I bilanci delle società di calcio
Data: 28/02/2015 11.37
Argomento: dalla redazione


Con l'attualità del caso Parma, ma non solo, quello dei bilanci delle società calcistiche sta diventando sempre più un tema di grande attualità ed importanza.

Qualcuno ne ha tratto l'argomento per una tesi di laurea.

Manenti cacciato dalla città

(nella foto Manenti minacciato dai tifosi infuriati del Parma)

 



Ho trovato molto interessante la premessa che a quella tesi è stata fatta del professore che ha presentato lo studente e che riporto di seguito.

Non pochi piccoli azionisti del Genoa che a questi temi hanno dedicato impegno, tempo, magari anche passione, ritroveranno molte delle argomentazioni proposte e dibattute nelle Assemblee societarie di tutti questi anni.

Buona lettura.

"Gli aspetti economici della gestione di una società di calcio hanno a lungo goduto di attenzione solo marginale.

Quando non erano del tutto disattesi, venivano considerati subordinati al risultato sportivo e/o secondari rispetto ai benefici indiretti, sociali ed economici creati.

In pratica, si assisteva, fino a non poco tempo addietro, a realtà gestite secondo criteri prevalentemente tecnici, che al più vedevano nell'aspetto economico un vincolo, un insieme di limiti alle scelte da compiere.

In alcuni casi, un simile atteggiamento traeva origine da comportamenti mecenateschi, nei quali prioritario era il risvolto ottenibile dall'investitore, quasi sempre rappresentato da un unico soggetto, in termini di notorietà e di immagine.

In altri, la convenienza dell'investimento calcistico era rappresentata dalla cosiddetta "redditività allargata", cioè dai benefici che ricadevano indirettamente sull'attività specifica del principale azionista.

Il generale deterioramento del contesto economico generale, i maggiori investimenti richiesti dal settore calcistico e l'aggravarsi delle condizioni di squilibrio economicofinanziario di molte squadre hanno contribuito alla definitiva affermazione della consapevolezza che una società di calcio, oltre che ente sportivo, costituisce un'azienda, cioè un'entità economica la cui sopravvivenza dipende dalla capacità di reintegrare autonomamente i costi sostenuti per l'attività con i ricavi conseguiti dalla stessa.

Il passaggio appena descritto investe molteplici aspetti: la crescente attenzione ai costi ed alla razionalizzazione della gestione; l'introduzione di strumenti di programmazione economica oltre che sportiva; il rilievo dato al marketing ed alla ricerca di nuove risorse finanziarie; etc..

Non ultimo il peso via via maggiore assunto dal bilancio.

Da strumento negletto, non di rado considerato un mero adempimento formale, esso diviene mezzo di monitoraggio delle condizioni di equilibrio economico-finanziario e della capacità della società di proseguire la propria attività.

Come tale esso viene assunto, oltre che dagli azionisti, anche dagli organismi federali come elemento di valutazione, neutrale, oggettivo e attendibile.

Da qui la necessità di un suo controllo, al fine di accertare la corretta rappresentazione dei fatti di gestione e della situazione economica."

Concetti, ripeto, totalmente condivisibili, non sempre e non tutti sufficientemente applicati a livello nazionale (per esempio l'aspetto dei controlli federali sembra essersi affievolito, mentre anni fa l'impressione era di una maggiore attenzione e severità).

Si deve dare atto con piacere che la Società Genoa, dopo essersi avvicinata pericolosamente al baratro, pare abbia fatto suoi molti dei virtuosi concetti gestionali prima esposti e, guarda caso, le cose marciano benino anche sul piano dei risultati sportivi.

Una soddisfazione, se possibile, in più per chi non si appassionava e si appassiona solo alle vicende del campo di gioco, ma è rimasto e rimane attento anche a quelle societarie gestionali più a monte, considerate fondamentali anche per le successive ricadute a livello di risultati sportivi.

Giancarlo Rabacchi

 

 







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