Genoa  284  batte  Venezia  195

Un solido Venezia ha contrastato lungamente questa settimo successo della nostra squadra, che ci assicura la vittoria del girone con una giornata d’anticipo.

Una partita davvero lunga, infatti: iniziata alle 11, ha visto la conclusione soltanto alle 17,45. Una partita segnata anche da episodi di nervosismo.

Vinto il sorteggio, il Genoa sceglie di battere. La gara assume uno strano andamento. Dopo 4 overs, cioè a un decimo del totale, abbiamo già ottenuto ben 42 punti (con stratosferica proiezione di 420), ma il Venezia si ritrova, comincia a lanciare bene e noi per ottenerne altrettanti dobbiamo arrivare al 15° over, dove tocchiamo gli 85 (con proiezione a 226).

Nella fase centrale la media-punti si risolleva senza che subiamo altre eliminazioni, oltre alle due del 5° e 7° over; ma verso il finale le eliminazioni si moltiplicano in misura imprevista e la decima ci coglie al primo lancio del 38° over.

Il risultato di 284 su cui restiamo bloccati va considerato buono e lo riteniamo fuori portata per il Venezia.

Invece, passati noi al lancio, anche il Venezia accumula una notevole messe iniziale. Come noi, al 4° over ha già 42 punti; non solo, ma fino al 12° over annotiamo che ha ottenuto più punti di noi.

A questo punto la gara dei nostri lanciatori copia l’andamento di domenica scorsa a Cernusco. Ai primi lanciatori veloci succedono quelli intermedi e infine prendono campo gli “spinners”, che giocano palle ad effetto difficili da controllare. Così la corsa dei veneziani viene inesorabilmente frenata e a partire dal 22° over si capisce che la gara è decisa a nostro favore.

L’eliminazione che conclude l’incontro avviene con la prima palla del 36° over.

La gara di domenica prossima presso Treviso non ha più incidenza per la nostra classifica e il nostro pensiero corre oramai alla partita di semifinale del 19 venturo a Cogoleto, dove attenderemo la seconda classificata del girone centro-sud, quasi certamente la Florence.

Cosa dire, dei nostri giocatori, allenatori, dirigenti?

Quale miracolo è mai questo?

Una squadra sorta dal nulla, sorta soltanto per onorare il nome delle origini del Genoa, senza capitali, senza strutture, senza conoscenza né esperienza del gioco, fondata appena due anni fa da un gruppo di appassionati di un altro sport, il calcio, si affaccia ora ai vertici dei valori nazionali del nobile gioco del cricket, a sventolare i colori rossoblù su un altro mondo.

Vittorio Riccadonna