In trutina
Data: 15/07/2022 12.33
Argomento: dalla redazione



In trutina mentis dubia
fluctuant contraria...

Ho telerivisto alcune sere fa da piazza i Carmina Burana: un’esecuzione leggera e fracassona.
Ai vecchi come noi, alla memoria sfuggono molte cose ma alcune antiche rimangono fitte; forse il tempo le ha deformate.
Mi rimane indimenticata l’interpretazione, e nella mia esperienza ineguagliata, di tanti anni fa del direttore Karl Richter al Politeama Genovese.
Il Carmen che ho citato evoca il lavoro di bilancia che nella nostra mente guida una scelta tra due opposte vie da percorrere.



La costruzione, o la ricostruzione, di una squadra di calcio, anche presenta il problema di una scelta.
Da una parte, si tratta di reperire giuocatori di buona qualità.
Dall’altra, di formare un meccanismo di giuoco.
Non necessariamente le due cose vanno d’accordo; eppure tutt’e due sono importanti e sono tra di loro collegate.
La prima può aver caratteristiche di occasionalità, cioè può dipendere dalle opportunità.
La seconda al contrario deve esser retta da un PENSIERO.
I nostri 777 finora hanno lavorato nel difficile, nello stretto; d’ora in avanti li vedremo, e li giudicheremo, nell’ampio e nel programmativo, tecnicamente parlando.
Finora, a proposito della prima via, cioè la ricerca di giocatori, il nostro giudizio non può essere negativo, malgrado il risultato, anzi senz’altro va giudicata opera meritoria.
A proposito della seconda strada, cioè l’ingegneria di un giuoco, devo dire di non aver percepito una chiarezza d’idee e un disegno d’insieme; insomma, un PENSIERO.
Sarebbe grave che questo disegno mancasse. Ma ciò non può essere; ora lo vedremo.

La mia memoria di vecchio, forse fallace, va a quella che mi sembra la più importante ricostruzione della squadra del Genoa nella sua storia: quella fatta da Spnelli-Scoglio dopo il salvataggio dalla Serie C ottenuta in modo discutibile da parte di una squadra parecchio ma parecchio malandata.. Provo a ricordare e riassumere, ma son cose che tutti voi sapete già benissimo.
Scoglio prese una mezz’ala slavata, poco forte fisicamente e col fisico già intaccato, parlo di Eranio, e la mise... terzino!
Prese un Ruotolo che avevamo visto nell’Arezzo marcare a uomo assiduamente e scorrettamente Domini per tutta la partita: riconobbe in lui la qualità di “cursore naturale” e lo collocò davanti e di fianco ad Eranio.
Prese un Torrente modesto terzino e lo elevò a terzino centrale, dove avrebbe in futuro annullato i più valorosi centrattacchi della Serie A.
Prese un Fontolan reduce da un campionato di Serie C nell’Udinese in cui aveva segnato 3 gol in tutto, e lo fece diventare attaccante di manovra negli spazi e marcatore.
Eccetera.
Pretese con prepotenza da Spinelli un uomo-guida dalle precise caratteristiche che voleva e l’ottenne. I due diversi aspetti, di giocatori e schemi, con Signorini si bilanciavano.
La squadra così spiegò immediatamente un suo giuoco, già dalle prime partite, e fu un giuoco nuovo nella nostra storia, poiché fino ad allora si era marcato ad uomo.
Tre anni dopo fummo quarti in Serie A.

Richiamo con queste memorie il concetto: Scoglio era guidato da un PENSIERO.

Ciò che vorrei attendermi dai nostri 777.


Vittorio Riccadonna







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