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il Grifone in campoIn capite venenum, in cauda mel
18/10/2015



Genoa C.F.C. . . . . . . . . . . . . . 3
(13’ Pavoletti; 17’ I t. autogol Mattiello; 48’ II t. Tachtsidis)

A.C. ChievoVerona . . . . . . . . 2
(1’ I t. Paloschi; 33’ II t. Pelissier)


Càpitano palloni maligni, apparentemente facili da controllare, che si divertono a sfuggire ai difensori per questione di pochi centimetri e pochi attimi. Un attaccante si infiltra tra due difensori scoordinati, arriva alla linea di fondo, l’azione sembra morta e invece la palla viene sospinta verso il palo e un altro è pronto a buttarla in rete davanti al naso del portiere.

Questo altro è il famigerato Paloschi, che non manca mai il colpo contro il Grifone.

Genoa-Chievo comincia così e succede proprio alla prima azione della partita.


Il portiere è il giovane Perin, che era entrato in campo pensando che finalmente poteva riprendere il suo posto.

L’allenatore è Gasperini, che aveva detto: Qui ora comincia il nostro campionato.

Roba da far venire i brividi.

In una giornata piovigginosa, il Chievo si presenta in completo giallo e il Genoa in tenuta tradizionale. Burdisso vince il campo e sceglie di schierarsi contro Nord. Di conseguenza, Chievo batte il calcio d’inizio con l'effetto suddetto.

Ma l’essere andati in vantaggio non giova ai veronesi. Il giuoco si sposta ora verso la porta del loro portiere, Bizzarri che noi conosciamo, e un certo Perotti comincia a dribblare di fino e portare angustie alla parte destra della difesa in giallo. In altre parole, il pubblico potrà preoccuparsi, ma la squadra rossoblù non accusa il colpo.

Gasperini ha risolto il problema del mediano sinistro con Rincon: forse un poco stanco, e infatti il reparto arretrato destro del Genoa sembra quello meno forte. Ma al centro i rossoblù manovrano benissimo, di fronte a un Chievo che anch’esso manovra benissimo. Proprio una bella partita, a centro campo. Ma, se la capacità di manovra si può dire pari, il Genoa prevale per qualità dei giocatori, e basta citare qui un certo signor Costa.

Non passa molto tempo che uno dei crosso di Perotti viene mal controllato dalla difesa e Pavoletti imita Paloschi nella funzione di falco. 1-1.

E ancora la fortuna aiuta, come qualche partita addietro contro Milan nella stessa porta. Un tiro basso né particolarmente forte né angolato di Gakpé, che sarebbe stato facile preda per Bizzarri, viene deviato, in un infausto tocco, da Mattiello verso il palo più lontano e la palla entra beffarda nella porta dello spiazzato portiere.

Tutto sistemato. Ora il Genoa controlla felicemente Al 36’ Bizzarri salva la porta su colpo di testa ravvicinato di Pavoletti: sembrava gol fatto e Pavoletti va a stringergli la mano. Però due minuti dopo è Perin che passa un grosso pericolo, perché, lui spazzato da un traversone, vede un colpo di testa di Castro parato col corpo da Laxalt in tuffo! Infatti il Chievo dimostra di essere ancora in partita. Nel minuto di ricupero che Mazzoleni decide di dare (non mi sembrò necessario) Castro travolge duramente Perin già in controllo di palla e col portiere a terra scocca qualche scintilla. Ma ormai il primo tempo termina.

Nella ripresa il gioco si mantiene vivace, accanito, equilibrato. Al 5’ Perin respinge di pugno un insidioso pallone su corner, nel prosieguo di un’azione dove era stato ammonito Dzemaili. Ahinoi!, neppure cinque minuti dopo questi replica il fallo, vicino all’area di rigore, e Mazzoleni gli fa vedere il rosso. Lascia il campo con lentezza e fa aspettare l’arbitro. Genoa in 10, e quelli giocano bene: si riprende con una serie di mischie paurose davanti a Perin. I pericoli si susseguono, inutile stare a elencarli, basti dire che Perin salva la porta con un paio di ottime rapide parate e che una pericolosa palla schizzata all’indietro dall’ottimo Burdisso viene bloccata di fortuna dal pacchetto difensivo. Sembra che il Genoa abbia perso di penetrazione offensiva, per il calo di Costa, Perotti, Pavoletti. Il tempo passa con sofferenza, però al 31’ Burdisso su calcio d’angolo arriva a insidiare la porta avversaria con un colpo di testa di poco alto.

Infine il Chievo raggiunge il pareggio, con azione protestata in partenza da Pavoletti che per tutta la partita nei salti aveva subito falli, e anche restituiti, dal suo marcatore: Mazzoleni fa proseguire e la conclusione di Pelissier è meravigliosa, il colpo più bello della partita, una girata al volo quasi col tacco, vale, come si suol dire, il costo del biglietto. Siamo 2-2 e ora il Chievo capisce che può andare alla vittoria.

Nello sgocciolare del quarto d’ora che manca, il Genoa difende il pareggio e il pubblico trema. Sostituzioni hanno ridato però fiato al suo attacco e da parte di Chievo giocare per vincere, pur in vantaggio di uomini, nasconde pericoli.

E al vecchio Genoa il colpo riesce, nel terzo dei 4 minuti di ricupero, con una controfuga a corpo perduto di Ntcham sulla sinistra sfociata in un centro che Pavoletti lascia filtrare a profitto di Tachtsidis il quale colpisce di sinistro al volo e segna con un tiro basso nel modo più classico.

Una conclusione perfetta, insperata dai più, ma ben costruita e portata, quindi meritata.

Una partita appassionante per la qualità, l’andamento e gli episodi, col veleno all'inizio e il miele in coda per noi. Volendo dare un giudizio astratto, due buone squadre, meritevoli di buona classifica, ma tra le due vedo il Genoa più forte.

Non sempre lucido l’arbitro Mazzoleni.


Vittorio Riccadonna


GENOA:
Perin; Izzo, Burdisso, De Maio; Rincon, Tino Costa (33’ II t. Ntcham), Dzemaili, Laxalt; Gakpè (12’ II t Cissokho), Pavoletti, Perotti (43’ II t. Tachtsidis).
CHIEVO :
Bizzarri; Mattiello, Gamberini, Cesar, Gobbi; Castro, N. Rigoni, Hetemaj (18’ II t. Pepe); Birsa, Paloschi (28’ II t. Pellissier), Meggiorini (41’ II t. Inglese).
ARBITRO: P. Mazzoleni da Bergamo.
NOTE:
Espulso Dzemaili al 10’ II t. per doppia scorrettezza.
Ammoniti De Maio, Tachtsidis, Castro, Pepe.




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