Regole e Interpretazioni
Data: 03/02/2015 22.50
Argomento: dalla redazione


 

 

La convalida del gol della Fiorentina di sabato scorso ha sollevato proteste, che io vorrei inquadrare in un processo di migliore conoscenza.

 

Per iniziare, il gentile lettore voglia rifarsi al pezzo che si trova, stampabile, in archivio sotto ottobre 2014, titolato ancora sul fuorigioco; molti di voi l’avranno già letto, credo, e ricorderanno che riguarda norme scritte delle autorità del calcio, leggibili direttamente nel sito della Figc.

 

La singolare contingenza di tutta una serie di errori arbitrali, determinanti di risultati a favore delle società maggiori per potenza nel giro di poche giornate di campionato e coppa, ha sollevato in alcuni il sospetto di malizia da parte degli arbitri.

 

Come dicono tutte le voci, non si può dubitare della buona fede, che è imprescindibile; né è mio intento qui metterla in dubbio.

 

 

 



Della sfiducia diffusa tra i sostenitori tuttavia va tenuto conto e sabato i nostri tifosi sono stati grandiosi.

 

Dicevo che il gol della Fiorentina, dopo una serie impressionante di errori in precedenti partite, ha attivato vieppiù tale sfiducia. Ma se tanti errori a nostro danno si potrebbero dire errori di percezione, il caso di sabato scorso rivela aspetti concettuali profondi che mi stupisco non appaiano considerati.

 

La questione sta nella differenza tra il Regolamento del Gioco del Calcio nelle 17 Regole e invece il gioco del calcio secondo le Interpretazioni della Casta Arbitrale. Si tratta di due giochi diversi. Non dobbiamo pensare ad esempio, parlando del fuorigioco, a mettere la Regola 11 alla base delle nostre idee, e di conseguenza a ragionare nel modo che ci è famigliare dall’epoca della nostra gioventù, senza renderci conto che la Regola 11 nella sua essenza è rimasta la stessa ma gli arbitri ne applicano un’altra diversa, fatta da loro.

 

Persino al vertice della Società di cui anch’io sono socio, sembra si riferiscano ancora alle vecchie idee.

 

Riguardatevi il pezzo che ho indicato all’inizio e ritornate col ricordo all’azione del gol. Vedrò di ripercorrerla alla memoria.

 

Mi sembra indubitabile che il guardalinee la posizione di fuorigioco l’abbia vista. Gioco statico, giocatori schierati, maglie bianche spiccanti al di là dello schieramento. La palla è diretta verso una di questi attaccanti in maglia bianca, visibilmente in fuori gioco, in competizione col nostro De Maio per conquistare la palla. Quindi, partecipa all’azione, ne è parte organica. Regola 11 del Regolamento autentico: caso classico, fuorigioco attivo, da punire.

 

Ma l’attaccante in fuorigioco attivo, sembra, non tocca la palla e il guardalinee non si attiene alla Regola 11, ma alla Interpretazione della Casta Internazionale degli Arbitri che afferma che in questo caso non partecipa all’azione. E’ una sovversione del Rregolamento di Gioco nella lettera e nello spirito; ma è un travisamento di concetti che proviene dall’alto, non un singolo errore del guardalinee, che invece s’è attenuto alle disposizioni ricevute. Non è più un errore di percezione; ma una questione concettuale.

 

Detto che, secondo me, il guardalinee non ha segnalato il fuorigioco perché soltanto De Maio ha toccato la palla, si apre qui un ulteriore aspetto. L’avversario ha dato anche una leggera pressione da tergo a De Maio mentre egli si apprestava a saltare – così mi è sembrato di vedere, se non ho visto bene scusatemi – o comunque se non l’ha propriamente ostacolato con un contatto, lo ha in qualche modi distolto nel suo rinvio di testa, che gli è riuscito imperfetto. Secondo la mia impressione, De Maio è stato influenzato palesemente. 

 

Forse questa azione dell’attaccante è stata poco rilevante e forse il guardalinee neppure la poté vedere; tanto poco rilevante era, poi, che l’arbitro stesso non l’ha considerata fallosa. Ma qui non interessa stabilire se fosse fallo in base alla Regola 12 (magari per qualcosa del genere contro di noi hanno dato un rigore), ma se costituisse quella influenzatrice contesa del pallone a cui si riferisce l’Interpretazione a proposito del fuorigioco, per essere considerato attivo. Allora le due versioni del regolamento (le Regole e le Interpretazioni) avrebbero collimato.

 

E qui mi fermo, lascio a ciascuno di voi, ricorrendo alla sua memoria, di farsi una propria idea, e magari di assistermi con le proprie valutazioni.

 

Ogni tanto, qualcuno dice che bisogna cambiare la Regola del Fuorigioco, senza capire che la Regola del Fuorigioco non c’entra. E’ vero che la Regola del Fuorigioco ha subito nel tempo importanti rimaneggiamenti: ad esempio, è stata abolita la frase “a meno che la palla sia stata giocata o toccata per ultimo da un avversario” (caso della respinta del portiere, che non “rimette in gioco” cone una volta); ma da quando esiste il football, cioè dalla fine del ‘700, è forse l’unica Regola che è sempre esistita, e sempre accompagnata dalla condizione-regina della partecipazione al gioco: concetto astratto, trascendente la meccanica dei materiali rimbalzi.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 







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