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dalla redazioneLa festa di un Popolo, quello rossoblù, tutto!
30/05/2009

 

Un’annata straordinaria, auguriamoci non irripetibile, che restituisce al Genoa l’Europa, e viceversa, riportandoci nell’elite del grande calcio, non ancora ai massimi vertici, ma per i “miracoli”, pure già quest’anno sfiorati, ci si sta organizzando.

 

 


Questa gioia incontenibile, quest'irrefrenabile voglia di festeggiare va giudicata, oltre che meritata, ed anche sofferta che più non era possibile, anche una grande prova di maturità.

Per tanti e forse neanche a torto, è banale continuare a ricordarci dove si era solo che tre anni fa, ma credo anche che proprio e solo partendo da lì che si può avere la giusta misura e dimensione della grande, perché no, grandissima impresa che ci accingiamo a festeggiare.

Ora sembra facile, anzi quasi ci mordono le mani per quel quarto posto a lungo cullato e mai così tanto alla nostra portata, ma al top, e direi in tutti gli sport, difficilmente ci si arriva all’improvviso, specie mano mano l’asticella sale.

Occorrono fortuna (la Fiorentina docet), bravura, mentalità vincente, abitudine a lottare a certi livelli: insomma un coktail di qualità e pregi che, difficilmente, s’improvvisa, ma che quasi sempre sono il frutto d’anni di programmazione e d’eccellente lavoro.

Parrebbe del resto che su questa strada ci siamo incamminati senza remore e con piglio niente male.

Abbiamo trovato un allenatore non giovanissimo d’età, ma con idee innovative e vincenti, ce lo siamo tenuti ben stretto, insieme al suo eccellente staff.

E’ il suo quarto anno con noi: non ricordo, almeno nella storia del Genoa della mia generazione, altri casi simili.

Molti un po’ ci hanno patito per le già avvenute cessioni eccellenti di due straordinari giocatori e uomini, come già nello scorso campionato quando sono partiti i tre giocatori di maggior spolvero.

Il rovescio della medaglia vede però uno straordinario rafforzamento economico societario per le grandissime risorse che la valorizzazione e/o il recupero ai massimi livelli di quei giocatori ci ha consentito di ottenere.

Non si boccheggia più, anzi oramai si governa il mercato, cosa sinora inimmaginabile per Società come la nostra.

La Fiorentina, complimenti, è andata in C. L., ma si legge che Corvino ha zero euri per la campagna acquisti.

Si capisce allora come mai Herman Crespo abbia sterzato e, quindi, cambiato direzione verso il mare.

In precedenza già Floccari, che cominciava ad essere nominato per alcune grandi società, è, invece, uscito dal mercato prima ancora del suo inizio e torna da noi maturato e pronto ad assumerli la non lieve responsabilità, insieme a Valdanito, di sostituire Milito al centro del nostro attacco, ma anche, sperabilmente, nel cuore dei tifosi rossoblù. 

L’alternativa era tenere entrambi od almeno uno dei due campioni e pagare rispettivamente 3mil e quasi 4mil. rispettivamente per quattro e tre anni in avvenire.

E’ stata la politica seguita negli scorsi ad esempio dalla Roma:  vista la sua situazione economica e sportiva attuale non sembrerebbe il massimo della vita.

Non è il momento delle polemiche e delle ripicche, un difettuccio che a volte abbiamo un po’ tutti, ma solo per far sommessamente presente, poi il tempo ed il campo ci diranno, che anche qui ci possono essere importanti motivi di serenità e di entusiasmanti aspettative, da sommare al resto per essere, se possibile, ancora più felici.

Per finire come non esprimere un grandissimo
“BRAVI” “BRAVI” “BRAVI”
al Presidente, a Capozzucca, a Mister Gasperini ed ai giocatori tutti, senza eccezioni, dal “Principe” (possibile Capocantiere della serie A”) al “Pollo” ( da “inguardabile” a cecchino infallibile dei calci piazzati) guidati dal nostro capitano Marco Rossi, ancora più bravo ed insostituibile in A che non in B ed in C, e come non dire di cuore
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
(tre è oramai diventato un numero simbolo) a tutti Voi  ed a quanti, molti di loro, domani, saranno con noi, in tutti questi anni hanno dato il loro contributo per portarci dove siamo e regalare a tutti noi così tanta gioia e soddisfazione.

Alè!

Giancarlo Rabacchi



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