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dalla redazioneMoviola infedele
22/04/2005

Riprendo un argomento già pubblicato in un "Genoa domani" del 1978, settembre, oggi di attualità: la questione della moviola televisiva.
La proposta di moviola in campo vuole limitare gli errori degli arbitri. Le ragioni di coloro che si oppongono, tra i quali io mi annovero, sono diverse; ma un  argomento non viene toccato, che si dice in due parole.
I movimenti così come li vediamo alla TV non sono mai esistiti.

 


Cerco di spiegare questa affermazione un po' assurda.
Una fotografia rappresenta fedelmente la realtà, nei limiti della prospettiva. Nel  cinematografo si proiettano fotografie in serie (24 al secondo), con un intervallo di  oscurità quando la pellicola avanza, intervallo del quale non ci accorgiamo poiché le immagini persistono nella retina per circa 1/15 di secondo. Col “ralenti” non viene rallentata la proiezione, bensì è stata accelerata la ripresa: questo è pertanto l’ottimo mezzo per distinguere  i particolari di un  movimento, ma ha bisogno di venir predisposto.
Invece in televisione i molti punti dello schermo vengono “aggiornati” separatamente, in attimi  diversi. Un “pennello” elettronico scorre le 625 righe che compongono lo schermo e illumina a uno a uno ciascun punto di ogni riga (negli schermi al plasma la tecnica è differente ma la sorgente delle informazioni la medesima). Pertanto la visione deriva da un insieme di oltre 300.000 punti tutti di “età” diversa. I soggetti mobili sono, in ogni  istante, rappresentati come un misto di presente e di vari passati prossimi, vale a dire che esiste una distorsione.
Per valutarne l’importanza bisogna pensare che ciascun punto dello schermo riceve l’informazione luminosa 25 volte in un secondo.
Un venticinquesimo di secondo è un tempo davvero breve, ma ...l’uomo più veloce del mondo, se sa correre i 100 metri in 10 secondi, in quel tempo così breve percorre 40 centimetri. Il pallone è più veloce, in quel venticinquesimo di secondo può facilmente percorrere un metro!
Va precisato che il pennello elettronico non scandisce le 625 righe dello schermo tutte di seguito, ma alternate, in modo che le righe dispari vengono aggiornate in 1/50 di secondo soltanto, per rimanere poi invariate per altrettanto tempo; quindi le righe aggiornate si inframmezzano a quelle più vecchie. Si potrebbero anche immaginare tecniche di interpolazione, in sede di moviola, ad opera dei maghi del posto. Al di là di queste complicazioni, la rappresentazione resta comunque infedele.
Si osservi la figura seguente.


fig. 1

Se la palla rimbalza rapidamente tra i piedi dei giocatori A e B e il pennello coglie la palla nei due momenti segnati, lo spettatore TV la vedrà muoversi in modo tutto diverso, cioè secondo la linea tratteggiata.
Immaginate ora la figura del “moviolista” che blocca l’immagine e annuncia:  “Ecco, questo è il momento in cui bisogna valutare il fuori gioco”. Mi aiuto ancora con le figure.

Nella prima, il pennello elettronico è in alto. I due giocatori avversari sono affiancati nella parte alta dello schermo. Il terzo, che ha la palla, appare in basso. 
Nella seconda, il pennello è sceso e si vede partire il passaggio. Ma è ovvio che i due giocatori in alto sono sempre lì immobili,  come potrebbe essere altrimenti se il loro movimento non è stato ancora captato? Il commentatore si inganna quando dice che quella è esattamente la posizione da valutare. 
Nella terza finalmente il pennello aggiorna la posizione dei due giocatori in alto e si nota che l’attaccante ha sopravvanzato il difensore; ma in quale istante del passato? 

Pertanto, come nella relatività einsteniana, c’è un “prima” assoluto quando già da subito si vede l’attaccante in posizione avanzata; in caso contrario, l’immagine inganna.
Pensate quante volte:
- vi siete sentiti dire: “non si vede bene se l’ha toccata, ma potete notare che la palla ha cambiato rotazione”;
- su un rimpallo sulla linea di fondo non si capisce se era corner;
- non si può capire se effettivamente gli avversari si sono toccati;
- cambiando l’origine della ripresa, l’azione è sembrata diversa;
- l’azione a velocità normale non sembrava proprio così;
- avete considerato che sembrano più frequenti gli errori dei fuorigioco fischiati in azioni regolari piuttosto che gli errori contrari;
- la palla danza sulla linea di porta e non si può stabilire se è entrata;
- dal campo avete avuto un’impressione tutta differente.

In quel vecchio articolo citavo il caso di un solare calcio di rigore con cui fummo  raggiunti in un derby finito 1-1: era stato Rosato ad alzare la mano sopra la testa e  fermare la palla, come avevamo visto tutti dal campo. La sera, alla TV, il fatto non si distingueva per niente: la mano era passata tra una pennellata e l’altra. Il commentatore si arrampicava sugli specchi: “ha alzato la spalla...”. Ma ciascuno può  ripercorrere con la memoria tanti episodi più recenti.

Si aggiunga che alla moviola noi spostiamo l’attenzione sui contatti minimi (riprodotti in modo imperfetto) e siamo portati a trascurare la dinamica generale dei movimenti dei giocatori, di importanza tutt’altro che secondaria. 

C’è poi il complicato mistero che sta in noi stessi. A noi umani, è impossibile elaborare quel milione di impulsi visivi elementari che captiamo in ogni istante dai nostri ricettori ottici: sarebbe la capacità di un dio. Essi vengono selezionati ed elaborati già dai nervi ottici e quindi dall’encefalo, che ne utilizza un “sunto”, per così dire, per trarne una specie di ricostruzione soggettiva. Chi può valutare gli effetti, nella nostra impressione cosciente, di una anche piccola aberrazione?  

Più attendibile è la moviola, per esempio, nel Rugby. La meta è un fatto di per sé statico: consiste nel premere la palla a terra. O nel tennis, dove le traiettorie sono più semplici.
Questo meraviglioso strumento che è la TV i fatti ce li racconta quasi sempre molto per bene, ne è documentazione assoluta: quasi sempre - ma non sempre. In qualche caso può soltanto far nascere una seconda fase di discussioni incerte. Ma quale, inaccettabile pericolo sta in una terza possibilità: che possa essere addirittura fuorviante!  
Come in certi incubi della fantascienza, noi rischiamo di affidarci a macchine falsamente ritenute perfette, assoggettando ad esse la nostra intelligenza umana? 
C’è silenzio generale su questo argomento. Intorno alla TV girano giganteschi affari. Nessuno dice in TV contro la TV.  

Tra televisione e cinematografo, il tempo di intervallo tra le immagini,  regolato sulla nostra biologia, è analogo. Un improbabile confronto tra questi due mezzi consentirebbe di valutare l’effetto delle distorsioni della TV. Per certo, poiché la moviola non arricchisce le informazioni, nelle riprese al rallentatore il cinema è incomparabilmente più preciso.
I dubbi sulla palla entrata o non entrata in porta si possono risolvere tecnologicamente, elaborando con mezzi elettronici una rilevazione particolare (non TV) della posizione e dell’orientamento di un piccolo nucleo inserito nel pallone. -   Per il rimanente, possiamo attendere l’avvento della TV ad alta definizione.

Vittorio Riccadonna

 



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"Moviola infedele" | 0 commenti
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