Eh, sì, sono passati ormai così tanti anni da quando ho varcato per la prima volta, per mano con mio padre (ciao, stai godendo anche tu, nel terzo piano vero?) le porte del Tempio.
Ricordi tanti. Molti purtroppo tristi e malinconici, altri gioiosi, magari in misura minore, ma mai l'appartenenza è venuta meno.
Sono Genoano e sempre lo sarò e questa è una delle fortune che la vita mi ha dato, senza ovviamente fare priorità con altre più importanti.

Ebbene, vi assicuro che non mi ricordo 20 secondi di simile emozione, intensità, adrenalina, gioia, godimento puro.
Quando Juric (io ho pensato sino al giorno dopo che fosse Sokratis!) ha sradicato dai piedi del pesce di specie minore quel pallone e poi è andato a Milanetto ed agli altri due, mi sono alzato in piedi, come tutti gli altri, poi non ce l'ho fatta a guardare perché ho capito che quello era uno dei momenti più importanti della storia del Genoa.
E con la testa nascosta nelle braccia dei miei vicini più giovani e coraggiosi e magari con un cuore più forte, ho seguito solo il boato crescente, indescrivibile, come deve essere quello di una valanga immensa che cade a valle.
Mi sono voltato però in tempo per vedere quel magico pallone che rotolava beffardo in fondo alla rete, sotto i 20.000 occhi ormai solo cerchiati di nero petrolio e rossi di pianto, ma di dolore.
Ed allora mi sono accasciato sul mio seggiolino e gli occhiali, non so ancora perché, mi si sono appannati, eppure non pioveva, ma io non ci vedevo più.
Ho abbracciato tutti quelli intorno, ed ho visto in sconosciuti che vedevano quelle gocce non di...pioggia tra i miei occhi e gli occhiali, tanta condivisione, affetto, direi amore, per quello che ognuno a suo modo, stava esprimendo.
Non so ancora se essere fiero o dispiaciuto per quel momento di tenerezza infinita e gioia sconfinata, ma non mi pongo il problema.
Poi mi sono consolato, perché dopo ho saputo che il figlio di tale padre, ovviamente nella Nord, aveva fatto di peggio:quando è partita l'azione si è girato verso la gradinata! Evidentemente gli ho trasmesso i miei geni, ed allora mi chiedo se sarà un bene od un male.
Quei 20 secondi non potrò dimenticarli mai più. Grazie a chi ha permesso che io li potessi vivere, in qualsiasi modo io lo abbia fatto.

Donchisciotte