Il Genoa festeggia il ritorno alla vittoria e quello di Antonini
Data: 21/09/2014 21.35
Argomento: il Grifone in campo


Lazio spreca, a Marassi il Genoa segna e vince con Pinilla

CFC GENOA     1  (ST. 42' Pinilla)

S.S LAZIO          0

Il Grifo si riprende con gli interessi quanto lasciato al Napoli e porta a casa la prima vittoria stagionale in campionato. Gasperini sorprende tutti inserendo il redivivo Antonini il cui ritorno è stato salutato con grande affetto da tutto lo stadio.

 



GENOA (4-3-3): Perin; Antonini (dal 15' s.t. Bertolacci), De Maio, Burdisso, Antonelli; Edenilson, Rincon, Sturaro; Perotti, Matri (dal 24' s.t. Pinilla), Kucka. PANCHINA Lamanna, Sommariva, Izzo, Marchese, Rosi, Mussis, Greco, Falque. ALLENATORE Gasperini.
LAZIO (4-3-3): Berisha; Basta (dal 1' s.t. Konko), De Vij, Gentiletti (dal 24' s.t. Cana), Braafheid; Parolo, Biglia (dal 46' p.t. Ledesma), Lulic; Candreva, Djordjievic, Anderson. PANCHINA Marchetti, Strakosha, Mauri, Klose, Keita, Pereirinha, Onazi, Tounkara, Novaretti. ALLENATORE Pioli
ARBITRO: Guida
NOTE - Spettatori 18 mila circa. Espulso De Vrij al 40' per doppia ammonizione. Ammoniti De Maio (G), Rincon (G), Ledesma (L). Angoli 3-7.

 

E’ stata una domenica ricca d’emozioni tra le molte ho scelto mettere in evidenza quella che ci ha dato il ritorno di un giocatore, importantissimo nello scorso campionato, che sembrava oramai perso per gravi problematiche fisiche.

 

Antonini, carattere di ferro, non si è perso d’animo, si è sacrificato ed ha lavorato stoicamente e, alla fine, sorprendentemente, si è reso disponibile per l’inizio del campionato.

 

Giusto cominciare con lui per festeggiare questa domenica positiva.

 

Non sembrava proprio così dall’inizio.

 

Il Genoa subiva l’iniziativa dei biancocelesti ed il nostro gioco latitava.

 

Non ricordo un’azione che una sviluppata sulle fasce, dove Perotti e Kuco sembravano in lotta per conquistare la maglia nera del peggiore.

 

Le cose non sono cambiate invertendoli ed allora ai cori d’incoraggiamento s’inframmezzavano anche dei fischi.

 

Come già a Firenze ha dovuto metterci una pezza il sempre più convincente Perin.

 

Come non unirsi al coro dei peana, di mio a livello di sensazioni vorrei avvicinarlo a Buffon, nel senso quando ci giochiamo contro, hai la sensazione che, belin, sia proprio dura riuscire a trafiggerlo.

 

Lo stesso adesso lo rivivo con Perin, per fargli gol o sei a due passi, magari con lui per terra (se no non è detto) oppure ci vuole la prodezza, diversamente, come si dice,  “ciccia”.

 

il Presidente già si sfrega le mani pensando ai soldi che potrà farne (spalleggiato dal Gasp che comincia a “spantegare” che …Perin non ha prezzo, che altri hanno la punta che fa la differenza, noi il portiere…).

 

Sarà quel che sarà, comunque godiamocelo questo ragazzo uscito dal vivaio, considerazione per la quale la soddisfazione è doppia.

 

Venendo alla partita la svolta si è avuto sul finale del primo tempo, ma soprattutto nella ripresa quando il Gasp,  dopo aver preso atto che quelli ci stavano massacrando ha deciso di cambiare modulo, prima ancora di fare le sostituzioni, Bertolacci e soprattutto Pinilla, che anche si sono rivelate determinanti.

 

 

Bertolacci ci ha procurato la superiorità numerica facendo espellere il laziale De Vrij che gli ha fermato il pallone con un braccio mentre s’involava solo verso la porta ed il bomber che ha sfruttato di testa un rapido inserimento di Perotti sulla sinistra.

 

Sono già iniziati i primi battibecchi tra i fans di Pinilla (al Gasp devono essere fischiate le orecchie sino a che non lo ha fatto entrare) e quelli di Matri, zittiti i secondi dopo il gol decisivo, ma in precedenza l’applauso di incoraggiamento per Matri che usciva è stato abbastanza corale.

 

Esordio di Lestienne senza infamia e lode, forse è ancora un po’ frastornato, anche se il primo tocco con cui si è presentato ha subito denotato un certa personalità (ha provato a far secco il portiere, un po’ fuori porta, con una colombella finita di poco sopra la traversa.

 

A proposito di traverse, ad onor del vero ne ha colpita una anche la Lazio, ma nelle stimmate di un bravo portiere non manca mai neppure godere di un po’ di sorte.

 

Ho assistito, dopo tanti anni, alla partita dalla Tribuna superiore, dove ho rivisto alcuni vecchi e cari amici (in quel settore, infatti, gli ex giovani non mancano), ho apprezzato la visuale del campo, per me oramai inconsueta, anche se, avendo perso la prima partita, da lì ho notato con un po’ di tristezza vuoti di non poco conto nella Sud e qualche altro a macchie di leopardo, poche per fortuna, anche nella Nord.

 

Immagino siano gli effetti della crisi, perché ci sono tutti i presupposti che quest’anno il vecchio balordo ci faccia divertire.

 

Diciamolo senza complessi alla faccia della scaramanzia.

 

Alè!

 

Giancarlo Rabacchi

PS. Per la foto si ringrazia Repubblica ed il Secolo XIX

 







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