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dalla redazioneStoria e evoluzione
14/05/2015



L’evoluzione è il fenomeno dominante del nostro mondo terreno.
Le condizioni della nostra vita evolvono di millennio in millennio, di secolo in secolo, di anno in anno. La trasmutazione è continua e inarrestabile e investe sia le cose materiali sia i principi spirituali sia noi stessi
Se tutti agiamo in un tempo presente, qual è il valore della storia?
Il nostro agire riguarda il presente e si proietta nel futuro: il passato è pietrificato e immutabile. Non conta più. Non esiste.

C’è anche un’altra filosofia: noi siamo il nostro passato, siamo il prodotto del nostro passato. Quindi il passato è parte ineliminabile di noi stessi.


L’umanità passò attraverso civiltà, più o meno aperte all’evoluzione, che, una dopo l’altra, crollarono e furono sostituite da nuovi sistemi. Alcune di queste civiltà si chiusero alle influenze esterne rifugiandosi nel massimo rispetto delle proprie tradizioni; prolungarono con questo la loro esistenza ma poi il loro crollo fu completo.

Anche la prevalenza mercantile che attualmente governa il calcio, che può dispiacere, va considerata quale prodotto dell’evoluzione.

Scusate, ho cominciato così ma volevo parlare … delle maglie...ora faccio la virata.
Cerco di proseguire il ragionamento: anche sulla questione delle maglie, come accade in questioni complesse, serve identificare il punto centrale. L’ultima discussione sulle maglie turchine anti-Torino in corso su questo sito è davvero interessante, vasta, sottile, alterna; difficile enucleare il vero problema, che si nasconde dietro false considerazioni.
Falsa considerazione è la resistenza, da parte di molti, all’idea di CAMBIARE la divisa sociale. Se l’evoluzione suggerisce di cambiarla, in astratto e dal punto di vista storico non va visto come atto nocivo cambiare la maglia.
Non lo facemmo forse già due volte?
Anzi, uno dei meriti della nostra discussione, e questo merito spetta al nostro ottimo scrittore “Alonso Chisciana”, è di averci condotto alla dimostrazione storica dell’opportunità di sostituire la camicia bianca nel 1899: sostituzione suggerita proprio dalle tre squadre di Torino partecipanti al primo campionato, quello del 1898, le quali avevano maglie bicolori e due di esse a striscie verticali. Così il Genoa si trovò superato, dal punto di vista organizzativo, dalle altre squadre che disponevano di “mute” sociali confezionale dalla società e l’anno successivo adottarono la medesima soluzione, attraverso l’aggiunta di striscie blu. Un cambiamento, quindi, suggerito dall’evoluzione.
(Sul secondo cambiamento, del 1901, non sappiamo se fu dovuto a mere ragioni estetiche; sappiamo solo che il rossoblù fu votato di stretta misura).

Di conseguenza, la maglia vista contro il Torino si può adottare anche in permanenza, se piace di più – altro sono i dissensi sull’opportunità: parlo in linea storico-teorica.
Ciò che ripugna, invece, è spacciarla per una maglia storica, nell’ambito di una celebrazione storica.

L’antica storia del Genoa ha qualcosa di sacro perché il genoano si identifica in essa e il genoano è una presenza positiva per la vita del Genoa.
Io ero ancora piccino che mi sentivo decantare i primati del Genoa e le glorie passate. Sarei lo stesso che sono se nulla avessi saputo?
Quindi falsificare la storia, sia per malizia, sia per ignoranza, sia per mercato, è un piccolo delitto, un tradimento.

Genoani, dite pure tranquillamente che la maglia turchina è bella; dite pure che mena bene; dite pure che vorreste vederla sempre.
Dite quello che volete, ma respingete risolutamente e fermamente la menzogna che si tratti di una maglia storica e condannate la sua mercificazione sotto tale etichetta. Questo, no.
Forse in futuro potrà capitare, per effetto dell’evoluzione; ma l’evoluzione che sia sana è basata sul vero.


Vittorio Riccadonna

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"Storia e evoluzione" | 2 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 14/05/2015


[Nessun Soggetto]
di Franci il 14/05/2015 11.33

sono stati sbagliati tempi, modi e, soprattutto, termini per presentare questa maglia.
A me ha dato quasi altrettanto fastidio del fatto che sia stata presentata come maglia celebrativa o commemorativa, la smania di chi ha preso in mano il vocabolario per andare giusto a sottilizzare sulla differenza di significato tra i termini "celebrativo" e "commemorativo" per concludere che poteva benissimo essere presentata come lo è stata.
Gli altri distinguo sono ancora più ridicoli tranne uno, che ho invece assolutamente respinto da subito e nemmeno sto a specificare quale sia.
Era sufficiente aspettare - a mio parere - il ritiro estivo e in occasione della prima uscita farla indossare ai giocatori presentandola appunto come terza maglia. E credo nessuno avrebbe avuto a che ridire. Anche se i calzoncini rossi proprio non riesco a digerirli, qualunque sia la tonalità. Ma, come qualcuno ha sottolineato in uno dei tentativi peraltro poco convinti di semiretromarcia, trattandosi della terza maglia e quindi presumibilmente da indossare giusto in qualche amichevole o partita non ufficiale, si poteva anche accettare. Anche perchè, giusto per la precisazione, se non si può indossare per evitare confusione con la tenuta della squadra avversaria, la tradizionale maglia rossoblu, non si può d icerto indossare una maglia blu.
Che poi come sostengono molti la terza maglia sia spesso una palestra per aspiranti o sedicenti "artisti" che si sbizzarriscono nel creare divise da gioco rispetto alle quali, per tonalità ed accostamento di colori, al mondo ve n'è solo una di peggiore, mi pare più di una volta aver letto commenti sarcastici e trancianti sulle stesse.
Quanto al "mi piace", affermazione sulla quale sono già state fatte tutte le considerazioni fattibili, posso giurare sulla mai genoanità che in estate è facile vedermi girare in "pantaloni rossi e maglietta blu".



Mi allineo
di RABAX il 14/05/2015 10.17

 a Vittorio nel condannare la furbesca trovata (che Tu definisci "menzogna"), per promuovere la vendita di questa "nuova" divisa , di far credere che sia una maglia/divisa "storica".

Le strategie di marketing e gli interessi che stanno loro dietro, evidentemente, non si fermano neppure di fronte a certi valori, per non parlare di etica e quant'altro.

Per quanto mi riguarda non ho nessuna smangiagione di comprarmela, anche se, in fondo, non mi dispiace ed è e resterà sempre legata al ricordo di una gran bella e straordinaria impresa del Grifo.





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