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il Grifone in campoSenza scosse comincia la nuova gestione
06/10/2013

 

 

C. Catania                                      1

(14’ II t. Barrientos)

 

Genoa C.F.C.                                  1

(42’ II t. autorete Legrottaglie)

 

 

 

Ha avuto inizio il nuovo viaggio di Gasperini quale nocchiero della squadra del Genoa. Non rivoluzioni, qualche aggiustamento. Non una fastidiosa sconfitta, non un’esaltante vittoria. Una partita scialba e un punto ( = 1 punto) di partenza per la nuova avventura che si prospetta.

 

 

 


Coloro che cullavano la speranza di rivedere da subito quel gioco gasperiniano che tanto li aveva esaltati, coltivavano una speranza folle.

 

Coloro che puntavano la scommessa di una squadra d’attacco che scendesse in campo con la decisione di fare a fette i catanesi, erano fuori di senno.

 

La realtà si è palesata immediatamente nell’acre aggressività dei siciliani, i quali con una serie di falli intimidatori nei primi minuti hanno fatto intendere che il campo siciliano non sarebbe stato un terreno di conquista. Dopo di che, l’arbitro Giampaolo Calvarese, ingegnere da Teramo, ha proceduto ad ammonire Manfredini alla prima occasione. Per tutta la partita, Gilardino non ha avuto un attimo di respiro senza venire assaltato con ogni mezzo. Non c’era altro da fare: solo battagliare a mezzo campo.

 

La partita si è insabbiata in uno scontro tra due squadre che avevano il medesimo intento primario di controllare il centrocampo, con frequenti giocatori che rimanevano a terra, e l’obiettivo minimo di evitare la sconfitta.

 

La prima parte del primo tempo ha visto il prevalere del Catania, sulla spinta della sua grande volontà; ma nel seguito è stato il Genoa a portarsi frequentemente all’attacco, vivaddio non più basandosi su lanci lunghi verticali, come nelle partite precedenti, ma piuttosto su traversoni dalle posizioni esterne verso il centro dell’attacco; e questo sarebbe uno degli aggiustamenti detti in apertura di questo pezzo. Quanto ad un altro di questi aggiustamenti, quello di Kucka spostato a laterale d’attacco, devo dire che avevo già visto qualcosa del genere sotto Liverani.

 

Scarsi però i risultati, da entrambe le parti; il più concreto dei quali fu un pericoloso colpo di testa di Kucka, deviato in angolo dal portiere Andujar con un tuffo basso sulla propria destra, al 21’.

 

Dopo che il Genoa aveva condotto il finale del primo tempo quasi con un dominio che i Catanesi erano rassegnati a subìre, questi in apertura del secondo tempo riprendono la vivacità iniziale; al 5’ colpiscono la traversa per una deviazione di testa di un calcio di punizione, ma sarebbe giusto dire invece che la palla era rimbalzata innocuamente sopra il palo orizzontale. Il fatto importante invece è che al 14’ colgono la porta a seguito di una goffa incerta respinta di Antonini che il caso vuole si tramuti in un perfetto servizio in area per Barrientos.

 

A questo punto scrutiamo lo svolgimento del gioco per cogliere la capacità e la qualità di reazione del Genoa, il cui attacco Gasperini rinforza attraverso qualche cambio. Ahimé, non si vede sbocco. Qualche pericolo, centri sotto porta, questo sì, ma niente che meriti di essere citato in cronaca.

 

Mentre la fine si avvicina e la sconfitta sembra scritta, la fortuna vuole che al 42’ si ripeta l’episodio finale della partita di Udine, questa volta a fattori invertiti. Un centro sottoporta, corto, del subentrato Stoian, viaggia verso la testa di Gilardino ma il difensore Legottaglie non solo anticipa lui ma anche il proprio portiere e volendo respingere tocca di testa nella propria porta. Di diverso, nella meccanica, rispetto ad Udine, la minore forza del pallone, più a parabola rispetto alla punizione secca battuta allora da Di Natale, e la minore pressione su Legrottaglie. 

 

Se il caso regola il mondo, Genoani che leggete, traete voi gli auspici.

Pareggio, questo, non iniquo.

E a Gasperini: buon lavoro!

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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