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dalla redazioneViolenza negli stadi: è giusta la repressione generalizzata?
19/04/2005

La notizia, triste, arriva da Terni. Arrestati 13 tifosi della Ternana per scontri, anche tre donne.
Gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia di Terni per gli scontri avvenuti il 9 aprile scorso, alla stazione ferroviaria della città, prima della partenza per Perugia dove era in programma il derby umbro di serie B. A carico dei tifosi sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare del gip: sei in carcere e sette ai domiciliari.
Tra gli arrestati ci sono anche tre donne. Si tratta di giovani tifose della curva che già in passato - sottolineano gli investigatori - si erano distinte per la loro attiva partecipazione alle iniziative della tifoseria.

 


Le tre ragazze sono state riprese dalla polizia scientifica mentre lanciavano verso le forze dell'ordine sassi, parti di transenne e bombe carta.Il giudice ipotizza reati quali danneggiamento, lesioni e oltraggio. L'operazione è stata seguita direttamente dal questore di Terni, Luigi Savina. Impegnati tutti i reparti della struttura. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche alcuni grammi di stupefacenti. Gli scontri erano avvenuti nella stazione di Terni, da dove i sostenitori della Ternana dovevano partire per Perugia in treno. In particolare, durante i controlli svolti dal servizio di sicurezza per evitare che si mettessero in viaggio sostenitori privi di biglietto per assistere alla partita.
Contro le forze di polizia, alcuni degli ultras avevano lanciato pietre, prese anche in un cantiere fuori dallo scalo, e altri oggetti come delle transenne. Gli agenti avevano quindi risposto con cariche e lanci di lacrimogeni, riuscendo a disperdere gli aggressori.
Momenti di tensione c'erano poi stati durante il viaggio alle stazioni di Foligno e di Campello sul Clitunno. In particolare, in quest'ultima alcuni tifosi della Ternana avevano tirato il freno d'emergenza del treno lanciando poi sassi contro le stesse vetture e contro la stazione di Campello sul Clitunno. Gli ultras erano quindi scesi lanciando i sassi presi dalla massicciata. Danneggiati il treno e i locali della stazione.
Non so francamente se e quanta esagerazione ci sia nella cronaca giornalistica.
Non so neppure se il comportamento delle forze dell'ordine alla Stazione di Terni sia stato tale da far scattare la scintilla.
Non lo so, ma francamente comincio ad avere dei dubbi, a pensare che sia arrivato il momento, per tutti, di guardare in faccia alla realtà.
Non so neppure, per la verità, se la "repressione" generalizzata, introdotta con le nuove norme, sarà davvero efficace e, soprattutto, se sia giusto mettere sullo stesso piano piazze sostanzialmente tranquille, come Genova ed altre, con città dove invece le degenerazioni sono oramai la triste consuetudine.
Come tifoso del calcio mi sgomenta essere considerato alla stessa stregua di chi si comporta in quel modo.
Come cittadino trovo deboli, anzi inaccettabili, le posizioni di chi, e non parlo solo di tifosi, si difende incolpando le forzature dei media, che ingigantirebbero le notizie, i comportamenti della la polizia, che scatenerebbero reazioni e la stessa magistratura che indaga.
Trovo assurdo che una fetta crescente dell'impegno delle forze dell'ordine per garantire la sicurezza dei cittadini debba essere dedicata alle partite di calcio.
Credo non sia possibile andare avanti così.
Gli Inter Clubs, nell'assumere coscienza di questa sempre più assurda situazione, hanno preso con chiarezza le distanze dai facinorosi.
Mi auguro, pur consapevole della delicatezza e della complessità della materia, che siano seguiti dalle altre organizzazione dei tifosi.
Le società calcistiche, a loro volta, non dovrebbero essere da meno. I presidenti potrebbero parlare chiaro: non siamo disposti a continuare ad investire tempo e denaro per squadre al cui seguito ci siano scalmanati incontrollabili che, quando loro gira, recano danni anche gravi a se ed agli altri.
L'Italia è il paese in cui, sotto l'onda emotiva, si fa di tutto e di più, poi spesso però, come si dice, passata la festa tutto ritorna come prima: sarà così anche questa volta? 

Giancarlo Rabacchi

 



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