 

Una domanda per valutare una partita è: quante parate hanno fatto i portieri?

Frey molte: si è rifugiato spesso nelle respinte di pugno e nei corner. Marchetti una sola difficile, su colpo di testa di Granqvist al 14’ II t. Dunque, c’è stato predominio della Lazio. Ebbene? Che vuol dire? Dove sta di casa la Fortuna? Il risultato è sempre giusto, disse Bernardini.

 

Quando, all’inizio dei tempi, J. Spensley insegnava il gioco del football, diceva: bisogna far passare la palla attraverso quei pali. I saggi del tempo erano già d’accordo: per vincere conta andare in porta.

 

In una partita di calcio, il gol è importante. Ce ne eravamo già accorti domenica scorsa contro la Juventus.

 

Lazio e Genoa erano disposte in modo molto diverso, per filosofia di gioco prima ancora che per modulo di schieramento. Il giuoco della Lazio era arioso, aperto alle ali in attacco, insidioso sopratutto a destra con Candreva, e dotato di armi di manovra tra mediana e attacco, sopratutto col vivace Hernanes. A centro campo il Genoa ribatteva proprio bene, invece la manovra sulle ali era assente: il nostro giuoco d’attacco era unicamente di lanci in verticale.

 

L’incontro tra due schieramenti così dissimili è stato avaro di indicazioni su quale fosse il migliore; io ho apprezzato maggiormente il gioco aperto della Lazio. Anche De Canio, sembra, punterebbe su un attacco a tre, ammesso che ci siano le qualità (dei giuocatori, non di De Canio).

 

Poiché la difesa del Genoa “teneva” efficacemente, a differenza di quanto accadeva l’anno scorso, e poiché in assenza di tiri veramente imparabili Frey faceva muro anche lui, e poiché qualche tiro pericoloso andava fuori di poco (micidiale quello di Klose nel finale, ma forse Frey con la mano ...), per tutto questo, dunque, il risultato di 0-0, rimasto a lungo, poteva considerarsi buono come logica e soddisfacente per noi.

 

Vero è che anche noi abbiamo avuto qualche buon pallone in attacco, ma in minoranza rispetto a quegli altri.

 

Improvvisamente, il cielo è diventato rossoblù quando, a pochi minuti dalla fine, su eccellente allungo sulla sinistra di Antonelli, il brusco balzo in avanti del nostro bentornato Borriello lo portava al tiro secco diagonale di sinistro e si verificava così quello che diceva Spensley tanti anni prima.

 

Resterebbe da discettare sul significato tecnico della sostituzione di Anselmo con Antonelli, utile per l’efficacia della fascia sinistra, ma per questo ci vogliono gli esperti professionisti della critica.

 

Resterebbe da dire qualcosa sui nuovi entrati in isquadra, ma attraverso l’etere, come si diceva una volta, o meglio attraverso le onde hertziane, va meglio così?, mi resta difficile descrivere la funzione avuta da Anselmo o altre cose del genere. Dell’ungherese Tozser (pronuncia: tòjer con la j francese, come la x del genovese, per esempio in xatta, = scodella) si è distinta la pulizia e il passaggio misurato e preciso.

 

La formazione ideale mi sembra ancora oscura. Le vicende del campionato chiariranno.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 







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