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il Grifone in campoE' arrivata la stell(in)a
09/06/2010

Genoa     2       (pt 44' r. Polenta; st  60' El Shaarawy)

Empoli    1       (st 70' Cucchiarelli)

Prestigiosa vittoria della primavera del Genoa: “Campioni d’Italia”.

 

 


Sul campo di Macerata i grifoncini si laureano campioni con un crescendo di prestazioni, dalla sofferta vittoria con il bravissimo Chievo, la squadra che, a dire il vero più ci ha messo in difficoltà, al trionfo nel derby (asfaltata la ciclistica) alla prova di personalità con un insidioso e mai domo Empoli che ha schierato, inutilmente, anche giocatori esperti della prima squadra.

Difficile ed ingiusto fare una graduatoria di valori, tutti davvero bravi, dalle “stelle” Perin (troppo bravo), Polenta (che fisico e che piede), Cofie (corsa e visione di gioco), Ragusa (un altro Sculli), Chinellato (marcato strettissimo, ma vicino al gol di testa) e El Shaaravy (uno che incanta per la tecnica di base, ma segna anche) a tutti gli altri Terigi, De Bode (un gigante sulle palle alte), Bertoncini, Doninelli (che bravo questo ragazzo) per finire al già noto Gucher .

Bravo anche Chiappino a leggere al meglio questa finale dove certe gerarchie si sono un po’ ribaltate ed alla fine è stata trovata la quadra.

Una risorsa ed un grande patrimonio questo gruppo da valorizzare per trarre linfa futura per la prima squadra.

Molti di loro sono ora appetiti da diversi Club dove potranno giocare e fare esperienza per tornare alla base per un prossimo ricambio generazionale della prima squadra.

Piace sottolineare come questa sia una politica vincente, quella cioè di fornire dal vivaio più giocatori validi possibili alla prima squadra in modo da utilizzare le risorse per completare e non dover più acquisire in toto il proprio organico.

Senza contare la possibilità di utilizzare i nostri giovani talenti come utili contropartite per le più importanti operazioni di mercato.

Senza volere questo successo ci sta portando a fare discorsi da “grande”.

Una prospettiva niente male grazie all’ottimo lavoro di Donatelli, Sbravati, Chiappino, del Team Manager Bartoluppi e quant’altri di cui non ricordo i nomi, cosa di cui mi scuso, ma che unisco ai ragazzi in una grande standing ovation.

Complimenti davvero e…GRAZIE!

Giancarlo Rabacchi



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"E' arrivata la stell(in)a" | 1 commento
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Bonita victoria
di vieux_marcheur il 09/06/2010 10.02

 

Primavera brilla e esulta.

 

Ancora in maglia bianca, i nostri grifoncini ...

 

In maglia bianca penso per secondi nominati. Anche forse per pervicacia misocromica delle terne-quaterne-monodiche addette al fischio.

 

Assiso sul suo seggio in mezzo al campo, Kofi regolava i flussi dei giovani di varie razze che ormai rappresentano le onu-primavere. Pardon, razze non si deve più dire. Quindi di diverse etnie – un’altra cosa, ... dicono.

 

L’attaccante di etnia negra dell’Empoli aveva un nome tutto europeo-rumeno e apparteneva a quel genere di centravanti che non rifuggono, anzi cercano per giovarsene, i contatti corporali con i difensori avversari, con insinuazioni di sé anche a scopo di vantaggi arbitrali.

 

Il vellutato preciso concettualmente evoluto piede sinistro di Polenta ha aperto la strada. Facile. Rigore. A onorare la somiglianza col famoso centrale volante, Perdomo. Stessa iniziale del cognome. Medesimo uruguaianesimo. E poi, se quello era viziato da lentezza, questo piatto non ispira gran che  ... quanto a ...

 

Dietro a Kofi, avevamo Bode, il quale, abbandonata la legge sulle distanze dei pianeti, legge, devo dire, poco comprensibile e celebrata ... sapete, quella che misurerebbe la disposizione dei pianeti nel sistema solare ... ebbene, dicevo, si dedicava a calcolare le traiettorie dei palloni alti che arrivavano alla portata di fronte. Molto bene – approvo. Lo studio delle orbite serve.

 

L’attacco del Genoa aveva una disposizione atipica, già televista in semifinale. Più che il centravanti, incursionisti erano i due attaccanti di ala, entrambi dotati a impegnare severamente i rispettivi difensori. Uno provieniente da Sicilia di nome e di fatto; l’altro, Stefano Sciaràwi, non più Mustafà. Invece il centrattacco, terribile risolutore in semifinale, si industriava più alla preparazione, meno incisivo a fronte del blocco centro-difensivo avversario. D’accordo, ha scoccato il suo colpo di testa alla Figueroa, ma gli è stato parato in corner ...

 

(Scusate, ho pronunciato l’innominabile – non fateci sopra un’altra polemica).

 

L’Empoli, sfruttando Saponara, otteneva bei momenti di fluidità di squadra, e ha dato anche un paio di buone martellate, aveva Fabbrini. Ma la nostra era una superiorità proprio di giocatori.

 

Non è valso all’avversari il possesso del campo nel finale, che i nostri hanno stranamente e impensatamente lasciato loro – è rimasto Guitto. Stornato il  pericolo, ecco i nostri con la Coppa in mano.

 

In attesa di vederla, la Coppa, qui a Genova.

 

Per il presente e il domani.

 

  





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