Si è rischiato di perdere una partita dominata
Data: 04/10/2015 20.09
Argomento: il Grifone in campo


 

Udinese Calcio 1896     1  (st. 2' Di Natale)

GENOA CFC                    1 (st. 30' Perotti)

Il solito bel Genoa, la solita difficoltà a segnare (ma di occasioni oggi al Friuli se ne sono create non poche), il solito gol subito che ogni volta ci lascia basiti perchè non ci si spiega la facilità con cui ogni volta si viene uccellati. Dei tanto chiaccherati Fondi pare sia arrivato quello più importante, intendo il "Fondo schiena", che, insieme alla bravura di Lamanna, ci ha aiutato ad evitare nel finale la beffa della sconfitta.

 



Mi pare ci sia poco da aggiungere.

Perotti bravo ed autoritario, oramai sempre più leader di questa squadra, forse Laxalt un po' meno brillante del solito, come Capel, mai entrato in partita e giustamente sostituito nella ripresa.

Un po' di cronaca.

Perotti a sinistra nel tridente è libero di spaziare come e dove vuole e la cosa funziona perchè è proprio lui a mandare in crisi l’Udinese.

Udinese che è solo Totò Di Natale: prima scontro con De Maio (entrambi fuori per un paio di minuti, poi in campo con la testa fasciata dalla retina) che non gli toglie lucidità. Di Natale e De Maio

L'anziano attaccante è pericoloso direttamente su angolo calciato da sinistra (21’) ed un quarto d’ora dopo prova a sorprendere Lamanna con un pallonetto, ma il portiere rossoblù oggi è inappuntabile e para con bravura.

Prima, in mezzo e dopo questi due episodi in campo c’è solo il Genoa, trascinato da Perotti e ispirato, più indietro, da Dzemaili. Prima Laxalt debole e centrale, ma poi soprattutto Gakpe di testa al minuto 36 su angolo da sinistra del solito Perotti impegnano Karnezis: due occasioni a testa, ma la qualità e la padronanza del gioco non sono paragonabili, in effetti l’Udinese protesta per un contatto in area tra Chissoko e Felipe, ma all'arbitro non mescia neppure un pelo.  

Udinese inopinatamente in gol all’inizio del secondo tempo, tocco sotto misura di Di Natale che sfrutta la sponda di Felipe con De Maio e Burdisso fermi impalati.

C'è tutto il tempo per rimediare ed il Genoa ci prova subito con una bella girata delle sue di Pavoletti, entrato al posto dello spento Capel, ma il bravo Karnezis risponde con una bella parata.

Poi il rigore, sacrosanto (il cartellino rosso, noo?) per un fallo di Danilo su Gakpe.

A quel punto i più ottimisti fanno anche un pensierino alla vittoria, ma il Genoa pare, invece, accontentarsi, anzi nel finale siamo noi a rischiare: gran parata di Lamanna su Marquinho, che sino ad allora era stato tra i peggiori e poi gran botta di adrenalina per una traversa colpita da Widmer, entrato al posto di  Edenilson con un colpo di testa su angolo del solito Totò.

Grazie "Fondo schiena", dai sarebbe stato troppo, sportivamente lo ammette lo stesso Toto che giudica giusto il pareggio.

 I veri campioni si distinguono in tutto, anche nella sportività e nella lealtà.

Ora dai sotto a sfruttare bene la sosta per la nazionale, ci sono quindici giorni per completare il recupero di Pavoletti e provare a levarci qualche altro "cerotto".

Conclusione siamo bravi in mezzo e sulle fascie, abbiamo qualche problemino dietro e davanti, se saremo capaci di correggerli potremmo anche ripetere il bel campionato scorso, no se perseveremo, però, dai, perchè non essere ottimisti?

Giancarlo Rabacchi

IL TABELLINO

Udinese (3-5-2): Karnezis, Wague, Danilo, Felipe (25’ st Piris), Edenilson (18’ st Widmer), Badu, Lodi (38’ st Iturra), Marquinho, Ali Adnan, Di Natale, Thereau (90 Romo, 97 Meret, 11 Domizzi, 13 Insua, 26 Pasquale, 8 Bruno Fernandes, 33 Kone, 18 Perica, 74 Aguirre). All. Colantuono

Genoa (3-4-1-2): Lamanna, De Maio, Burdisso, Izzo, Cissokho, Rincon, Dzemaili (39’ st Tachtsidis), Laxalt, Perotti, Gakpe (45’ st Lazovic), Capel (1’ st Pavoletti) (1 Perin, 27 Ujkani, 11 Figueiras, 15 Marchese, 18 Ntcham). All. Gasperini Arbitro: Cervellera di Taranto - Recupero: 3’ e 4’ Angoli: 2-10 Ammoniti: Edenilson, Danilo, Izzo per gioco falloso Spettatori: 10 mila circa

PS. Per le foto si ringrazia il Secolo XIX







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