Un mio ricordo di Pippo, se si vuole banale, ma di cuore.
Data: 15/02/2022 18.49
Argomento: dalla redazione


Pippo, era quasi sempre lui a cominciare e quando si parlava di Gasperini tirava sempre fuori il Di Vaio schierato terzino, per lui indigeribile e non aveva tutti i torti, solo evitava, sicuramente volutamente vista la sua non comune intelligenza, e perché la prua doveva essere sempre addosso, dicevo evitava di dire che davanti al centro dell'attacco era chiuso perché avevamo un altro non so se migliore, ma in allora di maggior rendimento.



Quel Di Vaio tenuto lontano dall'aria di rigore e peggio che peggio costretto ad arare la fascia avanti e indietro alla Rossi per Pippo era un obbrobrio inaccettabile, uno scandalo e a quel Mister tanto scellerato, poche storie, si dovevano chiedere i danni.
Ripeto lo racconto con un grande sorriso e se possibile con ancora più affetto, troppo enorme e carismatica era la figura di Pippo e tantissimo era ed è rimasto il mio affetto e la mia ammirazione nei sui confronti.
Devo dire però che un minimo di soddisfazione me la concedeva nel senso che al termine delle sue filippiche mi guardava ed era palesemente in attesa di quella che considerava la mia scontata replica, che poi verteva essenzialmente sull'argomento prima esposto e magari timidamente, ma anche un po’ cocciutamente, azzardavo ricordando i risultati che il "talebano" cominciava a realizzare anche altrove.
Niente da fare per quello scandalo di Di Vaio terzino si doveva chiedergli i danni, punto e basta, così che, dopo aver osato contraddirlo, mi lasciavo zittire, con lui alle mani era meglio non passarci.
Credo di averlo già ricordato un po' di tempo fa, cosi è stato anche l'ultima volta che l'ho incontrato, si era in Piazza Alimonda, presente anche l'amico Carlo Morando, l'abbiamo visto e notato entrambi, lui quel giorno aveva una gran brutta faccia, diversa, con una evidente sofferenza.
Comunque più o meno i soliti discorsi, poi come al solito lui parte immancabilmente con il Gasp, solite filippiche e poi, come le altre volte, mi guarda in attesa della mia solita replica, che, peraltro, conosceva bene.
In quella occasione qualcosa, l'istinto, non so, mi ha fermato, no non me la sono proprio sentita di contraddirlo, ho taciuto e gli ho sorriso e poi dopo un po' ci siamo salutati.
Il giorno dopo mi chiama Luciano Paccagnini e mi informa.
Profondamente addolorato per la notizia ricevuta, ma anche po' sollevato per non averlo fatto arrabbiare in quell'ultima nostra occasione di incontro.
Ciao Pippo, ovunque Tu sia, sei stato una persona speciale, davvero indimenticabile e non solo per il sottoscritto.

GIANCARLO RABACCHI





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