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dalla redazioneLa cera nel cassetto
05/08/2005

E' il meriggio.

Sono riuniti.

Nessuna notizia ancora filtra.

Non è bene, temo che l'opposizione sulla regolarità del primo giudizio sia già stata rigettata.

Qui di seguito ...

 

 


...esprimo il mio pessimismo.

 

Da un albergo di Milano siamo passati ad uno di Roma: questo è lussuoso al massimo grado. Siamo davanti a un altro plotone di giudicatori, anche questi scelti e prescelti personalmente da Carraro. Il quale continua adesso ad  annunciare che giustizia sarà fatta, dopo un governo che ha tollerato enormi irregolarità di ogni genere.

L'altro giorno l'"Osservatore Romano" ha scritto che non c'è mai stato un caso di corruzione così solare come questo ed ha aggiunto che i difensori del Genoa, sapendolo, sollevano soltanto questioni di forma. E' cosa degna di un paese civile, che si possa scrivere in modo tanto tendenzioso?

La scelta di una sede così sfacciatamente lussuosa ha un significato; anzi, due. In primo luogo è una manifestazione di potere. Sta a dire: guardate a quale  potenza vorreste opporvi! In secondo luogo lusinga i giudicatori stessi, indicendoli a non confliggere col potere stesso. Pertanto la scelta stessa manifesta un'intenzione corrotta, lontana dallo spirito di sport e di giustizia.

 

Tale dunque è l'ambiente. Tutto è predisposto affinché la macchina non s'inceppi proprio al passo finale: una macchina così spietatamente preparata, mirata, sostenuta a  tanti diversi livelli, organizzata allo scopo di colpire a morte.

Nei cassetti di quelle scrivanie lussuose ci sarà della cera, di ottima qualità come il  resto del servizio, con la quale turarsi le orecchie di fronte alle altrimenti convincenti argomentazioni dei nostri difensori.

 

Ma qui di seguito esprimo ora la mia fiducia, la mia speranza, la mia fede.

 

Possibile che la ragione possa essere negata? Ovunque e comunque? No: non è possibile. E' ragionevole pensare che la CAF la riconosca. Se sarà negata qui - sono felice di sapere questa nostra intenzione -  la sosterremo altrove. "Ci sarà un giudice a Berlino". Vicini al  Presidente Preziosi, tutti faremo il possibile per difendere le nostre ragioni. Perché non sarà stata la Federazione ad infangare  il nome del Genoa, ma al contrario sarà stata la Federazione stessa a dimostrarsi oramai e una volta di più, indegna di governare.

 

Vittorio Riccadonna

 

 



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"La cera nel cassetto" | 2 commenti
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Re: La cera nel cassetto
di RABAX il 05/08/2005 23.21

Vittorio è possibile, purtroppo.
All'"estero" (intendo fuori Genova) si possono toccare con mano gli effetti devastanti dell'ignobile campagna di stampa a senso unico che ha caratterizzato la vicenda "Genoa".
Mi sono fatto alcuni giorni di ferie ed ho avuto modo di senitre che aria tira fuori le mura
Una cosa abbastanza sconfortante, in alcuni casi addirittura un ignobile lingiaccio morale di persone e di situazioni e di converso il contentito del sentirsi dire del rammarico, diffuso, che la Seria A rischi di perdere un protagonista come il Genoa .
Immaginavo all'inizio e ne sono ancora più convinto adesso che il Genoa, forse maldestramente, abbia agito più che altro per evitare di vedersi scippata all'ultimo istante una promozione ampiamente meritata sul campo.
Il fatto è che non ci vuole credere nessuno, peggio non ti stanno nemmeno ad ascoltare.
Di più nessuno è stato ad ascoltare neppure i nostri difensori.
L'Avv. Coppi acutamrente ha fatto notare che tutto è cominciato dopo le voci allarmistiche arrivate da Torino.
Discorso che non fa una piega e che dovrebbe far riflettere un giudice non prevenuto: vero o falso? Se falso la tesi difensiva non è plausibile. Se vero qualche approfondimento in più andava fatto o, almeno, bisognava concedere il beneficio del dubbio.
E solo un esempio, sconfortante, che da la sensazione di come la giustizia sportiva di 1° grado sia stata come quella sommaria da Bar che bada soprattutto alle apparenze e che non prova neppure a scavare e ad approfondire. Giustizia che ha dato anche l'impressione di non sentirsi abbastanza intelligente per mettersi a discutere a certi livelli (in effetti poi ha anche sbagliato incredibilmente le date ed ha scritto cose imbarazanti, magari non vere, come quella della presenza della Procura nella fase deliberativa, ecc.
Dettagli che magari non spostano la sostanza delle cose, ma come si fa ad accettare decisioni che, sostanzialmente, condannano a morte una società centenaria e gloriosa come il Genoa e si deve prendere atto che non sanno neppure scrivere le sentenze.
Ci sarebbe voluta più professionalità, oltre che più rispetto ed attenzione per scoprire la reale portata e gravità di quanto avvenuto.
Dubito che il Genoa possa sopravveire ad una conferma della pesantissima condanna inflitta dalla Disciplinare.
Auguriamoci che se non altro i 113 anni di gloriosa storia consentano almeno a questi magistrati di giudicare con più serietà ed equanimità di quelli che li hanno preceduti che, sia detto, senza polemiche ma con grande amarezza, hanno dato l'impressionone di essere più una giuria da Bar dello sport che un responsabile organo giudicante che aveva nelle sue mani le sorti di una delle più antiche e gloriose società di calcio italiane.



Re: La cera nel cassetto
di 102 il 05/08/2005 17.03

Sai cosa mi da più fastidio di quei signori con la cera nelle orecchie? I genoani col prosciutto sugli occhi!! .. Ricordiamoci che TUTTO E' PARTITO DA GENOVA!! Carraro si è trovato il nemico inerme e la pistola carica.. ma bisogna ricordare da dove è partita tutta questa storia... e portare TUTTO ALLA LUCE!!! Forza Enrico!





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