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dalla redazioneSilenzi assordanti
30/04/2005

Seggiolini in gradinata, tornelli agli ingressi: un boccone davvero amaro da ingerire.


A commento del precedente articolo di presentazione della partita alcuni amici non si sono tirati indietro sul tema scomodo della civiltà negli stadi e fuori.
Un tema tanto scomodo che se parla con difficoltà, anzi in genere non ne parla nessuno, mentre, dopo i sempre più frequenti "fattacci", in molti non si fanno scrupolo di gettare fango sui tifosi del calcio con troppo facile qualunquismo.

 


Questo non va bene, intanto perché non è giusto fare d'ogni erba un fascio (l'Italia non è il paese dei teppisti del calcio) ed anche perché quasi mai si cerca di fare prevenzione, d'intervenire a monte, almeno provare ad educare e guidare, a modificare certe mentalità per cui la rabbia per un errore arbitrale, per una sconfitta o per una retrocessione od assurdamente la gioia per una promozione si "sfogano" con atti teppistici ed irresponsabili.
Si censurano, come avvenuto l'anno scorso, le dirette del Primo Maggio (tanto per fare un esempio), ma nessuno interviene su certe trasmissioni televisive dedicate al calcio tanto seguite quanto diseducative.
La responsabilità di tanta assurda violenza, quindi, non è solo di quelli che sbagliano, ma anche un po' di chi non ha mai provato ad insegnare loro nulla, anzi a volte lì "istiga" fornendo degli assurdi alibi (come si diceva errori arbitrali, presunti complotti, ecc.).
Mi fermo perché il discorso si allargherebbe troppo.
Qui mi limito a constatare con dispiacere come su questi temi prevalga un silenzio assordante, inaccettabile.
I Presidenti, le società di calcio, i responsabili delle tifoserie e dei Club di tifosi sorvolano, minimizzano, non isolano ne denunciano quelli che sbagliano (abbiamo letto delle "imprese" dei 14 arrestati a Terni ed il sabato dopo la curva est è rimasta fuori per solidarietà: come si fa a pensare che sia sempre colpa delle provocazioni delle Forze dell'ordine?).
Perché questo silenzio assordante? Perché è impopolare dire basta, finitela, non vi vogliamo a quelli che spesso sono i sostenitori più calorosi, che, lo si è già scritto, non mancano ad una trasferta, che preparano striscioni e bandiere.
Non lo fanno anche perché, forse, consapevoli che, purtroppo, lo stesso livello d'educazione delle nuove generazioni (parla uno che ha due figli bravissimi, ma il rispetto di una volta scordiamocelo) è oramai quello che è e bisogna "subirlo".
Ma questa battaglia, certo poco popolare, davvero è persa in partenza?
Io non sarei così pessimista verso le nuove generazioni, anzi e, quindi, credo ci si possa e ci si debba impegnare tutti un po' di più per aiutare ed indirizzare bene i giovani, anche e soprattutto nel loro interesse perché di questo passo le pene diventeranno sempre più severe e, soprattutto, per evitare nuove tragedie.
Mi piace Cart (un appassionato writer) che simpaticamente chiude i suoi pezzi sul "Muro" dicendo io non lancio, aspetto qualcun altro che scriva e dica io non imbratto e così via.
Se non si fossero commessi tanti errori di comportamento il problema "scivoloso" dei seggiolini in gradinata forse non sarebbe sorto. Purtroppo oramai quelle norme, eccessivamente repressive per un pubblico civile ed appassionato come quello rossoblu, sono ineludibili. "Farà caldo" a convincere alcuni (speriamo il meno possibile) a lasciare la Nord e "traslocare" in altri settori (non parliamo poi dei tanti che non riescono nemmeno ad immaginare di fare il loro tifo appassionato ed intenso comodamente seduti).
Speriamo alla fine prevalga il buon senso e, magari, si riesca a trovare una soluzione equilibrata che "limiti i danni".
Perdonate la lungaggine, ma ora devo aggiungere una cosa molto importante: FORZA GENOA!

Giancarlo Rabacchi



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"Silenzi assordanti" | 0 commenti
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